Ieri 19 gennaio ci sono stati due grandi avvenimenti di grande rilievo politico e sociale. I principali giornali online o non danno la notizia o la danno in modo “divertente”?
Partiamo dal vicino in tutti i sensi. L’enorme sciopero e mobilitazione di piazza che vi è stata in Francia contro la riforma delle pensioni (una Fornero moderata) e il carovita. (Richiesta di aumenti generalizzati dei salari e pensioni). Vi sono stati fin dalla mattina picchetti e blocchi stradali, e nel pomeriggio scontri con la polizia di un certo rilievo, arresti botte e gasature…
Le manifestazioni sono state enormi: secondo il ministero degli interni 1.120.000 manifestanti oltre 3 milioni secondo gli organizzatori. Per la prima volta da moltissimi anni tutti i sindacati e moltissime associazioni uniti nella convocazione dello sciopero e delle manifestazioni, e hanno dichiarato che questo è solo l’inizio se il governo non ritira il provvedimento e non si aprono serie trattative.
Dei tre principali quotidiani online solo Il Fatto quotidiano ne da notizia, o meglio ha pubblicato un articolo molto all’interno il 18, poi più nulla. Gli altri Repubblica e il Corriere della sera nulla. Il fatto non sussiste, certo perchè devono averlo preso come un reato, una concreta minaccia ai loro referenti economici, sindacali e politici.
E veniamo alla cosa veramente difficile per questi giornali e i loro giornalisti: la crisi in Perù. Certo è un paese lontano di soli 35 milioni di abitanti, non è il Brasile e soprattutto ciò che sta accadendo non si inquadra negli schemi comodi.
Ieri c’è stato il culmine di una mobilitazione che dura da un mese e mezzo, (dalla destituzione e arresto del presidente della repubblica regolarmente eletto, che aveva sciolto il parlamento e indetto nuove elezioni, cosa che la costituzione peruviana prevede).
La manifestazione nazionale a Lima ha visto centinaia di migliaia di persone chiedere lo scioglimento del parlamento corrotto, le dimissioni della presidente non eletta e elezioni subito. Le cifre di questa manifestazione sono, secondo le televisioni incalcolabili, visto che si dispiegavano per chilometri in molti viali, piazze della enorme città di Lima. Il capo della polizia ha dato 1500, (millecinquecento) manifestanti e la presidente pochi gruppi di terroristi. (Il ministero degli interni il 18 aveva dichiarato che già 150.000 persone erano entrate in Lima per partecipare alla marcia del 19)
Scontri ci sono stati già da prima che partisse la manifestazione centrale alle 17 locali, con molte manifestazioni che si muovevano per il centro. La polizia ha cercato di limitare con cariche e soprattutto lancio di lacrimogeni di ogni tipo i movimenti del manifestanti. La situazione è degenerata nel caos in tutto il centro quando la polizia ha caricato e gasato la testa ufficiale del corteo che cercava di andare verso il parlamento. Cariche generalizzate in tutto il centro, ma anche nelle zone adiacenti con caccia ai gruppi di manifestanti. Il culmine alle 20 con l’incendio di un grande palazzo storico nel pieno centro della città. Subito le televisioni, la polizia, e il governo hanno denunciato l’atto di terrorismo dei manifestanti. Peccato che poche decine di minuti dopo, mentre i pompieri ancora cercavano di spegnere il grande incendio visibile anche da lontano, sia i vicini, poi lo stesso proprietario che era sul tetto a seguire dei lavori hanno dichiarato che l’incendio è stato appiccato dalle granate lacrimogene a grappolo lanciate sul tetto dove vi era materiale infiammabile che subito ha preso fuoco.
Nel contempo manifestazioni di grandi dimensioni si svolgevano in tutte le città del Perù con scontri gravi (il bilancio dei feriti e dei morti della giornata non è ancora fatto) blocco di tutte le principali arterie stradali, e di tre aereoporti.
Di tutto ciò non parlano nè il Corriere nè Il Fatto quotidiano. Repubblica lo fa con un curioso e un po’ ridicolo articolo, chiaramente frutto di collage, in cui mette insieme le versioni del governo e dell’opposizione, con toni e linguaggi completamente diversi, senza dare spiegazioni. Peraltro non da la notizia dell’incendio che invece su tutti i media latinoamericani è al centro della polemica per la valenza simbolica del fatto e del suo utilizzo. Forse l’estensore dell’articolo questa mattina non sapeva come trattarlo, visto lo scontro incandescente che c’è intorno a questo episodio.
Questi modo di “censurare” dei Mass Media è oggi ridicolo, visti mezzi multimediali che in tempo reale possono dare tantissime informazioni. Dobbiamo usarli sempre meglio.
Beh, il 90% dei giornalisti si sa di che stoffa è fatto: lacchè, ruffiani, superficiali e ignoranti. D’altra parte tutti sanno quanto conta il Quarto potere per imbonire ed indottrinare le masse. Non si può certo permettere che la casta dei giornalisti venga infestata da gente seria, preparata e che sa pensare da sola!
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