Di seguito la risoluzione risalente allo scorso 16 agosto della Direzione nazionale di Sinistra Anticapitalista. Mi preme evidenziare come dalla nostra organizzazione emerga la necessità di contrastare in primo luogo tutti i tentativi ideologici reazionari negazionisti, no vax, individualisti che “negano alla radice proprio le libertà collettive e una visione collettiva e solidale della società stessa“, come riportato al punto 3.
Concordo con la Direzione nazionale in merito al fatto che i vaccini siano sicuri e fondamentali per superare la pandemia insieme all’abolizione dei brevetti, alla nazionalizzazione dell’industria farmaceutica e alla vaccinazione di massa della popolazione mondiale (la vaccinazione non è un problema di scelta individuale, ma una necessità collettiva che si pone l’obiettivo di proteggersi e di proteggere gli altri, si legge al punto 2): questi sono gli obiettivi per cui dobbiamo batterci. (Alberto T.)
Risoluzione della Direzione nazionale di Sinistra Anticapitalista
1. Il mondo non è uscito dalla pandemia, anzi ne siamo totalmente all’interno e il futuro resta quanto mai incerto anche perché le misure e le scelte della classe dominante sono contraddittorie e rivolte in primo luogo alla difesa del sistema e delle logiche di profitto. Chi ha il maggiore interesse a un radicale contenimento della pandemia, possibile solo con una azione complessiva internazionale, sono le classi lavoratrici e questo è possibile solo con una loro capacità di azione rivendicativa e politica a diversi livelli, sanitaria in primo luogo, ma collegata a quella economica e sociale.
L’evoluzione della pandemia e le politiche di governi tese a contenerle e contrastarle nel quadro però degli interessi di classe della borghesia e delle profonde contraddizioni che attraversano il sistema capitalista pongono enormi problemi politici e tattici alle classi lavoratrici e alle forze della sinistra autentica ed anche a diversi livelli.
La discussione sul green pass e sulle misure del governo italiano fanno parte infatti del progetto della borghesia italiana ed europea del Recovery Fund, cioè del rilancio del capitalismo (capitalismi) europeo/i e di una ulteriore e più profonda ristrutturazione del rapporto tra capitale e lavoro e dei rapporti di lavoro a vantaggio della classe dominante attraverso la frammentazione estrema, l’assoggettamento e lo sfruttamento della forza lavoro. Quando Ichino e gli altri guru del capitalismo parlano di green pass e di controllo sui luoghi di lavoro a questo pensano.
2. I vaccini sono parte fondamentale ed essenziale del tentativo di contrastare la pandemia e preservare la vita e la salute di miliardi di persone, ma non sono per sé soli risolutivi. In primo luogo per il meccanismo infernale della proprietà privata, del ruolo delle Big Pharma, della subalternità dei governi ai suoi interessi di profitto. La salute e il futuro del mondo è lasciata nelle mani di alcune grandi imprese private che gestiscono i vaccini in funzione della valorizzazione dei loro capitali. La battaglia per il superamento dei brevetti, ma anche per la nazionalizzazione dell’industria farmaceutica resta uno degli assi strategici di fondo. Solo se tutte le popolazioni avranno accesso ai vaccini è pensabile che si potrà fermare le dinamiche del virus. È proprio per questo che noi continuiamo a rivendicare l’abolizione o perlomeno la sospensione dei brevetti e la produzione libera dei sieri da parte di stabilimenti farmaceutici pubblici in tutto il mondo per raggiungere la massima copertura planetaria.
I primi no vax sono al governo, ma non sono solo quelli della destra becera che difende settori di piccola borghesia miope, sono anche quelli che consentono il mantenimento dei brevetti delle case farmaceutiche (che peraltro si sono fatte la guerra screditandosi una con l’altra a mezzo stampa inducendo incertezza e paura sui vaccini), che impediscono una vaccinazione di massa a livello mondiale, minando così l’efficacia anche di quei vaccini che vengono somministrati nei Paesi ricchi. Dobbiamo rivendicare vaccini per tutte e per tutti, includendo in primo luogo quelle e quei tanti migranti sans papier che proprio in questi giorni in Italia vengono escluse/i dalla possibilità di ricevere un vaccino perché “irregolari”. La vaccinazione non è un problema di scelta individuale, ma una necessità collettiva che si pone l’obiettivo di proteggersi e di proteggere gli altri ( non bisogna dimenticare che ci sono persone che non possono vaccinarsi e che possono essere salvate da una vaccinazione di massa). Lo stato e il servizio sanitario pubblico devono farsi carico socialmente, penalmente e civilmente di tutte le conseguenze indesiderate (che oggi vengono invece scaricate sul singolo attraverso il meccanismo del “consenso informato”) e comunque a monitorare (con esami sierologici mirati) l’efficacia a medio e a lungo termine dei vaccini.
3. Sulla base di queste considerazione un primo nemico da combattere sono tuti i soggetti e le forme che prendono le ideologie reazionarie negazioniste, no vax, esaltatrice di finte libertà individuali, quando negano alla radice proprio le libertà collettive e una visione collettiva e solidale della società stessa, quindi anche i diritti individuali, a partire dal diritto alla vita. Per noi è innegabile che durante una situazione di emergenza come una pandemia certi diritti di libertà individuale debbano essere bilanciati dalla possibilità di poter continuare ad esercitare diritti collettivi alla salute, al lavoro, all’istruzione. Quelle sono le piazza delle destre e dell’estrema destra che segnalano la crisi di civiltà prodotta dalla crisi endemica del capitalismo e dai cambiamenti epocali in corso; sono piazze da cui può ulteriormente svilupparsi il peggior futuro. Qualcuno ha già avuto modo di dire che peggio del fascismo c’è il possibile legame tra fascismo e queste forme reazionarie estreme che purtroppo sono già comparse a livello di massa in molte parti del mondo.
4. E qui veniamo alle scelte del secondo nemico da combattere: il governo italiano. I dati indicano che siamo del tutto dentro la dinamica pandemica, indicano anche che la percentuale molto alta di vaccinazioni, da sola non blocca il contagio, anche se probabilmente lo contiene, ma soprattutto determina una ridotta gravità della malattia e quindi determina una relativa minore pressione sul sistema ospedaliero in crisi.
Il problema fondamentale, in Italia come in altri paesi europei, è che il governo sta cercando di scaricare sulla responsabilità individuale – lasciando formalmente ancora libera scelta se vaccinarsi o meno – il disastro delle politiche messe in atto per fronteggiare la pandemia (per non parlare dei tagli precedenti alla sanità, alla scuola, ai trasporti pubblici), politiche che hanno sempre messo al centro la tutela dei profitti privati. E così non sono state fatte tempestivamente le zone rosse in Lombardia all’inizio del 2020, si sono garantite ampie deroghe anche durante il primo lockdown, si è prematuramente abbandonata la politica delle chiusure per far riprendere la produzione, fino ad incentivare il turismo e la ripresa della vita normale ad ogni accenno di flessione dei contagi, fino agli ultimi campionati europei di calcio svoltisi in piena pandemia. Anche grazie a queste politiche la sanità e la scuola sono andate in tilt dall’inizio della pandemia. Oggi si sono addirittura rivisti i parametri per mettere una regione in una delle zone di allerta, creando peraltro distorsioni nella sanità, in cui vengono sovradimensionati i reparti Covid in modo da non sforare i parametri oggi quasi esclusivamente legati all’occupazione dei posti letto, si consente di derogare al metro di distanza nelle scuole pur di non dimezzare le classi e consentire la ripresa della scuola in presenza, si rinvia l’applicazione del green pass per i trasporti (non sia mai che saltino le prenotazioni per le ferie estive), si fa finta di introdurlo nei ristoranti, mentre i ristoratori non sono tenuti neanche a controllare l’identità di chi esibisca un pass che potrebbe essere stato chiesto per whatsapp a qualche amico o parente…
In questa situazione il problema sarebbero diventati i lavoratori e le lavoratrici, per cui si fa partire una campagna denigratoria, prima per gli operatori della sanità (ma non erano gli eroi e le eroine?) poi per quelli della scuola, poi accadrà per tutti gli altri. Nella sanità e nella scuola ci sono i livelli più alti di adesione alla campagna di vaccinazione che nel resto della società, che senso ha condizionare oggi la ripresa della scuola in presenza all’introduzione di un Green Pass per il personale scolastico? Riaprire in presenza con le classi pollaio di sempre, con la cronica carenza di organico, con i dpi insufficienti (nelle scuole girano ancora le mascherine prodotte da FCA che sono state dichiarate inadeguate, non c’è ombra di mascherine FFP2 più efficaci), con le nuove deroghe alle distanze interpersonali e con la possibilità di poter affollare i trasporti pubblici all’80% (ma chi controlla?), sicuramente produrrà un’impennata dei contagi, con o senza green pass.
Denunciamo questa retorica del governo e anche l’introduzione del pass per accedere ad alcuni diritti non sacrificabili: la sanità, il lavoro e la retribuzione, senza che siano state messe in campo tutte le misure necessarie a prevenire il diffondersi dei contagi ed a mettere in condizione le strutture pubbliche di fronteggiare questa situazione.
5. Ma in realtà il governo fa un’operazione ulteriore, prima nel pubblico e poi possibilmente nel privato, di usare la questione sanitaria e la sicurezza sui luoghi di lavoro, per lasciare nelle mani delle amministrazioni e dei capitalisti stessi, ulteriori elementi di ricatto nei confronti delle lavoratrici e dei lavoratori. La retorica della sicurezza sui luoghi di lavoro è pura ipocrisia, quando in realtà si è posto fine al blocco dei licenziamenti, quando, grazie alla precarietà, alle flessibilità, alle “normali” condizioni di lavoro, ai ritmi sempre più intensi e insopportabili, alle misure di sicurezza azzerate da parte dei padroni, ogni giorno lavoratori e lavoratici perdono la vita nelle fabbriche, in itinere, nei cantieri, una catena infinita di omicidi. E come su tutto questo non si abbia intenzione di mettere mano, perché è del tutto funzionale a quel rilancio dell’economia e dei profitti che è il vero ed unico obiettivo quando si fa la propaganda sul “Rilancio Italia” e quando gli stessi risultati degli atleti italiani alle Olimpiadi, servono a costruire il consenso e a nascondere le vergognose inadempienze di fronte a una pandemia che resta ben presente.
Le colpe sarebbero quindi dei singoli individui che non si sono vaccinati e quindi meritevoli di licenziamento e non le grandi scelte strutturali economiche e sociali che dovevano essere prese dal governo e neppure più di quei partiti che alimentano le piazze no vax, coi quali per altro si sta insieme al governo o di FdI, con la sua finta opposizione al governo.
6. La classe lavoratrice deve riprendere in mano il proprio destino, così come i lavoratori e le lavoratrici hanno imposto la chiusura delle fabbriche nel momento iniziale più drammatico della pandemia, così nelle battaglie fatte in fabbrica per imporre il distanziamento e le mascherine e anche per far capire a qualche compagno di lavoro la loro fondamentale importanza. Va condotta da tutte le organizzazioni sindacali e politiche di classe una campagna per la vaccinazione di tutte e tutti, parallelamente con le rivendicazioni su sicurezza, lavoro e salario.
Il capitalismo è di fronte all’ennesimo fallimento storico. L’ipersfruttamento della natura e la globalizzazione capitalistica hanno minato le condizioni di riproduzione della specie umana, così come per quanto riguarda il surriscaldamento globale, così con la diffusione di questa pandemia, che con ogni probabilità non si sarebbe generata ma soprattutto non si sarebbe diffusa così velocemente in un mondo regolato razionalmente nei rapporti con l’ambiente naturale. La borghesia non è in grado di risolvere queste contraddizioni per la spinta al profitto privato che la caratterizza, in spregio alla sopravvivenza stessa dell’umanità. E’ ora di pensare ad un’alternativa di sistema, in cui anziché il profitto di pochi la priorità sia data alla vita, alla partecipazione democratica in ogni aspetto della vita associata, alla salute, alla dignità e al benessere di tutte/i, comprese le generazioni future. E’ ora di lottare per l’ecosocialismo mondiale!
Veramente la Direzione di SA non mi sembra si sia sbilanciata sulla percentuale di “sicurezza” dei vaccini, caro Alberto. Parla dell’importanza (“non risolutiva”) della vaccinazione di massa, cosa che, in generale (essendo io un sostenitore dei vaccini, come quello contro la polio o il vaiolo) mi trova d’accordo, pur avendo una serie di dubbi (che saranno sciolti solo fra anni, temo, quando si avrà un quadro più chiaro) sulla sicurezza di “questi” vaccini.
"Mi piace""Mi piace"