Bisogna proprio ammetterlo: abbiamo dei lettori assidui del nostro blog tra il fior fiore del capitalismo bresciano, lombardo e persino nazionale! Dopo la denuncia, vecchia ormai di 5 anni, da parte del signor Bosio, padrone della Motive di Castenedolo (i lettori ricorderanno gli articoli sulla vicenda, non ancora conclusa, visto che stiamo aspettando la sentenza della Cassazione), ora si muove nientepopodimeno che il principale esponente della Confindustria nazionale, il signor Bonomi. Stamattina il nostro compagno Sauro ha ricevuto, come un fulmine a ciel sereno, la notizia, da parte di un avvocato difensore d’ufficio (nominato a sua insaputa, visto che non aveva ricevuto alcunché da parte della magistratura!): il signor Bonomi lo aveva denunciato (quando?) per un articolo (peraltro non scritto da lui, ma riportato dal sito dei compagni di Pungolo Rosso) apparso il 20 aprile del 2020 (in piena polemica per il disastro pandemico in Lombardia), in cui si commentava l’elezione del nuovo presidente di Confindustria, il “duro” Carlo Bonomi. Ora, che i padroni fossero persone suscettibili lo sapevamo. Che pensassero di poter fare tranquillamente i loro affari senza che nessuno osasse criticarli, pure. Ma che si prendessero la briga di denunciare un compagno per aver ripubblicato un articolo su un blog, come il nostro, che arriva ad essere letto a malapena da qualche centinaio di persone (nel caso specifico aveva avuto 80 visualizzazioni durante il 2020 e 1 – dicesi una – durante il 2021!) rasenta veramente il ridicolo. Certo, è indubbio che si sono ormai abituati agli ossequi e agli inchini di tutta la stampa, di (quasi) tutti i politici (sicuramente di tutti quelli che hanno anche solo un briciolo di potere), per cui la loro suscettibilità è ormai a livelli stratosferici. Negli anni ’70, magari, pur essendo, allora come oggi, giornalisti e politici non propriamente critici verso il padronato, il fatto di vedere ogni giorno, o quasi, decine di migliaia di operai con striscioni del tipo “Agnelli e Pirelli, ladri gemelli” (firmati CGIL-CISL-UIL, peraltro) li aveva un po’ portati, diciamo così, a “farci il callo”. Ma quarant’anni, o giù di lì, di marcia trionfale verso la santificazione delle “imprese” ha indebolito sicuramente lo spessore della loro epidermide, ormai più simile alla pelle del culetto di un neonato che al ruvido tessuto che riveste un corpo adulto e vaccinato. Per cui, con uno zelo degno di miglior causa, vanno spulciando tra i siti, i blog, i giornaletti dell’estrema sinistra se ci sia ancora qualche screanzato, qualche ingrato che non apprezza i loro sacrifici per raddrizzare le sorti della patria (rovinate da decenni, se non secoli, di egemonia e potere dei “comunisti”). E, nel colmo dell’indignazione per cotanta “lesa maestà”, scagliano, come un Giove corrucciato, le loro saette “legali” sul malcapitato. Va beh, ce ne faremo una ragione. Sperando che, oltre ai padroni e padroncini vari, siano sempre di più i proletari a leggerci, e magari a condividere le nostre idee. Per rendere la vita, nei nostri modestissimi limiti, sempre più dura a lor signori.

Ned Ludd

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