di Daniel Caicedo Librai

Colombia: una grande esplosione di giubilo popolare

Domenica 19 giugno, Gustavo Petro è stato eletto presidente della Repubblica al secondo turno delle elezioni presidenziali. La Colombia ha una popolazione di 50 milioni di persone e delle quali poco più di 39 milioni hanno il diritto di voto. Petro ha ottenuto 11.281.001 voti e il candidato della coalizione di destra Rodolfo Hernández, 10.580.412 portando la partecipazione al voto al 58% dei potenziali elettori, una delle cifre più alte nella storia elettorale del paese. Petro ha vinto, aumentando di 2,7 milioni di voti rispetto a quelli ottenuti al primo turno(8.527.768), di cui 1.000.000 nelle città, la metà a Bogotà, e il resto principalmente sulle coste sia del Pacifico che dei Caraibi. Nelle zone più depresse e abbandonate del paese ha vinto il Patto Storico, movimento guidato da Gustavo Petro. Allo stesso modo, nelle città hanno votato i quartieri poveri e della classe media. A Cali, la città in cui l’”esplosione sociale” dell’anno scorso ha avuto il maggior impatto, l’impronta della ribellione è apparsa nelle votazioni, come nei comuni che hanno sperimentato i maggiori livelli di scontro e lo spiegamento impunito del terrore di Stato costato decine di morti.

I risultati elettorali per dipartimento confermano una mappa socio territoriale che si ripete dal plebiscito del 2016, che include disuguaglianze di reddito. Infatti, nei dipartimenti in cui il “Patto storico” [Coalizione politica di sinistra composta da partiti e movimenti politici progressisti N.d.T.] ha vinto, che raccolgono una fascia di popolazione del 40,37% del totale nazionale e una quota del PIL del 29,04%, la percentuale del voto è stata del 66,35% contro il 31, 88% mentre nei dipartimenti in cui Rodolfo Hernández ha vinto con una popolazione del 44,27% del totale nazionale e con una quota del PIL del 44. 91% il voto è stato del 62,19% a favore e del 35,51% contro.

Appena conosciuto il risultato elettorale, è esploso il giubilo popolare. Migliaia di persone si sono riversate nelle strade e nelle piazze di tutte le città per celebrare la vittoria, mentre i video delle popolazioni circolavano nei luoghi più remoti del paese condividendo la stessa euforia per il riuscito “cambiamento storico”. A partire dalla serata, nella Movistar Arena, una sala di spettacoli situata nel nord-ovest di Bogotà, migliaia di elettori e membri del “Patto Storico” si sono concentrati per applaudire la presenza sul palco di Gustavo Petro e Francia Marquez.

Il protagonismo di Francia Marquez deve essere sottolineato. È la prima donna afro-discendente a ricoprire questo incarico ed è stato il fenomeno elettorale della “consultazione inter partitica” svoltasi il 13 marzo con un voto vicino agli 800.000 suffragi, la terza di una lunga lista di candidati che si sono presentati in quell’occasione. Proviene dai territori costieri del Pacifico dove l’estrattivismo minerario provoca ricorrenti spostamenti delle comunità. Quel voto ha espresso il rifiuto di settori popolari del patriarcato e del razzismo e ha reso possibile l’emergenza nella vita pubblica delle cosiddette “minoranze etniche” in un paese in cui la tradizione dell’”ethos” coloniale ha destinato l’”esercizio governativo” a una cerchia ristretta di uomini bianchi e di alti strati che condividono anche legami familiari (“Repubblica oligarchica”, arrivò a caratterizzarla un noto storico del XX secolo).

Nel mezzo del discorso di Petro è apparsa sul palco la madre di Dilan Cruz, un adolescente di 18 anni, che è stato ucciso nel centro di Bogotà durante le mobilitazioni di novembre 2019 da uno dei membri dell’ESMAD (Squadre Mobili Antisommossa) della Polizia Nazionale, omicidio ancora impunito. Ha alzato il ritratto di suo figlio e ha preso il microfono chiedendo giustizia per lui e per tutte le vittime del terrore di Stato. Un riconoscimento di tanto dolore accumulato dai familiari delle vittime durante decenni di omicidi, torture e sparizioni che continuano senza che compaiano i volti dei responsabili. Infine, era la conferma, sia in quell’auditorium che nelle strade, che l’indignazione di fronte all’”attuale stato delle cose” aveva preso la forma di un trionfo politico, di indignazione di fronte all’aumento della povertà, alla disoccupazione di milioni di giovani e donne senza un futuro certo e che hanno partecipato alla recente “esplosione sociale” affrontando il terrore di Stato e una repressione dilagante, ai familiari dei morti per la pandemia di Covid-19 che hanno constatato l’indolenza di un governo che li ha abbandonati a se stessi mentre consegnava il denaro pubblico a titolo gratuito ai gruppi finanziari.

Nel frattempo gli analisti politici e i giornalisti dei media internazionali hanno rilevato l’impatto dell’arrivo di un “progressista” alla Presidenza di un paese le cui elitè sono state succube verso gli Stati Uniti, concedendogli l’istallazione di basi militari sul territorio e accettando l’ingerenza militare diretta durante l’esecuzione del Plan Colombia, per citare i casi più recenti, ma la cui abietta diplomazia può essere fatta risalire all’inizio del XX secolo con la consegna di Panama.

Un progetto di politica economica per “rassicurare i mercati”

Su quella stessa pedana, Petro ha annunciato i propositi centrali del suo governo ben lontani da questo sentimento popolare. Il primo di questi, ha affermato, è quello di “sviluppare il capitalismo”, perché significa lo sviluppo delle forze produttive e rende possibile porre fine ai “residui feudali” che sopravvivono nella nostra geografia disuguale. La maggioranza della sinistra colombiana ha fatto propria questa tesi che proviene dalla politica estera dell’ex Unione Sovietica negli anni ‘1930, che ha accompagnato l’ascesa dei partiti comunisti in America Latina. Petro proviene da un’altra tradizione, quella dell’M-19, una guerriglia urbana di orientamento nazionalista.

Questa tesi mette da parte la crisi storica del capitalismo – sintetizzata nella combinazione contemporanea di crisi economica, alimentare, ambientale – e la prognosi riservata di fronte al futuro della specie umana prodotte da un tipo di accumulo della ricchezza la cui concentrazione distrugge la natura.

Mette da parte anche l’attuale crisi del capitalismo espressa non solo nella concentrazione della ricchezza, ma anche nella sofferenza di milioni di esseri umani condannati alla fame e alla disoccupazione nella precarizzazione del lavoro per citare esempi rilevanti delle sue conseguenze.

Allo stesso modo, non riconosce le difficoltà che la forma di accumulazione di capitale nel periodo neoliberale ha prodotto, tra cui un’espansione insolita di capitale fittizio, e che l’economia internazionale si sta avviando verso una delle peggiori crisi della storia.

Non riconosce inoltre l’attuale divisione internazionale del lavoro che, organizzata dalle imprese transnazionali attraverso catene di produzione di valore e di fornitura, permette loro di controllare la maggior parte degli investimenti e della distribuzione della ricchezza al punto che nell’attuale contesto del commercio internazionale la maggior parte degli scambi si realizza tra queste imprese.

Tale “capitalismo nazionale” risulta quindi impossibile [1].

In un’intervista che Petro ha dato a pochi giorni dal suo trionfo elettorale alla rivista Cambio [2] ha ulteriormente precisato questa caratterizzazione con argomenti già sufficientemente noti presentando il capitalismo come il “grande innesco delle forze produttive di una società” come se questo sviluppo, date le esigenze dell’accumulazione capitalistica, non avesse prodotto una distruzione brutale della natura che minaccia la sussistenza stessa della specie umana. Ha anche promesso lo sviluppo di “un capitalismo democratico, regolamentato, nel rispetto dell’ambiente e della dignità lavorativa umana”, come se un paese periferico potesse trasgredire la deregolamentazione finanziaria, il sostegno ai profitti dei gruppi transnazionali a partire dagli anni ’80, e come se i salari potessero essere programmati al di fuori delle esigenze del tasso di profitto degli investitori.

Va aggiunto che le opzioni economiche del presidente eletto includono l’accettazione delle istituzioni neoliberali. Il primo elemento che conferma questa caratterizzazione è il riconoscimento alla Costituzione del 1991, nella cui redazione l’M-19, già reinserito, ha svolto un ruolo di primo piano. Come “carta di navigazione” del suo progetto politico, su cui insiste la Costituzione, ha ufficializzato la il sistema normativo neoliberale nel paese su temi chiave come l’internazionalizzazione dell’”economia di mercato”, la privatizzazione dei servizi pubblici, l’inclusione della sanità e dell’istruzione nel catalogo dei “servizi transnazionali”, il consolidamento di una tecnocrazia associata alla tecnocrazia internazionale che definisce i piani di sviluppo e la politica fiscale nonché le garanzie di pagamento ai portatori di portafogli d’azioni. Inoltre, questa costituzione non è solo neoliberale: è monetarista. Ha ufficializzato un tasso della Banca centrale in linea con la deregolamentazione finanziaria, la cui funzione principale è quella di garantire bassi livelli di inflazione, il che ha comportato attualmente gravi conseguenze. In effetti, l’inflazione generalizzata che oggi colpisce l’economia mondiale ha costretto le banche centrali, coordinate dalla Banca internazionale per i pagamenti (BIS), a virare, contrariamente a quanto fatto negli ultimi anni, verso una politica restrittiva espressa nell’aumento nei tassi di interesse.. In Colombia, la Banca della Repubblica ha appena innalzato il tasso di interesse di riferimento al 7,5% il più alto nella storia di questa entità [3].

In un paese con alti tassi di disoccupazione, informalità e povertà e con un’inflazione dei prezzi alimentari superiore al 20%, questa politica di contrazione della domanda acuirà il deterioramento delle condizioni di vita della popolazione. Inoltre, il problema non si riduce al piano interno, in quanto l’aumento dei tassi di interesse da parte della FED negli Stati Uniti ha accelerato la fuga di capitali, portando ad un rincaro del dollaro e a maggiori difficoltà all’indebitamento estero che nel marzo di quest’anno ha raggiunto US$101,557 milioni, con una crescita annua del 14%, e maggiori difficoltà nel commercio internazionale.

Inoltre, Petro ha accettato le richieste del Fondo Monetario Internazionale per questo periodo. In un’intervista pubblicata dal quotidiano El Tiempo il 14 maggio, ha riconosciuto di essersi impegnato con tale istituto di credito “a ridurre il deficit fiscale” [4]. Questa dichiarazione ha dei precedenti e rinvia a richieste che non si limitano solo alla riduzione del deficit fiscale, che attualmente ammonta al 6,8% del PIL, (in cui è rilevante l’aumento del debito pubblico dal 36 % al 57 % del PIL tra gennaio 2019 e lo stesso mese del 2022), ma anche a preservare le politiche economiche fondamentali.

Infatti, pochi giorni prima della dichiarazione dell’allora candidato, il capo della missione di tale organismo per la Colombia, Hamid Faruqee, ha riconosciuto di aver approvato “un nuovo accordo di due anni con la Colombia nel quadro del programma denominato Flexible Credit Line (LCF) per 9,8 miliardi di dollari”, in quanto tutti i candidati che si sono presentati al primo turno hanno concordato “impegni politici per una politica di continuità, per mantenere solidi i quadri politici” [5].

La LCF è un programma di finanziamento dell’FMI creato dopo la crisi finanziaria del 2008. Il suo scopo è quello di facilitare l’accesso alle risorse di tale organismo ai paesi che ritiene abbiano il supporto normativo e orientamenti macroeconomici stabili. In linea di principio, gli stanziamenti del programma non sono accompagnati da richieste di “riforme strutturali”, ma comprendono la sorveglianza delle politiche economiche che non mettano a rischio le risorse del Fondo.

Nel settembre 2020 l’attuale governo ha richiesto un importo di 17,2 miliardi di dollari all’interno delle linee guida della LCF, chiedendo un anticipo di 5,3 miliardi di dollari. “Nel quadro del programma del FMI, la Colombia si è impegnata in un ambizioso programma di aggiustamento fiscale nei prossimi anni. Tra il 2021 e il 2023 il paese dovrà raggiungere una combinazione di aumenti delle entrate e tagli della spesa pari al 7,4% del prodotto interno lordo (PIL). Se esistesse un “Campionato mondiale dell’Austerità post-Covid-19″, il paese avrebbe un posto d’onore a livello globale. Gli obiettivi di bilancio collocano la Colombia al quinto posto dei programmi di aggiustamento fiscale tra gli 81 paesi che hanno ricevuto prestiti dal FMI nel 2020…” [6].

Fu sulla base di questo compromesso che nell’aprile 2021 l’allora ministro delle Finanze, Alberto Carrasquilla, ha presentato al Congresso una proposta di riforma fiscale che mirava a raccogliere 26 trilioni di dollari (2,5% del PIL), mantenendo il pregiudizio “pro ricchi”, e che si ripercuoteva massicciamente sugli strati medio-bassi della popolazione, creando le condizioni dell’esplosione sociale che impedì l’adozione legislativa della proposta e portò  alla dimissione del ministro Carasquilla. Allo stesso tempo, due delle agenzie di rating che operano nel paese, Fitch Ratings e Standard & Poor’s Global Ratings, hanno degradato la nota della Colombia in materia di investimento.

Quindi, il governo Duque, ha imposto una riforma fiscale meno ambiziosa $15 trilioni (1,5% del PIL) e si è impegnato a differire l’importo del debito insolvente nel periodo 2022-2025 che è stato stabilito come regola fiscale (obbligatoria) in una nuova legge sul budget. Mauricio Cárdenas, ministro delle Finanze durante il secondo mandato di Santos, ha commentato a proposito di questa norma:

“In un breve paragrafo si definisce il tetto al deficit fiscale che sarà imperativo per il governo che entrerà in funzione il 7 agosto 2022. La legge stabilisce che dal 2026 sarà operativo un meccanismo basato sul livello del debito. Ma, tra il 2022 e il 2025, regneranno i numeri perentori indicati in questo paragrafo transitorio. Il prossimo governo, indipendentemente dalle promesse elettorali e dai risultati delle urne, dovrà limitare il deficit a ciò che lì è fissato (…) Secondo il paragrafo, il disavanzo dovrà scendere al 3% del PIL in media nel 2024 e 2025. Ciò significa un aggiustamento di 7 punti del PIL, quasi 80 miliardi di pesos nei prossimi tre anni. Da dove verrà il denaro? Chi avrà la capacità di fare questa regolazione? …” [7].

Tenendo conto delle proiezioni delle entrate fiscali per il temporaneo rialzo dei prezzi del petrolio e per quelli della riforma fiscale suppletiva, la nuova regola fiscale impone che alla fine del 2023 il disavanzo fiscale diminuisca di 2 punti del PIL (da -5,6 a -3,6 punti) e ciò condizionerà la governance, la politica sociale e le decisioni macroeconomiche. Come di solito accade in questi casi, i comunicati ufficiali dell’FMI che annunciano questo tipo di accordi includono le prospettive macroeconomiche:

“La Colombia ha basi economiche molto solide e quadri politici ancorati a un regime credibile di obiettivi di inflazione, una solida regola di bilancio a medio termine, un tasso di cambio flessibile e un’efficace vigilanza e regolamentazione del settore finanziario. Le autorità sono fermamente impegnate a mantenere politiche macroeconomiche molto solide. Esiste inoltre un ampio consenso sulla necessità di preservare la grande solidità dei quadri di politica economica…” [8].

Anche le agenzie di rating del rischio (Fitch e Standard & Poor’s) hanno dichiarato di attendersi una programmazione ufficiale, con una riduzione del disavanzo pubblico e un percorso parlamentare approvato per modificare il rating negativo IG entro la fine dell’anno in corso [9].

Per siglare questi impegni occorreva scegliere una personalità del mondo della tecnocrazia economica nella carica di ministro delle Finanze, che potesse portare avanti l’adozione di una riforma fiscale, di grande portata, che includa risorse per l’esecuzione della spesa sociale. La persona scelta per raggiungere questo obiettivo è stato José Antonio Ocampo, economista e storico di spicco, riconosciuto nel paese e nella regione, che è stato direttore esecutivo di CEPAL nel periodo 1998-2003 e vicesegretario generale del dipartimento per gli affari economici e sociali delle Nazioni Unite (2003-2007) e proposto da Joseph Stiglitz. quale candidato alla guida della Banca mondiale nel 2013. È stato Ministro dell’Agricoltura nel governo di Cesar Gaviria e Ministro delle Finanze nel governo di Ernesto Samper durante gli anni ’90 e co-direttore della Banca della Repubblica nel periodo 2017-2019. Interrogato dopo l’ufficializzazione della sua nomina  a proposito della riforma fiscale in corso, Ocampo ha dichiarato: “La spesa sociale deve aumentare, ma rispettando la regola fiscale”[10].

Allo stesso modo, Ocampo ha chiarito che l’importo previsto da raggiungere con questa nuova riforma fiscale è di 50 trilioni di dollari (5% del PIL) che saranno ottenuti principalmente con l’aumento dell’imposta sul reddito delle persone fisiche con il più alto tasso di ricchezza, tra cui la “classe media alta”, quella fascia della popolazione che guadagna 2.500 dollari al mese e che, secondo le statistiche ufficiali, rappresenta il 10% della popolazione. Questo orientamento fiscale è supportato da recenti rapporti dell’OCSE secondo i quali la Colombia è il paese che, appartenendo a tale organismo, ha la tassazione più bassa sul reddito delle persone fisiche nonostante l’alta concentrazione della ricchezza [11].

La riforma includerebbe una revisione delle esenzioni per le imprese e “il tutto integrato da una tassa sul patrimonio che mira anche a raggiungere una maggiore equità”. Nel caso della proprietà rurale della terra assisteremmo all’attuazione del “catasto multiuso” aumentando le entrate territoriali che il peso politico di latifondisti e allevatori ha impedito di raccogliere.

Messaggio ambientalista ai paesi dominanti: “Voi inquinate e noi abbiamo l’Amazzonia”

Nello stesso discorso vittorioso e sulla stessa pedana della Movistar Arena del 19 giugno, Petro ha ratificato un’altra delle “linee strategiche” della sua governance, su cui aveva insistito in campagna, che è quello di partecipare alle campagne internazionali per la decontaminazione del pianeta associando questo obiettivo alle disuguaglianze nella responsabilità dei danni ambientali, molto maggiore nel caso dei paesi dominanti; “Voi inquinate e noi abbiamo l’Amazzonia” ha affermato e ha invitato i “governi progressisti” della regione a coordinare le attività in questa prospettiva.

Dalla COP 21, la “Conferenza delle parti della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici”, tenutasi nel 2015 a Parigi, 195 paesi e “attori non statali” si sono impegnati a ridurre le emissioni di gas a effetto serra (GHG) e in particolare quelle legate alle emissioni di anidride carbonica, ratificate in altri vertici, l’ultima a Glasgow nel novembre dello scorso anno. Al di là della discussione sul mancato rispetto di questi accordi, che è stata ricorrente, è importante sottolineare il fatto che hanno aperto un segmento nel mercato dei capitali, quello dei “mercati verdi”, un’area importante della “finanziarizzazione della natura”.

Le istituzioni finanziarie d’investimento incaricate di fornire questo segmento di mercato sono i fondi verdi o sostenibili “che integrano il loro portafoglio in base a criteri ambientali, sociali e di governance aziendale (ESG)”.

Siccome la definizione di servizi ambientali comprende un’ampia gamma di azioni verso l’”ambiente”, codificate in standard internazionali, il loro pagamento sostiene tali attività finanziarie [12].

Uno di questi asset sono i “carbon bond”. “Un’obbligazione di carbonio diventa un Certificato di Emissioni Ridotte (CER) e quindi un CER equivale a una tonnellata di CO2 che non viene emessa nell’atmosfera. I titoli di carbonio possono essere venduti a tutti i paesi dell’allegato I del protocollo di Kyoto, cioè a tutti i paesi industrializzati”

Dato che in Amazzonia esistono grandi pozzi naturali di assorbimento del carbonio e che una parte del territorio colombiano include questa regione selvaggia, il paese ha sottoscritto protocolli di decontaminazione al 51% del carbonio entro il 2030, in cui la prevenzione della deforestazione e il recupero della parte che è stata convertita in praterie costituiscono uno degli elementi chiave per soddisfarli [13]. Il governo di Duque ha realizzato adeguamenti istituzionali in questa prospettiva e in linea di continuità con la tradizione uribista ha progettato zone di azione militare coordinate nella cosiddetta “operazione Artemisa” con la giustificazione di “fermare la deforestazione nel Paese, recuperare la foresta pluviale tropicale e processare i responsabili del disboscamento e del rogo delle foreste”.

Ha anche aperto l’offerta di business verdi in Amazzonia a grandi investitori internazionali. Nel marzo di quest’anno lo stesso presidente ha sorvolato con Jeff Bezos, il proprietario di Amazon, il parco di Chiribiquete per mostrargli i progressi nella lotta contro il cambiamento climatico e i programmi ambientali promossi dal governo nazionale. Il parco di Chiribiquete è la più grande area protetta del paese ed è stato dichiarato dall’Unesco patrimonio naturale e culturale dell’umanità. (…) Inoltre, possiede 62 tipi di ecosistemi che forniscono benefici relativi alla regolazione del clima, alla fornitura di acqua, alla purificazione dell’aria e allo stoccaggio del carbonio…” [14]

Va sottolineata la forma di integrazione delle comunità etniche e contadine nei territori scelti per realizzare progetti orientati verso l’”economia verde”. Ne è un esempio la RESD+ (“Riduzione delle emissioni da deforestazione e degrado evitato), un programma definito nell’ambito degli accordi della “Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici”. Si tratta di un programma che “concede compensazioni ai paesi del Sud per mantenere le loro foreste, da parte dei paesi del Nord che hanno impegni di riduzione delle emissioni nel Protocollo di Kyoto. REDD si è trasformato in REDD+ aggiungendo come funzioni per mitigare il cambiamento climatico la conservazione, la gestione sostenibile della foresta e l’aumento degli inventari di carbonio. Si vuole che questi certificati possano entrare nei mercati secondari e possano essere venduti e acquistati tutte le volte che è necessario, anche nei mercati speculativi. (…)

REDD+ è uno strumento per dinamizzare e far crescere i mercati del carbonio. Questi mercati esistono ancora senza REDD+ e hanno come sfondo la privatizzazione dell’aria, che è un bene comune. Per quanto possa sembrare fantascienza, dai contratti di compravendita i paesi industrializzati stanno comprando dai paesi del Sud la capacità delle loro foreste di catturare carbonio. Cioè, stanno comprando e vendendo aria. (…) Uno dei maggiori rischi insiti in REDD+ è la rottura della governance dei territori partecipanti al programma, che comporta l’ingresso di attori estranei alla vita delle comunità forestali, come i funzionari delle istituzioni multilaterali, le organizzazioni internazionali di conservazione, gli investitori e le imprese e i gestori o consulenti ambientali. Inoltre, per rispettare gli impegni di cattura del carbonio e conoscere e misurare le loro scorte, REDD+ comporta una maggiore presenza dei diversi livelli di governo…” [15].

La resistenza a queste politiche a livello internazionale da parte del movimento contadino e indigeno organizzato e di associazioni ambientali è stata continua ed espressa in vari modi. Prima del vertice e per le strade di Glasgow, i coordinatori attivi si sono pronunciati contro strumenti come i carbon bond e la “finanziarizzazione della natura”. Citiamo le parti pertinenti di uno di loro:

– “Queste strategie commerciali deliberate distolgono l’attenzione dall’esigenza urgente e innegabile di eliminare le emissioni di combustibili fossili;

– coprono la responsabilità delle grandi imprese e delle élite per le loro emissioni di carbonio, nonché la responsabilità dei governi di regolamentarle;

– approfondiscono la finanziarizzazione della natura, riducendo a carbonio commercializzabile l’incredibile diversità delle foreste, dei pascoli e delle zone umide del nostro pianeta e innescando una nuova e massiccia appropriazione delle risorse delle popolazioni indigene, agricoltori e comunità locali, principalmente nel sud del mondo.

– Le foreste, i terreni, gli ecosistemi sono molto più del carbonio immagazzinato in essi. Sono ecosistemi viventi, che respirano, siti culturali e spirituali, fonti di vita per milioni di persone in tutto il pianeta. (…)

– Ma la compensazione delle emissioni non riduce realmente le concentrazioni atmosferiche di biossido di carbonio (CO2). Nel migliore dei casi non porta ad un aumento netto delle concentrazioni atmosferiche.

Tuttavia, e le emissioni a livello mondiale, e quindi le concentrazioni di CO2, continuano ad aumentare a un ritmo letale…” [16].

Contrariamente a queste rivendicazioni anti-sistemiche in uno degli apparati del programma della campagna presidenziale “Gustavo Petro Presidente” sull’Amazzonia, si legge:

“Useremo al massimo le obbligazioni di carbonio con la garanzia di recuperare la foresta amazzonica fino al suo confine naturale. Verranno create concessioni per le famiglie contadine attualmente residenti in Amazzonia, che saranno in grado di produrre in modo sostenibile a condizione di recuperare la foresta nelle aree di prateria,  conservazione e gestione sostenibile delle foreste attraverso il pagamento di servizi ambientali…” [17].

Note dell’articolo

1. Questo dato è stato riconosciuto dall’UNCTAD dal 2013, “L’80% del commercio avviene nelle «catene di valore» collegate alle imprese transnazionali. https://unctad.org/es/press-material/el-80-del-comercio-tiene-lugar-en-las-cadenas-de-valor-vinculadas-las-empresas

2.  “Petro, se ci isoliamo ci sdraiano” Magazine Cambio in https://cambiocolombia.com/articulo/poder/petro-si-nossi-aislamos-nos-tumban

3. La Bank of Republic ha aumentato i tassi di interesse di 150 punti base, portandoli al 7,5%. Questo è l’aumento più alto nella storia della banca. Per questa decisione, la Banca ha tenuto conto del l’elevato tasso di inflazione annuo, che ha raggiunto livelli del 9,23 % in aprile e del 9,07 % in maggio ” (sottolineati i nostri) “Banco de la República aumenta il tasso d’interesse al 7,5 %”, https:/www.portafolio.co/economia/finanzas/tass/tasas.-de-interes-decision-banca-della-repubblica-giugno-2022-in-vivo-567654

4. “Gustavo Petro: Mi sono impegnato con l’FMI a ridurre il deficit fiscale “, El Tiempo, 14 maggio, https://www.eltiempo.com/elezioni2022/presidenzioni/elettioni-2022-gustavo-petro-parla-n del suo-piano-si-vince-la-presidenza-672404

5. Lo spettatore, “Garanzie politiche in occasione di elezioni consentono il rinnovo del credito del FMI alla Colombia” https://www.elespectador.com/economia/garantis-politicasi-elettioni-consentiti-rinnovi-di credito del-fmi-a-colombia/

6. Daniel Munévar, ” Colombia : L’FMI è arrivato per rimanere in Colombia: austerità post-Covid 19″, 20 dicembre 2020, https:///elcomejen.com/2020/10/el-fmi-arrivi-para-resteranno-in-colombia-austerità-post-covid-19/

7. Mauritius Cardenas, La quadratura del cerchio, “El Tiempo”, 6 Agosto 2021, https://www.eltiempo.com/opinion/columnistas/mauricio-cardenas-santamaria/la-quadratura-del-circulo-columna-mauricio-cardenas-608932

8. Il Consiglio di Amministrazione del FMI approva un nuovo accordo biennale a favore della Colombia per 9,8 miliardi di dollari nel quadro della Flexible Credit Line, Comunicato stampa 22/135, https://www.imf.org/News/Articles/2022/04/29/pr22135-imf-executive-approvapprovtwo-year-us-billion-flexible-credit-arrangement-for-colombia#:~:text=Washington%2C%20DC%3A%20Direttorio%20Produttore,che%2

9. Dichiarazioni del Direttore Senior di Fitch Ratings, Richard Francis e Manuel Orozco Escudero, Direttore e Analista Capo di Standard & Poor’s Global Ratings, a La W-Radio, 21 giugno, https://www.wradio.com.co/2022/06/21/gradepanorama-economico-del-governo-de-gustavo-petro/

10. Rivista Cambio, “La Spesa sociale deve aumentare ma rispettando la regola fiscale” https://cambiocolombia.com/articulo/economia/jose-ocampo-gasto-social-social-hannobisogno di essere

11. “I registri di Dian indicano che il 51% del reddito lordo dichiarato dalle persone naturali è concentrato nel decile più alto di reddito, il decile 10, e non solo, il reddito dell’uno per cento più ricco è 294 volte più grande del reddito delle persone a basso reddito, quelle del decile 1; e il reddito dell’uno per mille più ricco è millecinquecento (1300) volte superiore a quello del decile 1…” Libreros&Espitia; “Riforma fiscale”E il debito pubblico?” , giornale dell’Università Nazionale, aprile 21, https:///unperiodico.unal.edu.co/pages/detail/refor-tributaria-que-passa-con-la-deuda-publica/

12. Il Ministero dell’Ambiente colombiano, utilizzando criteri convenzionali, li definisce come ” l’incentivo economico riconosciuto dagli interessati dei servizi ambientali ai proprietari o ai detentori per le azioni di conservazione e ripristino in aree ed ecosistemi strategici, mediante la conclusione di accordi volontari (..) L’SM classifica i servizi ecosistemici in quattro (4) categorie: servizi di approvvigionamento quali cibo, acqua, legname e risorse genetiche; servizi di regolamentazione come la regolazione del clima, calamità naturali e depurazione delle acque; servizi di manutenzione, https://www.minambiente.gov.co/negozis-verdes/pagos-por-serviziambientali/

13. I paesi che condividono il territorio amazzonico hanno costituito l’”Organizzazione del Trattato di Cooperazione Amazzonica-OTCA-” (Bolivia, Brasile, Colombia, Ecuador, Guyana, Perù, Suriname e Venezuela) in cui hanno realizzato impegni ambientali in questa stessa prospettiva.

14. “La Repubblica” “Il fondatore di Amazon ha messo la sua attenzione su Chiribiquete e sosterrà gli obiettivi ambientali, venerdì 4 marzo 2022, https://www.larepublica.co/empresas/fundador-de-amazon-puso-su-atencion-chiribiquete-y-supporta-meta-ambientale-3315488

15.  “REDD+ e i territori indigeni e contadini “, Centro di Studi per il Campo Messicano (CECCAM), Messico, Agosto 2012.

16. “Alla Ricerca di Unicorni di Carbonio”, Amici della Terra Internazionale, La Via Campesina, Indegenous Enviorement Network, Corporate Accountability, Asian Peoples, Movement on Debt and Development, Third World Network, Corporate Accountability, Asian People, Movement on Debt and Development, Third World Network , CrassRoots Global Justice Alliance, Climate Justice Alliance Giustizia Ambientale. https://www.tierra.org/wp-content/uploads/2021/02/Amigos-de-la-tierra-internacional-unicornios-de-carbono-espanol-1.pdf

17. Programma-Territori-Amazzonia, “Patto storico”, https://gustavopetro.co/programma-de governo/temi/proposte-per-territorio/amazzonia/

Da http://rproject.it/2022/08/il-trionfo-di-petro-e-i-limiti-del-tardo-progressismo/

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