Anche le elezioni toscane hanno dato il risultato previsto. Come già nelle Marche e in Calabria il teatrino elettorale è sempre più sgangherato. Ormai oltre la metà degli elettori non si presenta neanche più a ritirare la scheda, alla faccia del “suffragio universale”. Ovviamente la cosa non preoccupa per nulla lor signori: fino agli anni ’80 del XIX secolo in Italia votava circa l’1% della popolazione (anche allora circa la metà degli “aventi diritto”, cioè i maschi adulti ricchi) eppure la borghesia dormiva sonni (quasi) tranquilli. Anzi, è proprio quando a votare ci vanno quasi tutti (come durante la cosiddetta “prima repubblica”) che hanno qualche motivo di preoccupazione (senza esagerare, neh, ché dove non arriva la “convinzione”, c’è sempre il bastone). Lo “svuotamento” della “democrazia” impensierisce soprattutto una certa parte dell’opinione pubblica “progressista”, quella che si illude ancora che sia possibile cambiare le cose a suon di schede elettorali. Appare persino divertente leggere i vari giornalisti fingere di stupirsi e preoccuparsi. Ma come, vi abbiamo preparato il succulento piatto “decisionista”, siete voi a mettere la X sul nome del futuro presidente di regione (il ruffianismo pennivendolistico lo chiama spesso “governatore”, un omaggio neppur velato alla “democrazia borghese” meno democratica del mondo, quella USA), vi abbiamo raccontato in tutte le salse che col maggioritario, con l’elezione “diretta”, con vattelapesca finalmente decidevate voi….e ora, ingrati, così ripagate i corifei della “democrazia”? E, al di là della “vittoria” dell’uno o dell’altro schieramento preconfezionato, che non pare così interessante dal punto di vista dell’analisi degli umori profondi dell’elettorato (quindi di neanche mezza società), è lo stesso dato dei partiti politici che sembra stagnare. A destra si conferma l’ormai quasi quinquennale travaso di voti dalla Lega a Fratelli d’Italia (che seguiva quello precedente da Forza Italia alla Lega, che a sua volta seguiva quello da DC, PLI, PRI, PSDI, PSI, ecc. verso Forza Italia e così via per omnia saecula saeculorum). In definitiva, però, la destra mantiene più o meno le sue posizioni, dal 40% circa nelle regioni ex rosse al 55/60% nelle regioni bianche (con il Veneto, storica Vandea d’Italia, a percentuali ancora più alte), nonostante la spregevole politica interna ed internazionale. Un italiano su 5 o 6 (regioni “rosse”) o su 3 o 4 (regioni bianche) vota a destra appena può (salvo “terremoti” post bellici, come nel 1919 o nel 1946, e parzialmente nel 1975-76). Cifre analoghe per lo schieramento di centro-sinistra, che vede in genere sia il PD che AVS recuperare a spese del M5S (salvo sorprese alle elezioni “politiche”), con i cespuglietti più o meno riottosi (dai Gianni e Pinotto di Azione e Italia Viva ai più “seri”, ma non meno tristanzuoli, di Più Europa) a far da contorno, pur continuando a raccontarsi di quanto sono importanti e “decisivi”. La relativa novità è che la sinistra, almeno in Toscana, non è andata poi così male: oltre 72 mila voti (5,2%) alla candidata di Toscana Rossa (PRC, PaP e Possibile), anche se, coi 57 mila voti (4,5%) andati alla lista, non potrà entrare in consiglio regionale (il che la dice lunga sulla democraticità e “rappresentatività” della democrazia borghese in salsa toscana). Entreranno invece partiti più piccoli, come la Lega o il M5S, “premiati” dalla legge elettorale per essere entrati in una delle due scuderie allineate. Un dato non certo eclatante, ma che ci riporta a numeri significativi, lontani dai dati striminziti degli ultimi anni. Anche perché in molte zone operaie e popolari il dato è stato quasi paragonabile ai tempi migliori di Rifondazione Comunista (persino sopra il 10%). Ecco comunque i dati della Toscana.
| partito | Voti 25 x1000 | %25 | Voti 22 x1000 | %22 | Voti 20 x1000 | %20 |
| PD | 437 | 34,4 | 491 | 26,1 | 563 | 34,7 |
| AVS | 89 | 7,0 | 96 | 5,1 | 75 | 4,6 |
| IV+EUR | 112 | 8,9 | *231 | 12,3 | 73 | 4,5 |
| Altri CSX | 0 | 0 | 10 | 0,5 | 53 | 3,3 |
| M5S | 55 | 4,3 | 209 | 11,1 | 114 | 7,0 |
| CSX | 693 | 54,6 | 806 | 55,1 | 878 | 54,1 |
| FdI | 340 | 26,8 | 487 | 25,9 | 219 | 14,0 |
| FI | 78 | 6,2 | 105 | 5,6 | 69 | 4,3 |
| Lega | 56 | 4,4 | 123 | 6,6 | 354 | 21,8 |
| Altri DX | 45 | 3,5 | 58 | 2,9 | 24 | 1,5 |
| DX | 519 | 40,9 | 773 | 41,0 | 666 | 41,6 |
| Sinistra** | 57 | 4,5 | 42 | 2,2 | 62 | 3,8 |
*Nel ’22 compresa Azione
**Esclusi i rossobruni del PC di Rizzo (2020) e di Italia Sovrana e Popolare (2022).
FG
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