Hanno impiccato Mohsen Shekari. Era un ragazzo di 23 anni. Non mi interessa sapere se era anarchico, come Sacco e Vanzetti. O comunista. O liberale. O semplicemente un ragazzo che voleva essere libero. E farla finita con la tirannia dei preti col turbante. Mi auguro solo di vedere questi maledetti ayatollah appesi a testa in giù, in una “Piazza Loreto” di Teheran, il più presto possibile.

Dedicato a te, Mohsen.

Here’s to you, Nicola and Bart
Rest forever here in our hearts
The last and final moment is yours
That agony is your triumph

Questo è per voi, Nicola e Bart

Riposate per sempre nei nostri cuori

L’estremo e finale momento è vostro

Quell’agonia è il vostro trionfo

«Se non fosse stato per queste cose, avrei probabilmente vissuto la mia vita là fuori, parlando agli angoli delle strade con uomini disprezzati. Sarei potuto morire trascurato, sconosciuto, un fallimento. Ora noi non siamo un fallimento. Questa è la nostra carriera e il nostro trionfo. Nella nostra intera vita non avremmo mai potuto sperare di realizzare una simile missione in favore di tolleranza, giustizia e comprensione fra gli esseri umani come adesso stiamo facendo accidentalmente. Le nostre parole – le nostre vite – le nostre pene – non hanno alcuna importanza. Il vero fine delle nostre esistenze – le vite di un buon calzolaio e di un povero pescivendolo – è aver fatto tutto questo! L’ultimo e definitivo istante ci appartiene – una tale agonia è il nostro trionfo!»

Bartolomeo Vanzetti, maggio 1927, tre mesi prima di essere assassinato dallo stato del Massachusetts sulla sedia elettrica.

Vittorio Sergi

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