In questo momento nel mondo sono in corso una ventina di guerre (compresa quella tra Russia e Ucraina). Si stima che ci siano circa 200 mila vittime (il 90% civili) annualmente. Tra queste alcune migliaia di ucraini e di russi, aggiuntisi in queste ultime 4 settimane. Per me le vittime delle bombe sono tutte uguali, che siano croati, serbi, bosniaci, albanesi, yemeniti, afghani, iracheni, ucraini, russi, ecc. Per questo mi fa veramente schifo la campagna martellante che da 4 settimane mi sta distruggendo i coglioni su quanto sono cattivi i russi e quanto sono buoni gli ucraini. Fatta da politici, giornalisti e altri cinici servi del potere che non hanno mai mosso un dito (o fatto un articolo) sulle altre 19 guerre che insanguinano il mondo e che ora mostrano tutta la loro riscoperta “umanità” e “commozione”. Se poi sento personaggi (quasi sempre piddini o d’area contigua) che votano per buttare benzina sul fuoco (cioè inviando armi al governo ucraino e aumentando le spese militari) e il giorno dopo citano Pertini e il suo “Si svuotino gli arsenali e si riempiano i granai” non posso trattenere i conati di vomito. Se avessi mai avuto una pur pallida idea di votare ad un eventuale ballottaggio un personaggio “centro-sinistro” per fare diga (che diga!) alla destra….beh, mi è passata completamente la voglia. E lasciamo perdere gli squali del capitalismo che stanno arricchendosi con questa guerra, dai produttori di armi (ovviamente) ai venditori di petrolio, ai venditori di cereali, ecc.

Ma non voglio parlare ora di questi miserabili personaggi. Voglio parlare di un altro tipo di bombardamento (certo, molto meno letale di quello a cui sono sottoposti i cittadini ucraini di Mariupol o russi di Dontesk o Lugansk, mi perdonino queste vere vittime, che meritano tutta la mia solidarietà) a cui sono sottoposto da 4 settimane da gente molto più rispettabile (quasi tutti compagni) per tentare di convincermi ad “arruolarmi” da un lato o dall’altro del fronte di guerra. Solo oggi ho ricevuto una cinquantina di messaggi whatsapp (per fortuna Facebook mi ha sospeso 22 giorni fa per un altro articolo contro i “pacifisti della domenica”) in cui i miei amici filo-russi o filo-ucraini mi hanno messo al corrente delle malefatte degli uni e degli altri. Malefatte probabilmente vere, o comunque verosimili. Ma difficilmente verificabili, in piena guerra. Di fronte alla mia risposta “politically incorrect” (“il migliore lì, ha la rogna”), i più preparati ricorrono ad argomenti ben più seri, tirando fuori pure citazioni di rispettabilissimi rivoluzionari del secolo scorso. Devo confessare che, dopo essermi battuto per oltre mezzo secolo a fianco di vietnamiti, palestinesi, irlandesi, cubani, cileni, baschi, catalani, nicaraguensi, salvadoregni, curdi, ecc. (ho perso il conto) l’età, non più verde, mi ha reso politicamente “tirchio”, vista la netta diminuzione di energie. Nessuna volontà di dare lezioni o spingere in un senso o nell’altro, ci mancherebbe altro. Si tratta di una pura dichiarazione personale di “diserzione” dall’arruolamento, senza implicazioni politiche generali, né suggerimenti. Quelle poche energie che mi restano le voglio usare per solidarizzare con quelli che, almeno un po’, mi assomigliano dal punto di vista, come dire, dei “valori di riferimento”. Se non hanno a cuore i concetti di libertà, uguaglianza e fraternità, beh, possono fare a meno della mia individuale, debolissima solidarietà. Vale per gli amanti delle aquile zariste e della “Grande Madre Russia” come per i seguaci di Bandera o di Petliura (di cui Zelensky appare come una tragicomica imitazione). Andate pure avanti voi, che a me scappa da piangere.

FG

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