Il Governo aveva tutto il tempo di intervenire con un decreto di urgenza o con un disegno di legge antidelocalizzazioni che impedisse per l’ennesima volta uno scempio simile ma è la multinazionale che passa al contrattacco [Checchino Antonini]
«Per noi era preventivabile che Gkn Firenze si preparasse a riaprire la procedura di licenziamento da dicembre, probabilmente già da domani. In questo modo i 75 giorni della procedura ricadrebbero nel periodo delle festività, dicembre e gennaio, quando il Paese si ferma per le festività e la mobilitazione è più difficile. Il Governo aveva tutto il tempo di intervenire con un decreto di urgenza o con un disegno di legge antidelocalizzazioni che impedisse per l’ennesima volta uno scempio simile». E’ lucido Dario Salvetti, delegato RSU Gkn, di fronte alla notizia della riapertura della procedura di licenziamento collettivo. Il comunicato della multinazionale ha i toni tragicomici di chi è avvezzo a una narrazione tossica. Dopo aver ritardato «l’avvio della procedura di licenziamento collettivo fino alla fine di novembre», ora «siamo costretti a iniziare la procedura legale alla fine di questo mese», ha scritto Gkn Driveline Firenze in una lettera ai dipendenti della fabbrica di Campi Bisenzio, datata 26 novembre. «Continueremo diligentemente la discussione con il sindacato e le istituzioni – sottolinea Gkn – per trovare un’intesa che possa effettivamente portare avanti il progetto di reindustrializzazione».
L’azienda ha citato l’esistenza di «manifestazioni di interesse da parte di investitori esterni, interessati a rilevare il sito produttivo e realizzare i loro progetti imprenditoriali, volti a perseguire diverse opportunità in settori di recente affermazione, affini al mondo automotive e per i quali il futuro è più promettente. Il piano di reindustrializzazione potrebbe potenzialmente garantire il mantenimento di nuove produzioni industriali nella zona e salvaguardare le opportunità di lavoro. Questo processo necessita di tempi rapidi e di un contesto di adeguata serenità sindacale e sociale». Secondo Gkn «purtroppo, nonostante le nostre diverse sollecitazioni, non siamo ancora al punto in cui speravamo di essere in merito ai progressi verso la partenza dell’iter di reindustrializzazione, ma possiamo assicurarvi che faremo di tutto affinché questi progressi accadano per la salvaguardia dell’occupazione di tutti i nostri dipendenti». A conclusione della lettera, l’azienda scrive che «abbiamo manifestato in più occasioni al sindacato, che a breve sarà nostro esclusivo interlocutore nell’ambito delle regole della procedura, che è nostra intenzione portare avanti il processo di industrializzazione, e crediamo sia ora la nostra migliore soluzione per minimizzare l’impatto sociale della decisione di chiudere l’impianto. Focalizzati su questo obiettivo, Vi garantiamo il nostro immutato impegno e apertura al dialogo».
Lo sciopero generale è «necessario come l’ossigeno per le vertenze in crisi prese in giro ai tavoli ministeriali, per unificarle, sostenerle», e «per contrastare il precariato dilagante, per i milioni di lavoratori poveri, per i poveri senza lavoro», aveva detto solo poche ore prima il Collettivo di Fabbrica della Gkn di Campi Bisenzio partecipando alla blanda mobilitazione promossa da Cgil, Cisl e Uil a Firenze per chiedere cambiamenti alla legge di bilancio. «C’è bisogno ora più che mai di uno sciopero generale e generalizzato, per questo siamo venuti a ribadirlo in piazza, in una giornata che riteniamo altamente insufficiente e inadeguata», ha detto Dario Salvetti rilanciando sulle «proposte concrete che parlano di nazionalizzazione del sito produttivo e di una sua riconversione in un polo per la mobilità sostenibile», da discutere nell’iniziativa del 5 dicembre prossimo con economisti, ingegneri e ricercatori.
«Gkn si vanta di un processo di reindustrializzazione, che per noi è un raggiro potenziale, come del resto è già avvenuto in questo Paese dove si fanno firmare cessazioni di attività e ammortizzatori per cessazione di attività con la promessa dell’arrivo di fantomatici compratori che puntualmente si ritirano una volta che fondo finanziario e multinazionale sono scappati – spiega ancora il delegato – noi chiediamo garanzie chiare: prima si discuta del piano di continuità produttiva e occupazionale, del mandato di vendita che Gkn ha dato al suo advisor. Tutto ciò avvenga sotto la supervisione del Ministero, di Invitalia, delle organizzazioni sindacali e dell’assemblea permanente dei lavoratori. Chiediamo che chi arriva mantenga lo stesso patrimonio di diritti conquistati in questi anni e gli stessi livelli occupazionali. Noi abbiamo già la nostra proposta per il futuro di Gkn, capace di tenere insieme un piano per la nazionalizzazione con una prospettiva concreta di reindustrializzazione del sito produttivo con la creazione di un polo pubblico per la mobilità sostenibile».
Dopo l’annuncio della raccomandata, ieri pomeriggio 30 novembre, c’è stato un presidio davanti a Palazzo Vecchio, mentre scriviamo è in corso l’assemblea e, nel momento in cui arriveranno le raccomandate, si organizzaranno iniziative «intelligenti, ma radicali» perché il momento del dialogo sta venendo meno. Per il 2 dicembre il Ministero ha convocato un tavolo d’urgenza. Tutto ciò accade mentre il collettivo e il comitato di solidarietà, animato anche dai nostri compagni soprattutto toscani, stanno organizzando in Gkn per domenica 5 dicembre, in collaborazione con la scuola Sant’Anna di Pisa, un gruppo di ingegneri e ricercatori, un’assemblea per redigere un piano di reindustrializzazione del sito che preveda la nascita di un polo per la mobilità sostenibile e la proposta di nazionalizzazione della fabbrica sotto controllo operaio.
Sarà importante tenere alta l’attenzione su ciò che accadrà nei prossimi giorni in fabbrica, sulle sorti della vertenza e nella piana fiorentina. E sarà altrettanto importante consolidare gruppi di appoggio e controinformazione sui territori. Ora più che mai saremo solidali con la lotta del collettivo di fabbrica, perché quella battaglia è diventata sempre più la lotta di tutte e tutti, e non solo per difendere 500 posti di lavoro, ma anche per alimentare un processo che parla di diritti del lavoro, transizione ecologica e sociale».
Da Firenze segnalano la necessità di far ripartire il sostegno attraverso versamenti nella cassa di resistenza – Cassa di resistenza lavoratori GKN Firenze IT 24 C 05018 02800 000017089491 Causale: donazione cassa di resistenza Gkn – e di condividere i post del profilo del collettivo di fabbrica.
Il nuovo ciclo di iniziative a sostegno dei lavoratori della Gkn prevede anche una serie di spettacoli teatrali sul tema del lavoro nei circoli Arci e in teatri di Firenze e Provincia. Il progetto è nato grazie alla collaborazione fra il Collettivo Di Fabbrica – Lavoratori Gkn Firenze, Insorgiamo con i lavoratori Gkn e Arci Firenze. Cinque incontri organizzati tra dicembre e gennaio «per rinsaldare quel patto di difesa della fabbrica che vede in prima fila realtà sociali e semplici cittadini del territorio e che in questi mesi è stato capace di dar vita ad eventi e manifestazioni senza precedenti». Le prime tre tappe del tour attraverseranno circoli Arci e teatri il 3, il 10 e il 17 dicembre mentre sono in via definizione gli appuntamenti di gennaio. «Il ruolo dei circoli – sostiene Jacopo Forconi, presidente di Arci Firenze – è di riunire le persone, stimolarle e coinvolgerle in una riflessione collettiva. Per questo pensiamo non vi sia luogo migliore per raccontare le storture che attraversano il lavoro e, più in generale, la nostra società. Siamo dunque orgogliosi che tanti circoli Arci, oltre a supportare in ogni modo e fin da subito la lotta dei lavoratori Gkn, siano oggi uno dei luoghi attraverso cui si provi ad espandere la lotta, coinvolgendo nella mobilitazione ogni zona del nostro territorio». Massimo Torelli, tra gli organizzatori delle iniziative, sottolinea come questo tour di spettacoli teatrali «sia una iniziativa importante per mantenere forte il rapporto tra il territorio fiorentino e la lotta della Gkn. Un rapporto fondamentale per reggere questo scontro, vista la totale assenza del governo».
Concludiamo con le parole di Eliana Como, di Riconquistiamo tutto, l’opposizione in Cgi: «Il lupo perde il pelo, ma non il vizio. E stavolta il lupo è proprio cattivo. Il governo decreti ora, d’urgenza. Tutti/e a fianco del Collettivo Di Fabbrica – Lavoratori Gkn Firenze».