Il movimento di NonUnadiMeno torna in piazza anche questo 25 novembre. Lo fa dopo un anno di mobilitazioni e dopo le riuscite manifestazioni del 26 novembre dello scorso e soprattutto dopo la giornata dell’8 marzo. In questo anno ci sono state assemblee nazionali e territoriali che hanno permesso a migliaia di donne di tornare protagoniste e di arrivare ad una prima stesura del piano nazionale antiviolenza.

Il movimento era nato lo scorso anno proprio per rispondere alle politiche dell’allora governo che, sull’onda dell’ennesimo femminicidio, proponeva risposte emergenziali ad un problema strutturale.

Quest’anno sembra essere tutto più sommesso e tutto più sottotono ma chi scenderà in piazza i 25 novembre sa già che prima o poi verrà agitato di nuovo il vessillo dell’emergenza perché in questo anno il problema non è affatto sparito.

Anzi continuano a cumularsi i taglia ai centri antiviolenza che quando non chiudono operano tra enormi difficoltà, continuano i tagli alla sanità e al welfare, la precarizzazione del mondo del lavoro diventa sempre più la norma mentre si assiste ad un’emorragia di diritti, continua l’attuazione della legge Fornero sulle pensioni che sta dispiegando ora tutti i suoi terribili effetti.

Questo è il prezzo che ci è stato imposto per avere una leggera ripresa economica e ad esserne maggiormente colpite sono le donne.

Fatta eccezione per la vitalità del movimento sono ben poche le forze sociali, politiche e sindacali che si muovono pe contrastare le politiche del governo.

Sinistra Anticapitalista parteciperà alla manifestazione del 25 novembre, sosterrà le iniziati ve che il movimento deciderà di prendere per l’attuazione piano antiviolenza, lavorerà per la ripresa delle lotte, per la riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario, per l’abolizione della legge Fornero, per l’abolizione del Jobs Act e per il recupero delle risorse tolte alla sanità e al welfare.

sinistra anticapitalista

per la libertà, i diritti, l’autodeterminazione delle donne

contro il patriarcato, la violenza, lo sfruttamento

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