di Giuseppe Raspanti
Trovare oggi nella Franciacorta votata alla imprenditorialità, industriale o agricola (leggi vitivinicola) che sia, una amministrazione che non sia stretta discendente di quegli interessi divenuta ultimamente, per fortuna, occasione meno rara di quanto si possa immaginare. Forse motivo di questo dato inaspettato non è chissà quale livello di coscienza di classe o di attenzione a temi scottanti quanto divisivi come l’accoglienza di immigrati poveri o il rispetto di una natura vista sempre più come fonte di reddito o da sfruttare in modo intensivo. Forse è l’atteggiamento sempre più morbido e annacquato delle forze del cosiddetto centrosinistra che tranquillizza l’elettorato conservatore sulla salvaguardia, in caso di sconfitta alle urne delle forze di destra, dei propri interessi.
Saranno questi aspetti e magari altri ancora, sta di fatto che almeno l’alternanza in questa roccaforte di ricchezza e privilegio non è, come si diceva, prassi rara.
Un centro che ci incuriosisce da tempo, e che sempre più può a nostro avviso essere citato come fenomeno anomalo e sempre più interessante è il Comune di Ome, piccola e ridente, come d’obbligo,
cittadina di tremila abitanti al confine tra Franciacorta, di cui fa parte a pieno titolo, e Val Trompia.
Le caratteristiche di questa anomalia sono sostanzialmente tre, e di interesse crescente. La prima è la
vittoria a sorpresa nel ’19 dalla lista di centrosinistra, appunto, capeggiata da un esordiente nemmeno
quarantenne, Alberto Vanoglio. La vittoria, del tutto inattesa appunto, fu di misura minima e giustificata dagli sconfitti con due motivazioni: che di fronte aveva due liste che non hanno trovato l’accordo e che lo stesso neo Sindaco fosse di chiara estrazione conservatrice e cattolica. Tutto vero, ma… Cinque anni dopo, al termine di un mandato caratterizzato da scelte non certo rivoluzionarie ma tutt’altro che apprezzate dai cosiddetti benpensanti, Vanoglio viene rieletto battendo in modo chiaro lasciando i due avversari molto indietro. Terzo elemento, il più sorprendente, è ciò che è successo un paio di settimane fa. Il Consiglio Comunale di Ome ha approvato, su mozione dello stesso Sindaco, il ‘Riconoscimento dello Stato di Palestina’ e il fatto che esso sia stato votato all’unanimità, al di là di possibili calcoli tattici da parte della minoranza, testimonia la consolidata ancora crescente statura dal personaggio.
Quelli che, come chi scrive, hanno avuto la ventura di conoscerlo una quindicina d’anni fa non possono
che rimanere stupiti dall’evoluzione di consapevolezza e coscienza il cui percorso, come si dice oggi,
ha saputo intraprendere Alberto. Di famiglia borghese, tipica espressione del professionismo bresciano al servizio dell’imprenditoria e, come detto, di formazione cattolica sia per frequentazione scolastica (Orsoline) sia per quella del tempo libero (Oratorio, Azione Cattolica ecc.), Vanoglio fin da giovane studente ha provato attrazione per il mondo del teatro e in particolare della recitazione.
Approfittando della propria disinvoltura a stare in pubblico e della propria capacità di gestire i gruppi
di giovanissimi, ha iniziato sia a calcare le scene, soprattutto quelle legate all’improvvisazione, sia a
insegnare, dapprima come aiutante poi come titolare di cattedra, agli studenti delle superiori.
Ma, per approfondire la sua storia e il suo percorso che l’ha portato in pochi anni dalla destra più
superficiale e disimpegnata a guidare una Giunta che vota il riconoscimento dello Stato di Palestina,
pensiamo non ci sia nulla di meglio che parlarne direttamente con lui. Scopriremo quindi con sorpresa
quali insospettabili elementi lo abbiano convinto dapprima a schiodarsi da certi ambienti, poi a
proseguire il viaggio e infine ad approdare, almeno per il momento, in porti lontanissimi e forse
appunto nemmeno definitivi.
Ecco quindi i punti salienti di un’intervista al Sindaco di Ome di qualche giorno fa.
GR- Alberto, io ti conosco da 15 anni, ormai, e mai mi sarei aspettato di trovare adesso quel giovane un
po’ frivolo, molto disimpegnato ma anche piuttosto fiero di sé, se non proprio sicuro, impegnato
politicamente a sinistra, con punte di iniziative addirittura impensabili, come quella recentemente
adottata dal Comune da te retto sulla Palestina. Si può sapere che cosa è successo? Che cosa ti è
successo?
Vanoglio scoppia in una fragorosa risata di compiacimento, di intesa e di autoironia, poi, serio,
risponde:
AV- Prima di tutto, tengo a precisare che io mi ritengo tuttora un amministratore più che un politico
in senso stretto, anche se ammetto che anche nella periferia del mondo, come è Ome, per fare delle scelte o per cambiare scelte fatte in precedenza non basta la buona amministrazione. È necessario allearsi con chi vede la realtà in modo che riteniamo almeno accettabile e pestare politicamente i piedi a chi vede le cose in modo opposto. Privilegiare gli interessi della collettività a quello dei singoli , sia pur potenti e facoltosi, è atto amministrativo o politico? Già questo è un discrimine, se poi pensiamo alle centinaia di modi che esistono per declinare sia l’interesse che la collettività…
GR- Va bene la premessa, ma veniamo al dunque..
AV- In effetti, nel 2010 la mia poca coscienza e la mia pochissima conoscenza politica mi portavano a identificarmi con la destra, più quella di Fini e di Alleanza Nazionale che quella di Berlusconi.
Anzi, ti sorprenderò dicendo che il primo episodio che mi ha aperto gli occhi su certi meccanismi e che, in qualche modo, mi ha cambiato la prospettiva, fu proprio lo strappo di Fini nei confronti del Cavaliere.
GR- In che senso, scusa? Mi sembra paradossale
AV- Ti do atto. In un certo senso lo è, anche perché la mia ammirazione per Gianfranco Fini aumentava… ma era la prospettiva a essere messa in crisi. E anche il monolitismo
GR- Incredibile! Ma mi sembra di intuire che quello non fu l’unico scossone
AV- Ce ne sono stati altri due, di grado ancora superiore. Ti meraviglierà anche quello che riguarda il mio ‘innamoramento’ per Renzi e per quel vento d’aria nuova che pareva potesse riguardare tutto il modo vecchio di far politica, quel modo e quel mondo da rottamare
GR – E che invece sono stati riciclati alla grande…
AV- Non me ne parlare! Una delusione infinita, ma ormai mi ero trovato sul fronte opposto rispetto
a quello di partenza
GR- Immagino, a questo punto, che il terzo terremoto si chiami Grillo, o Conte
AV- E invece ti sbagli di grosso. I 5Stelle non mi hanno mai attratto né appassionato, anzi il loro purismo autocelebrato e poi spesso disatteso mi sembrava una distanza, un discrimine, un solco non colmabile, almeno per me.
GR- E quindi?
AV- Quindi, semplicemente (si fa per dire), il terzo crollo è stato molto più personale, intimo. Ho perso, stracciandola, la paura di dichiararmi omosessuale, quello che sono. Sembra una banalità, o forse no, ma questa libertà di coscienza e di espressione ha cambiato completamente la mia prospettiva di moltissimi aspetti. Non parlo solo di libertà sessuale, di ogni tipo di libertà sessuali e non solo la mia, ma di tantissimi altri aspetti che riguardano i diritti in ogni settore, lavorativo, sociale e di movimento.
GR- Dunque, Alberto, il tuo outing è stato un processo di auto liberazione e di auto coscienza politica?
Potrebbe essere una pratica di cui è consigliabile la diffusione anche, per esempio, a destra?
AV- Detto che, ovviamente, la consapevolezza di sé è sempre auspicabile, l’omosessualità, per esempio, è diffusa in tutti i settori, diciamo, del Parlamento. E a volte è anche dichiarata, ma senza che a destra ne capiscano fino in fondo il diritto a essere riconosciuta come ‘normale’ e non ‘patologica’. Quando poi si dovesse estendere il discorso ad altro, come l’educazione e l’apertura al ‘diverso’, apriti cielo…
GR- A proposito di cielo, il tuo rapporto adesso con il mondo cattolico?
AV- Sempre buono, ma molto molto critico. Più critico che buono
GR- Veniamo agli aspetti del tuo impegno politico…
AV- Amministrativo
GR- Ok, come vuoi, del tuo impegno amministrativo. Sei anni fa, a sorpresa, ti candidi sindaco del tuo
paese, Ome
AV- Fu un azzardo, lo ammetto, ma calcolato. Non che mi aspettassi di vincere, questo no, ma il gruppo di persone che ero riuscito a creare intorno a me è riuscito a moltiplicare le mie energie e le mie motivazioni. E, a proposito dei miei legami con il mondo cattolico, è da tener presente che io ero molto vicino, già allora, ai movimenti per la Pace, cattolici e non, che in tutti questi anni ha continuato a ispirare molte delle mie, delle nostre scelte. Compresa quest’ultima sulla mozione del riconoscimento della Palestina
GR- Ultime due curiosità. Hai simpatia attualmente per qualche partito a livello nazionale o per qualche leader?
AV- Non ho tessere di partito, se questa è la curiosità. Mi considero un cane sciolto che dialoga con tutti a sinistra, ma che allo stesso tempo non lesina critiche e prese di distanza. In un recente passato, non recentissimo, ammiravo molto Emma Bonino, quella pacifista. Diciamo che adesso fluttuo tra PD e Sinistra Italiana, ma guardo più allo spirito unitario delle persone nelle manifestazioni che alla presenza o meno dei leader alla testa del corteo.
GR- Dicci qualcosa di più su questa tua ultima iniziativa, quella che ti ha dato una inattesa visibilità e ha
suscitato curiosità intorno alla tua figura
AV- Nasce sempre dal confronto con gli amici del Coordinamento per la Pace, come quando abbiamo ospitato famiglie ucraine in fuga dalla guerra. E abbiamo così messo Ome, il microscopico Ome, al centro dell’universo (ride ironico e divertito). Adesso, vedi, anche la Gran Bretagna ci ha copiato l’idea e ha riconosciuto, qualche giorno fa, lo Stato della Palestina. Abbiamo gettato il sasso nello stagno… A parte gli scherzi, la mia proposta è piaciuta molto ai miei. E anche l’opposizione…
GR- È stata votata all’unanimità, è incredibile!
AV- A dire il vero, unanimità dei presenti. Un consigliere di minoranza, il più lontano da noi, era
assente e non è dato sapere come si sarebbe espresso. Comunque, è stato un risultato ottimo,
perché rappresenta un punto di non ritorno per tutta la comunità.
Questo è il breve e forse approssimativo ritratto di Alberto Vanoglio, Sindaco di centrosinistra del
Comune di Ome. Non un rivoluzionario, certo, ma un uomo giusto, schietto e coraggioso. Una
persona che ha avuto e ha ancora il coraggio di mettersi in discussione, pratica desueta ma
fondamentale per capirsi e farsi capire. Una pratica che potrebbe un futuro neanche tanto lontano
vedere sfilare il Primo Cittadino di Ome accanto a noi e con le nostre bandiere.
Giuseppe Raspanti
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