Per 9 voti, la censura non è stata votata. Questi 9 voti dimostrano il debole sostegno che il governo ha nella sua Assemblea, eletta a maggioranza con il 12% degli elettori registrati al primo turno. Articolo 49,3, articolo 47,1, mozione di censura, l’illegittimità di Macron, del suo governo e della Quinta Repubblica sono totali.
Deve finire. Ma Macron ha scelto lo scontro con il movimento operaio, le sue organizzazioni, i suoi diritti democratici. La repressione, utilizzata pienamente dopo il 49.3, i numerosi arresti tra i giovani, ne sono il simbolo. Durante le prime tre notti di scontri, non meno di 425 persone sono state arrestate nella sola Parigi…
Brutalità e illegittimità del potere
L’indignazione provocata dall’uso del 49,3 dà una seconda spinta alla mobilitazione. I settori già mobilitati si rafforzano nelle loro azioni: scioperi nel settore privato, scioperi dei netturbini, in diversi settori energetici (idroelettrico, nucleare, depositi e raffinerie di petrolio), scioperi nei trasporti, nell’istruzione… In modo complementare, si verificano molti blocchi nelle città, oltre a manifestazioni spontanee quotidiane.
E dopo il rifiuto delle mozioni di censura, l’illegittimità e la brutalità del potere appaiono ancora più evidenti. Abbiamo visto Elisabeth Borne assaporare la propria vittoria nell’Emiciclo, per poi annunciare che avrebbe portato lei stessa la questione al Consiglio costituzionale. Così, dopo aver rifiutato la piazza e la democrazia sociale, si rende conto (un po’ tardi) che la sua riforma potrebbe non essere conforme… alla Costituzione, che ha servito i suoi interessi e quelli dei suoi amici per quasi 64 anni.
Amplificare lo sciopero
Per vincere, l’unica risposta possibile resta più che mai quella della piazza, di un’intensificazione della mobilitazione, con la costruzione dello sciopero di massa di questo giovedì 23 marzo, ma anche con l’ampliamento dello sciopero a oltranza.
La vera democrazia è nella mobilitazione, rafforzando le assemblee generali e moltiplicando le assemblee popolari. La manifestazione di giovedì deve essere ancora più massiccia di quella precedente, per dimostrare la determinazione popolare a vincere.
Le organizzazioni del movimento operaio e sociale – sindacati, associazioni, partiti – devono contribuire alla costruzione di un’alternativa al sistema e discutere una piattaforma di rivendicazioni da opporre a questo potere: il ritiro della controriforma, ma anche il ritorno della pensione a 60 anni, l’aumento dei salari, la transizione ecologica, i mezzi per l’istruzione e gli ospedali, l’indennità di disoccupazione, il ritiro della legge Darmanin, ecc. Per discuterne occorre moltiplicare gli incontri pubblici e i dibattiti unitari.
Decidere da soli e per noi stessi
L’aspetto totalmente antidemocratico della Quinta Repubblica appare su scala di massa. Chi dovrebbe decidere? Un’assemblea costituente sulle ceneri della Quinta Repubblica è necessaria per scegliere le priorità di un’organizzazione sociale al servizio della maggioranza della popolazione e per far emergere una società libera dal capitalismo: il mondo del lavoro e tutti coloro che fanno funzionare la società devono quindi poter decidere sul suo buon funzionamento e organizzarsi di conseguenza.
L’ampiezza della mobilitazione ha messo in evidenza l’aspra lotta che esiste tra le classi sociali e non si può escludere che la borghesia ricorra a una soluzione autoritaria. Ciò rafforza la necessità di costruire un fronte unito il più ampio possibile su un programma chiaro. Per tutto questo, l’NPA propone che tutte le organizzazioni del movimento operaio e sociale si riuniscano nei prossimi giorni.
Appello del Comitato esecutivo del NPA (Nouveau Parti Anticapitaliste) – 23 marzo 2023
Cari compagni,
da quasi tre mesi la sinistra sociale e politica è unita contro il progetto di riforma delle pensioni proposto da Emmanuel Macron e dal governo. Per quasi tre mesi, in tutto il paese, i lavoratori, i giovani, i pensionati e le donne hanno espresso in modo schiacciante la loro opposizione a questo progetto attraverso petizioni, incontri pubblici, nelle piazze e con scioperi.
Macron è una minoranza nella società nel suo complesso e un’arciminoranza nel mondo del lavoro, ed è in minoranza anche in parlamento. Giovedì scorso, il suo governo ha forzato l’articolo 49.3 della Costituzione per imporre al parlamento il suo piano brutale e ingiusto. L’uso del 49.3 da parte del governo è uno scandalo democratico. Incarna la debolezza della base sociale del potere e il suo corso autoritario.
Il potere di Macron ora si basa solo su due cose: il 49,3 dell’Assemblea Nazionale e la polizia nelle piazze del paese. E il fallimento per pochi voti del voto di censura di questo lunedì all’Assemblea Nazionale conferma questa debolezza. Più che mai, l’esito della lotta attuale risiede nel campo delle mobilitazioni sociali.
Il movimento di rabbia e rifiuto contro la riforma Macron deve essere amplificato, attraverso scioperi, blocchi e manifestazioni di massa con l’obiettivo di mettere in ginocchio questo governo. Inoltre, di fronte a questa violenza sociale e a questa negazione della democrazia, le nostre organizzazioni devono assumersi le proprie responsabilità. La crisi politica è profonda ed è destinata a rafforzarsi, ma non è detto che avrà un esito positivo per il nostro campo sociale.
Tanto più che l’estrema destra, muta di fronte a un potente movimento sociale, è in agguato e prospera sulla disperazione e sull’assenza di un’alternativa al governo macronista. Abbiamo quindi la responsabilità di proporre slogan che consentano un’alternativa: il ritiro della riforma delle pensioni, ma anche della riforma dell’indennità di disoccupazione, il ritorno al pensionamento a 60 anni, l’aumento dei salari, il ritiro della legge Darmanin, una transizione ecologica, risorse per l’istruzione, per gli ospedali, ecc. E, oltre a questo, per contestare la legittimità di Macron e delle istituzioni particolarmente antidemocratiche della Quinta Repubblica.
Poiché il nostro paese è entrato in una grave crisi sociale, democratica e politica, proponiamo a tutte le organizzazioni della sinistra sociale e politica – sindacati, associazioni e collettivi, forze politiche – di riunirsi nei prossimi giorni. La sfida è quella di fare il punto della situazione per valutare insieme, nella massima unità, quali iniziative intraprendere per rafforzare l’attuale mobilitazione e costruire un orizzonte di vittoria.
Traduzione dal francese a cura di https://refrattario.blogspot.com/