dal blog “Refrattario e Controcorrente”
Redazione
Nel XIX secolo, quando molti lavoratori lavoravano più di 14 ore al giorno, il movimento operaio internazionale si unì intorno alla richiesta di una giornata lavorativa di 8 ore. (nella foto in alto la manifestazione del 1° Maggio 1891 a Roma, a San Giovanni)
Discussi già nel 1864 all’interno dell’Associazione Internazionale dei Lavoratori, altrimenti nota come Prima Internazionale, gli scioperi imposero la giornata di 8 ore nel 1866 negli Stati Uniti negli “stabilimenti della Repubblica”. Nel 1884, un congresso dei sindacati americani decise che dal 1° maggio 1886 nessun lavoratore avrebbe dovuto lavorare più di 8 ore al giorno. In quella data, o i padroni erano d’accordo o sarebbe stato sciopero. Nel periodo precedente di quella giornata si svolsero enormi manifestazioni.
A Chicago, nel 1886
Il 1° maggio 1886 scoppiarono 5.000 scioperi che coinvolsero 340.000 scioperanti. 125.000 lavoratori ottennero giornate lavorative di 8 ore quel giorno, altri 200.000 nel mese successivo e che la giornata lavorativa fu comunque ridotta per milioni di altri.
Il movimento però fu duramente represso. A Milwaukee, la polizia uccise 9 scioperanti. A Chicago, durante gli scontri alla fabbrica McCormick tra operai in sciopero e crumiri, i detective armati della Pinkerton e la polizia uccissero 6 persone e ne ferirono una cinquantina. Il giorno dopo, durante una riunione di protesta a Haymarket Square, la folla venne violentemente dispersa dalla polizia. Venne lanciata una bomba che provocò 8 morti e decine di feriti. La sparatoria della polizia fu più terribile, Chicago fu messa sotto assedio e tre mesi dopo gli imputati furono condannati a morte. La loro impiccagione, avvenuta nel 1887, ebbe un impatto internazionale.
Le giornate di mobilitazione internazionale
Un anno dopo, nel 1888, in Francia, il congresso sindacale di Bordeaux decise di organizzare una manifestazione di 8 ore il 24 febbraio 1889, anniversario della rivoluzione del 1848. Fu un grande successo ed ebbe un grande impatto. Fu allora che venne avanzata l’idea di organizzare una grande manifestazione internazionale in una data fissa, per intimare ai governi di ridurre la giornata lavorativa a 8 ore. Il Congresso internazionale dei lavoratori di Parigi del 1889 adottò questa data come riferimento al May Day americano.
Il 1° Maggio in Italia
In Italia, non appena arrivata la notizia delle esecuzioni di Chicago nel 1888, a Livorno il popolo attaccò le navi statunitensi ancorate nel porto. Le prime manifestazioni e festeggiamenti di cui si hanno notizia certa in Italia, avvennero a Torino tra la fine di aprile e il primo maggio 1890. Ma la dinamica contagiò anche il Sud, come attestano le documentazioni fotografiche ad esempio del 1° maggio 1913, con un corteo che percorre le strade affollate della città di Andria.
Quanto alle 8 ore, nel 1919 la FIOM riuscì a firmare con il padronato un accordo per la riduzione d’orario a otto ore giornaliere e 48 settimanali.
Ma poi il fascismo stroncò quella dinamica sia sul piano contrattuale che su quello simbolico. Dal 1923 la celebrazione della festa del lavoro fu corporativisticamente anticipata al 21 aprile, in coincidenza con il “Natale di Roma”, scelta a cui obbligatoriamente dovettero adeguarsi tutti gli accordi stabiliti tra industriali e operai per la giornata del 1º maggio, giornata per la quale il governo fascista vietò ogni manifestazione.
Fu solo nel 1946, al termine della Seconda guerra mondiale, che la celebrazione fu poi riportata al 1º maggio ed elencata stabilmente e ufficialmente per legge tra i giorni festivi.
La tradizione e il significato delle manifestazioni che si svolsero tutti i 1° di maggio in tutte le città italiane vennero stroncati nel 1990 dalla decisione dei vertici di CGIL, CISL e UIL di non tenere più a Roma nessuna manifestazione politico sindacale, sostituendola con il “concertone di San Giovanni”, il cui valore interclassista si è andato accentuando nel corso dei 35 anni successivi.
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