La guerra in atto tra il blocco USA-NATO-UE e Federazione Russa nel territorio ucraino conosce una
continua escalation dagli esiti imprevedibili. Sul campo, centinaia di migliaia di soldati combattono un
I governi del blocco imperialista euro-atlantico spingono furiosamente perché il massacro prosegua e si
allarghi “fino all’ultimo ucraino”, inviando ingenti quantità di aiuti militari in ogni forma – fino alla fornitura
di proiettili all’uranio e alla riaffermazione della dottrina dello “strike first” rispetto all’impiego dell’arsenale
atomico statunitense. La propaganda di guerra di Putin e del governo russo non sono da meno, ed
esprimono la chiara volontà di proseguire la guerra fino al raggiungimento dei propri obiettivi, alla base
della decisione strategicamente ponderata di garantire in questo modo gli interessi della propria borghesia.
Lo scontro bellico in atto in Ucraina appare sempre più come un momento di svolta epocale, in cui la
competizione inter-imperialista per il controllo di risorse, infrastrutture e tratte commerciali, mercati e
territori strategici scende sul piano militare su una scala enorme, con il confronto a tutto campo tra il
tentativo degli USA di mantenere la propria posizione apicale e la volontà da parte di un nuovo blocco in
formazione attorno a Cina e Russia di affermare un nuovo assetto internazionale.
È, al tempo stesso, una guerra con pesanti ricadute anche sui lavoratori dei paesi che, per ora, non hanno
proprie truppe massicciamente sul campo. È partita una frenetica corsa mondiale al riarmo con giganteschi
piani di spese militari, con cui tutti i paesi cercano di farsi trovare più pronti possibile ad ogni evenienza in
un contesto di rapida dislocazione di forze tra i blocchi imperialisti e dentro di essi.
Il passaggio ad un nuovo ordine mondiale “multipolare” non sarà in alcun modo pacifico ed indolore. Chi lo
sostiene, esprime una posizione opposta agli interessi del proletariato e delle masse oppresse di tutto il
globo: un mondo “multipolare”, costituito strutturalmente da campi imperialisti in accesa e costante
competizione tra loro, produrrà una tendenza alla guerra sempre più acuta, e un peggioramento globale
delle condizioni di vita e di lavoro della classe lavoratrice.
L’Italia, l’imperialismo italiano, è parte integrante e attiva di questo processo di scontro inter-capitalistico
mondiale. La dinamica guerra-propaganda di guerra-economia di guerra va sempre più di pari passo con
Contro l’imperialismo di casa nostra, e per rilanciare il protagonismo del proletariato e della classe
lavoratrice dentro questo scenario globale, dobbiamo riprendere la lotta. La recente accensione di
imponenti movimenti di scioperi e manifestazioni sindacali in Francia, Gran Bretagna e Grecia sono segnali
di risveglio molto significativi. Dopo l’importante discussione promossa dal convegno contro la guerra del
16 ottobre a Roma, in cui abbiamo chiarito e denunciato la natura imperialista della guerra in Ucraina, e la
manifestazione contro il governo Meloni, contro la NATO e l’UE del 3 dicembre dove abbiamo dato gambe
alle posizioni di classe ed internazionaliste contro la guerra, è venuto il momento di rilanciare con forza
l’iniziativa contro la guerra imperialista in Ucraina e la tendenza ad un nuovo massacro mondiale.