A molti mesi dalla comparsa del maledetto Covid-19 credo sia possibile (e doveroso) tracciare un bilancio, in termini di contagi e di morti, che cerchi di mettere a confronto i dati, in Europa e nel mondo, con quelli “nostrani” (bresciani, lombardi, italiani). Tutti siamo abituati a vedere in TV o sui giornali i dati sull’evoluzione della pandemia: c’è un piccolo problema, però. Ci vengono forniti, in genere, i dati in termini assoluti, e quasi mai in percentuale (cosa per me poco razionale). Per fare un esempio comprensibile persino al leghista medio, mettere a confronto il numero di contagi e di deceduti del Lussemburgo (poco più di mezzo milione di abitanti) e quelli dell’India (oltre 1,3 miliardi di abitanti) in termini assoluti non ha, ovviamente, alcun senso. Per cui il senso di sollievo provato da molti italiani negli ultimi mesi, vedendo il nostro paese scendere nella “graduatoria europea e mondiale COVID-19” (o, secondo alcuni, “classifica della sfiga”), superato prima da USA, poi dal Brasile, quindi da India, Russia, Regno Unito, Spagna, ecc. va un po’ ridimensionato, se si dà un’occhiata al dato in percentuale. Indubbiamente, anche da questo punto di vista, possiamo “egoisticamente” tirare un sospiro di sollievo per quanto riguarda la diffusione del contagio in rapporto al numero di abitanti (siamo ormai scesi al 41° posto su scala mondiale e al 16° su scala europea). Ma non c’è nulla di rassicurante, invece, per quanto riguarda il tasso di letalità, che vede purtroppo l’Italia ancor oggi AL SECONDO POSTO NEL MONDO, dopo il piccolo Lussemburgo. Certo, è difficile poter fare dei raffronti, visto che non è certa l’omogeneità dei dati (ogni paese pare adotti criteri diversi per definire chi muore da Covid-19). Inoltre, mano a mano che passano i mesi, si assiste ad una lenta discesa (per esempio, a maggio il tasso di letalità italiano era al 14,3%, oggi è al 13,4%). Ma il quadro resta tutt’altro che rassicurante. Per evitare confronti privi di senso, è necessario che i dati si riferiscano a realtà simili, in termini di piramidi d’età (la suddivisione della popolazione in base all’età anagrafica) e di struttura socio-sanitaria. Infatti è risaputo che il COVID-19 è molto più letale tra gli anziani (in particolare tra gli ultra settantacinquenni), mentre è quasi “innocuo” tra i bambini e i giovanissimi. Per cui un paese (come la maggior parte dei paesi africani e medio-orientali) in cui la metà degli abitanti ha meno di 20 anni avrà probabilmente, al di là del tasso di contagi, una letalità piuttosto bassa, anche in presenza di strutture sanitarie carenti. Per questo ho preparato una graduatoria di letalità riferita a paesi con piramidi di età più o meno simili a quella italiana (Europa, Nordamerica, Australia, Nuova Zelanda, Giappone e Corea del Sud). E, come si può agevolmente vedere, c’è poco da stare allegri. Ecco i dati.
Paese tasso di letalità persone non contagiate per ogni contagiato
Lussemburgo 15,6% 73 Italia 13,4% 230 Regno Unito 12,5% 197 Belgio 11,8% 135 Francia 11,8% 257 Ungheria 11,4% 1828 Paesi Bassi 9,1% 247 Canada 7,2% 286 Spagna 6,8% 108 Svezia 6,7% 113 Irlanda 6,3% 166 Svizzera 4,9% 203 Slovenia 4,8% 749 Finlandia 4,2% 684 Macedonia 4,2% 148 Romania 4,2% 238 Germania 3,9% 342 Danimarca 3,8% 343 Bulgaria 3,7% 450 Portogallo 3,2% 182 Polonia 3,1% 587 Bosnia-Erzeg. 3,1% 186 Lituania 3,1% 1046 USA 3,1% 54 Albania 2,9% 318 Austria 2,8% 330 Estonia 2,8% 566 Moldavia 2,8% 100 Grecia 2,7% 1131 Norvegia 2,5% 495 Serbia 2,3% 232 Australia 2,3% 953 Ucraina 2,1% 371 Croazia 1,9% 456 Giappone 1,9% 1934 Repubblica Ceca 1,8% 456 Russia 1,7% 148 Corea del Sud 1,7% 2683 Nuova Zelanda 1,3% 2738 Bielorussia 0,9% 133 Slovacchia 0,9% 1496
Se dovessimo considerare anche la Lombardia in questa classifica, la troveremmo al primo posto per letalità (al 17%), con un numero di 101 persone per ogni contagiato. E la provincia di Brescia starebbe ancora più in alto, con quasi il 20% e 77 persone rispettivamente. Chiaro che c’è qualcosa che non quadra. Se i dati dei primi cinque o sei paesi, tutti superiori al 10% di letalità, sembrano congrui, mano a mano che si scende nella graduatoria i dati sembrano sempre meno comparabili. Prendiamo gli USA, che sappiamo essere ridotti male dal punto di vista socio-sanitario (quasi da terzo mondo, in termini medi). Pur avendo una diffusione del contagio più che quadrupla dell’Italia (in percentuale), avrebbero una letalità di poco più di un quinto della nostra. Anche tenuto conto della relativa minor anzianità della popolazione USA, il dato sembra poco attendibile. Ho poi aggiunto una seconda graduatoria, tra alcuni dei principali paesi cosiddetti “emergenti” (o dell’ex Terzo Mondo, o a capitalismo “arretrato”). E il dato, escludendo l’Estremo Oriente, appare preoccupante, tenuto conto, appunto, della giovane età della maggior parte della popolazione. Restano i dubbi, ancor più grandi rispetto ai paesi a capitalismo “maturo”, sull’affidabilità dei dati. Un paese come il Qatar, solo per fare un esempio, che attualmente è il paese più contagiato del mondo (solo 20 abitanti “sani” ogni contagiato, 11 volte più che in Italia) dichiara una letalità inferiore allo 0,1%! Si stenta a crederci, ovviamente.
Paese tasso di letalità persone non contagiate per ogni contagiato
Messico 10,8% 222 Iran 5,7% 223 Egitto 5,5% 990 Cina 5,4% 16219 Perù 4,6% 51 Indonesia 4,3% 1603 Colombia 3,2% 84 Brasile 3,2% 55 Turchia 2,4% 298 Sudafrica 2,2% 90 Argentina 2,1% 115 Pakistan 2,1% 656 Nigeria 1,9% 3488 India 1,8% 391 Filippine 1,6% 503 Bangladesh 1,4% 535 Arabia Saudita 1,2% 90
Come si può agevolmente arguire da questi semplici dati, l’incidenza relativamente alta in paesi a popolazione giovane (quasi tutti, escludendo la Cina, il Messico e l’Argentina) lascia intravedere i “buchi” nella struttura sanitaria che tutti conosciamo. Sia detto per inciso, questi dati fanno crescere i dubbi sull’atteggiamento delle nostre autorità politico-sanitarie rispetto ai controlli su persone provenienti da paesi a basso contagio e bassa letalità (come Grecia o Croazia), mentre sembra siano ignorati paesi molto più “pericolosi” come Regno Unito o Francia. Qualcuno saprà fornire una spiegazione plausibile?
Flavio Guidi