Come sempre, dal 1918 ad oggi, le fanfare di stato si apprestano a festeggiare la cosiddetta “vittoria” delle truppe italiane (in realtà dei generali, dei profittatori di guerra e dei dirigenti politici liberali, fascisti, democristiani, ecc. a seconda dei periodi storici) contro l’impero austro-ungarico. Dopo averci intossicato per oltre un secolo, prima con la spudorata esaltazione di una “vittoria” costata milioni di morti (oltre 600 mila solo tra gli italiani in uniforme) e poi con una più ipocrita “festa delle Forze Armate”, si ripresentano anche quest’anno con manifestazioni tricolorate, per fortuna sempre più deserte (esclusi i militari obbligati a parteciparvi) ed esangui. Da qualche anno, poi, grazie al vento di destra che soffia in Italia e nel mondo, i guerrafondai al governo (con molti complici anche nell’opposizione, purtroppo), in pieno delirio militarista, mandano militari nelle scuole ad ogni pie’ sospinto (ed obbligano le scolaresche ad andare a “godersi” l’osceno spettacolo delle armi e delle caserme). La guerra è ormai alle porte di casa e i profitti dei fabbricanti d’armi (e dell’indotto) chiedono a gran voce di essere rimpinguati. Quindi è bene che la gente si abitui all’idea che è finita l’epoca dei bagni umidicci e tiepidi di latte materno e di lacrime fraterne ed è iniziata (come se davvero fosse mai finita) l’epoca di un caldo bagno di sangue nero, come scriveva 110 anni fa quella canaglia nazionalista di Papini. Per aumentare ulteriormente la dose di idiozia tricolorata a suon di marcette e fanfare stonate, quest’anno ci si son messi pure gli ultrafascisti (quelli senza doppiopetto o tailleur) che vorrebbero dar vita all’ennesima, penosa dimostrazione di “virilità” da bar sport, marciando in fila per due (o tre, quattro, cinque…dipende da quanti idioti reclutano per la bisogna), come all’asilo, e innalzando al cielo inni guerrieri che farebbero solo sorridere di pena e compassione, se non ci fosse da piangere. Anche quest’anno, come l’anno scorso, gli antifascisti, gli antimilitaristi, gli internazionalisti hanno comunque deciso di tornare a manifestare contro questo scempio vergognoso, dove i responsabili (morali, visto che ovviamente quelli veri sono morti e sepolti) pretendono di rendere omaggio alle loro vittime. Questo 4 novembre ci sono due appuntamenti. Il primo sarà alle 17 in Piazza Duomo, indetto da varie realtà (che trovate nell’immagine sopra). Il secondo sarà alle 20 in Piazza Loggia, indetto dall’Assemblea Permanente Antifascista, con un volantino riportato in basso. Brescia Anticapitalista parteciperà ad entrambi le mobilitazioni, al di là di alcuni aspetti non condivisibili del testo del volantino.

L’antifascismo non dorme


Le nuove, annunciate comparsate del “Cartello nero” (ora come “Brescia ai bresciani”, ora come “Rete dei Patrioti”) rappresentano un motivo di serio allarme che dovrebbe preoccupare anche le forze dell’ordine, cui competerebbe il compito costituzionale di impedirne lo svolgimento, in applicazione di ben due leggi della Repubblica, la legge Scelba del 1952 e la legge Mancino del 1993.
Questo non è sino ad oggi avvenuto e ciò ha incoraggiato le organizzazioni neofasciste a moltiplicare sistematicamente le loro iniziative fino a replicare l’orrenda marcia del 13 dicembre dello scorso anno che rappresentò un oltraggio alla storia antifascista della nostra città.
La manifestazione indetta dalla “Rete dei patrioti” per il 4 novembre, in piazza Vittoria, rappresenta un ulteriore “salto di qualità” del dichiarato progetto neo-fascista di appropriarsi dello spazio pubblico, sdoganando ideologie, comportamenti, provocazioni a cui si deve finalmente opporre un argine.

Il pretesto dei sedicenti patrioti è questa volta l’esaltazione del 4 novembre come epopea della guerra “vittoriosa”, di quell’immondo bagno di sangue, di quella carneficina che costò più di 17 milioni di morti,
proletari mandati al macello dalle classi dominanti che con la guerra intendevano contendersi il governo del mondo. La corsa alle armi, la retorica della guerra “purificatrice”, la militarizzazione della società, a partire dall’educazione scolastica, sono il “verbo” a cui costoro ispirano le proprie gesta.

Per queste ragioni, l’Assemblea Permanente Antifascista ha convocato, per la giornata di martedì 4 novembre, a partire dalle ore 20, un presidio presso la stele dei caduti di Piazza della Loggia, simbolo imperituro dei sentimenti antifascisti della nostra città. Tutto il mondo antifascista bresciano dimostri a costoro che la strada è loro sbarrata.


Assemblea Permanente Antifascista


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