L’editoriale de L’Anticapitaliste, il settimanale dei nostri compagni del NPA, distribuito nelle manifestazioni in Francia contro la riforma della previdenza progettatata da Macron
Dopo il 2019 e la sua riforma presumibilmente in nome dell’equità, il governo torna questa volta ai più classici discorsi minacciosi e colpevolizzanti: una riforma necessaria in nome del deficit. Ma, contrariamente a quanto sostiene Macron, ci sono modi per trovare i fondi per finanziare i servizi essenziali, soprattutto quelli pubblici, tassando i più ricchi e le aziende più grandi. In realtà, si tratta di scelte politiche e, soprattutto, sociali: per Macron e i suoi seguaci, i regali devono andare ai ricchi, i loro profitti vengono prima delle nostre vite. Dobbiamo affermare esattamente il contrario e rifiutarci di pagare per le loro crisi!
Come la recente controriforma dell’assicurazione contro la disoccupazione, ma anche il disegno di legge Darmanin sull’immigrazione (con visti sempre più restrittivi e legati ai “posti di lavoro in tensione”*), la controriforma delle pensioni rientra in una logica globale: si tratta di imporre alla maggioranza della popolazione di essere a disposizione delle imprese, sotto la pressione del “mercato”. È la stessa logica che si applica al rifiuto di aumentare i salari nonostante l’inflazione o all’estensione dell’orario di lavoro in molti settori. I capitalisti vogliono che paghiamo la crisi economica per mantenere e addirittura aumentare i loro profitti!
Le nostre vite prima dei loro profitti!
Se Macron e compagnia avessero la loro strada, l’economia capitalista e le sue crisi schiaccerebbero ancora di più le nostre vite, costringendoci ad accettare qualsiasi lavoro, per qualsiasi salario, con pensioni miserabili. Si tratta di rafforzare la monopolizzazione della ricchezza da parte di pochi, a spese di chi la produce, in condizioni sempre più difficili e precarie.
Lottare contro questa controriforma delle pensioni significa lottare contro Macron e il suo mondo. Questo nuovo attacco può quindi servire da innesco per veicolare tutta la nostra rabbia: prezzi che stanno esplodendo, salari e redditi troppo bassi, condizioni di lavoro che stanno peggiorando, servizi pubblici che si stanno rompendo (a cominciare dalla sanità)…

Scioperi, blocchi, Macron fuori!
Le giornate di manifestazioni, scioperi e mobilitazioni intersindacali sono fondamentali. Per vincere, dovremo costruire un movimento complessivo che combini diverse forme di mobilitazione: nei luoghi di lavoro e nelle scuole, nei quartieri, tra i giovani… Moltiplicare gli spazi di incontro per costruire questo movimento, organizzarci in assemblee generali, coordinarci per costruire uno sciopero che possa essere rinnovato nel tempo e manifestazioni di massa per bloccare il paese. Questo è l’unico modo per vincere, per sbarazzarsi di questa riforma e di questo governo che serve i più ricchi.
Per questo è necessario organizzare la risposta dal basso, nella massima unità possibile del mondo del lavoro, di tutte le classi lavoratrici e dei giovani e delle loro organizzazioni. Unità e cooperazione per affrontare anche la repressione dello Stato a tutela dei ricchi e dei potenti.
Un altro mondo ecosocialista è possibile
Due modelli di società si stanno confrontando e nessun compromesso è possibile con coloro che hanno come unica preoccupazione quella di garantire la sopravvivenza di un sistema in crisi, anche a costo di schiacciare l’umanità e il pianeta. In un momento in cui imperversa la crisi climatica causata da questo sistema produttivista e in cui siamo schiacciati dall’inflazione (soprattutto sui prodotti di base e sull’energia), i capitalisti distribuiscono 80 miliardi di dividendi agli azionisti del CAC 40…
Contro di loro, difendiamo una rottura con questo sistema. Per una società in cui si lavora meno per lavorare tutti, e in cui si produce meglio, in base alle esigenze e nel rispetto del pianeta. Per porre fine al capitalismo, dobbiamo prendere in mano i nostri affari e organizzarci per decidere come riorganizzare la società.
D’ora in poi, è necessario costruire lo strumento politico di una sinistra combattiva che sia fedele agli oppressi e agli sfruttati tanto quanto Macron lo è ai capitalisti e ai padroni: un partito per la trasformazione rivoluzionaria della società, una forza che contribuisca al rovesciamento del capitalismo, verso una società ecosocialista. Organizzarsi ora perché le nostre vite valgono più dei loro profitti.
*con l’espressione «métiers en tension» si intende, come da noi, i lavori che i francesi non vogliono più fare, badanti, braccianti ecc… comunque precari e sottopagati