Un centinaio di persone stasera all’assemblea pubblica in Piazza Rovetta, indetta dal Comitato Contro la Guerra di Brescia. La presenza dell’ex sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, che è intervenuto dopo l’introduzione dello storico militante bresciano anti-guerra, il compagno Luigi Beltrami, non ha catalizzato, come si sperava, una partecipazione di massa. I 4/5 dei presenti erano i soliti “irriducibili” (sia detto con affetto e rispetto), militanti di Potere al Popolo, Sinistra Anticapitalista, Rifondazione Comunista, CS 28 maggio, ecc. In sostanza coloro che animano il comitato stesso, che dal 24 febbraio tenta di organizzare, con alterne fortune, l’opposizione alla guerra inter-imperialista in corso in Ucraina. Complice l’assordante silenzio dei media locali (purtroppo non solo da parte di quelli “borghesi”), che non hanno nemmeno pubblicato il comunicato stampa, o i tempi strettissimi (il tutto si è organizzato in 3 o 4 giorni), oppure l’assuefazione alla guerra che è al centro dell’attenzione mediatica da oltre 100 giorni, ma la “mobilitazione” non ha coinvolto neppure tutta la cosiddetta “sinistra radicale” bresciana, che si è presentata a ranghi ridotti alla scadenza. Dopo l’introduzione di Beltrami, che ha sottolineato la netta contrarietà a TUTTI gli imperialismi ed anche le pesanti responsabilità del nazionalismo ucraino nell’escalation del conflitto (senza dimenticare le frecciate agli pseudopacifisti a corrente alterna, così commossi davanti ai massacri in Ucraina, così “distratti” davanti ai massacri in Iraq, Afghanistan, Yemen, ecc.), ha preso la parola De Magistris che, partendo dal discorso anti-guerra, ha cercato di affrontare il problema politico a tutto campo, parlando della necessità di costruire pazientemente un’alternativa credibile alle politiche filo-capitalistiche comuni a centro-sinistri e a centro-destri, e fornendo esempi concreti di quella che, a suo avviso, è stata la battaglia anti-liberista e di difesa dei beni comuni fatta dalla sua amministrazione nei due mandati consecutivi. Più che un intervento contro la guerra in corso, mi è sembrato, sinceramente, una sorta di discorso in preparazione delle elezioni politiche del prossimo anno. Con molti punti condivisibili, sia chiaro (e con qualche illusione riformista, a mio modesto avviso). Un discorso comunque che sembra essere piaciuto all’assemblea, che sottolineava con frequenti applausi i passaggi “combattivi” che, con foga partenopea, il buon De Magistris sapeva evocare. Il successivo microfono aperto vedeva numerosi interventi (compreso quello di uno sconosciuto “putiniano”) che spesso, più che parlare della guerra, hanno parlato della crisi attuale della sinistra in Italia e della svolta reazionaria e autoritaria incarnata dal governo Draghi. Purtroppo alle 23 l’assemblea è stata chiusa, quando c’erano ancora vari iscritti a parlare, per motivi “di forza maggiore” legati agli impegni dell’ex sindaco di Napoli. In definitiva un’iniziativa riuscita a metà. Ma, come si dice a Brescia “pötost che gnent, l’è mei pötost“.
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