Negli ormai lontani anni ’80, tra la “Milano da bere” del craxismo rampante, il riflusso delle lotte dopo i formidabili anni ’70, lo yuppismo dilagante (la cui colonna sonora, la stramaledetta techno, ammorba tuttora le nostre sensibili orecchie), i sussulti di una classe operaia che non era ancora del tutto addomesticata e l’inizio della normalizzazione conservatrice thatcher-reaganiana, c’è stata un’organizzazione che tentava di mantenere vivo lo “spirito” dell’ondata operaia e studentesca degli anni precedenti. O meglio, a volere essere precisi c’era, allora come oggi, un intero arcipelago di organizzazioni più o meno grandi che si sforzavano di nuotare controcorrente. Ma la più importante, quella che riuscì a mettere insieme il grosso di quelle forze, si chiamava Democrazia Proletaria. Nata nel 1978, dall’unificazione tra la maggioranza di Avanguardia Operaia, la minoranza del Partito di Unità Proletaria per il Comunismo e la Lega dei Comunisti, DP rappresentò l’unica forza di alternativa di sinistra nel parlamento italiano in quegli anni di disincanto, con i suoi 7 od 8 deputati (tra 500 e 600 mila voti, pari all’1,5/1,7%, che allora, quando il sistema elettorale era molto più democratico di oggi, bastavano per entrare a Montecitorio). Poi venne lo scossone dell’89, la crisi definitiva del PCI, e la nascita di Rifondazione Comunista, a cui DP aderì generosamente, nonostante gli ostacoli frapposti dalla componente maggioritaria del nuovo partito, quella d’origine PCI di Garavini e Cossutta. E, nel 1991, l’avventura di DP terminò (anche se ci sarebbe da riflettere, per esempio, sul fatto che i due segretari di ciò che resta del PRC dopo la crisi del 2008-09, Ferrero ed Acerbo, vengano entrambi da questa esperienza). Il libro “L’agile mangusta”, scritto dal compagno Alfio Nicotra, che fu fin dall’inizio dirigente – e assistente parlamentare – di DP (e poi del PRC), ci racconta queste vicende, privilegiando un punto di vista particolare, quello del lavoro dei “demoproletari” nelle istituzioni borghesi, un lavoro che spesso noi, militanti di base, conosciamo poco o per nulla. Lo potremo sentire venerdì prossimo, alle ore 18, presso la Casa della Sinistra (sede del PRC) di via Eritrea – Via Cassala, dove presenterà il suo libro, insieme a Fiorenzo Bertocchi (segretario provinciale del PRC) e Flavio Guidi (di Sinistra Anticapitalista), entrambi ex militanti di Democrazia Proletaria.

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