Esattamente 10 anni fa nasceva questo blog. Messo in piedi da un gruppetto di compagni del circolo “Guido Puletti” di Sinistra Anticapitalista, con il dichiarato scopo di NON essere un blog “di partito”, ma un blog aperto a tutte le componenti della sinistra bresciana, un luogo di discussione pubblica e, perché no, di “contaminazione”. Dobbiamo riconoscere che, da questo punto di vista, nonostante i continui inviti (scritti e orali) la scommessa non è riuscita. Neppure le correnti che a noi sembravano più interessanti, quelle legate al marxismo e all’anarchismo rivoluzionari, hanno partecipato attivamente al blog, scrivendo articoli o commentando, se non in casi sporadici. Il 95% degli articoli scritti localmente sono stati il frutto di un gruppetto di tre o quattro compagni bresciani appartenenti al circolo di SA. Solo un compagno, di area libertaria, ma vicentino, Gianni Sartori, ha accettato di collaborare in maniera continuativa al nostro blog (e lo ringraziamo qui pubblicamente). Altri compagni, bresciani e no, hanno dato un contributo più saltuario (comunque benvenuto e degno di ringraziamento). Abbiamo “rimediato” a questa carenza importando articoli da altre realtà, dal sito nazionale di SA a quello del PCL, da Radio Onda d’Urto al sito di Controvento, dai siti delle varie sezioni della Quarta Internazionale a Pungolo Rosso (blog della TIR), ecc. ecc. Ma ecco alcuni numeri, “oggettivi”.
Il totale degli articoli è di 6432. Da quelli più visti, con oltre 30 mila visualizzazioni (sul COVID in Lombardia o sulle “foibe”, per esempio) ai molti con un centinaio o poco più di visite. In generale quelli ad argomento specificamente “bresciano” hanno suscitato meno interesse. Quello più popolare, riguardante il COVID 19 a Brescia, ha avuto poco meno di 5.000 visualizzazioni. Il che dimostra, probabilmente, che il nostro piccolo pubblico non si limita alla nostra provincia. In dieci anni abbiamo avuto oltre 804 mila visualizzazioni (con oltre 522 mila visitatori). Più dell’88% provenienti dall’Italia (e qui, nessuna sorpresa, essendo il blog in italiano al 99%), con un altro 6% dagli altri paesi europei (nell’ordine Norvegia, al terzo posto, Svizzera, al quarto, Spagna, al quinto, e Francia, al sesto, e poi via via tutti gli altri, dalla Germania alla Russia, dall’Ucraina all’Irlanda, e persino…dalla Città del Vaticano!). Al secondo posto troviamo il Nordamerica, con gli USA che contribuiscono da soli con oltre il 4% delle visualizzazioni: saranno gli italo-americani di Brooklyn o la CIA? Comunque è un dato che ci ha sorpreso, ed è costantemente così fin dal lontano inizio. Al terzo posto l’Asia, con 4600 visualizzazioni (di cui 1400 dalla Cina), meno dello 0,6%. Segue l’America Latina, con circa 4 mila visualizzazioni (con Brasile, Messico, Argentina e Cuba ai primi posti). L’Africa ha partecipato con 1500 visualizzazioni (meno dello 0,2%), con Marocco, Egitto e Sudafrica in testa. Ultima l’Oceania (ovvio, viste anche le dimensioni demografiche), con poco più di 600 visualizzazioni (al 90% australiane). Una curiosità: tre soli paesi (su oltre 200!) non hanno nessuna visualizzazione: due africani (Mauritania e Somalia) e uno “oceanico” (Papua Nuova Guinea). Anche questo dato ci ha sorpreso: se potevamo aspettarci visite dai paesi europei ed in genere del “Nord globale”, ci ha stupiti vedere visualizzazioni dal Bhutan o dalle Maldive, oppure dal Benin o dal Kenya. Se nei primi cinque anni la media delle visualizzazioni è stata intorno alle 130/140 visite al giorno (al di là del picco “Covid” del 2020, che ci ha visto superare le 520), dal 2021 ad oggi la media è raddoppiata. Non sappiamo quale sia la consistenza dei lettori degli altri blog politici locali simili al nostro, per cui non abbiamo idea se essere delusi o contenti. Ma questi sono i dati. Ah, un appunto per ciò che riguarda i commenti: 1447 commenti (alcuni lusinghieri, altri molto critici) sono stati pubblicati. Un solo commento, proveniente da un gruppetto fascista e pieno d’insulti, è stato “censurato”. Commenti provenienti un po’ da tutte le “anime” della sinistra, e non solo. Il fatto che solo uno sia stato censurato ci pare una bella prova di apertura democratica, di tolleranza. Non sappiamo se fra dieci anni saremo ancora qui, per fare un altro bilancio. Con l’accelerazione guerrafondaia degli ultimi anni, qualche dubbio sorge spontaneo. Ma se ci saremo, saremo ancora convinti, crediamo, del fatto che essere rivoluzionari non vuol dire essere chiusi e settari, con “la verità in tasca”, senza per questo essere, come si dice a Brescia, “en cül che ‘l va bè a töte le braghe”. E ostinatamente controcorrente.
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