Comunicato stampa della Fondazione Andreu Nin
dalal pagina Facebook della Fondazione Andreu Nin

Il 13 aprile è morta a Tolone la compagna Maria Teresa Carbonell (1926-2025). La sua lunga vita è stata legata alla lotta per la memoria del Partito Operaio di Unificazione Marxista (POUM) e alla difesa del socialismo democratico di fronte alla tirannia stalinista.
Nata in una famiglia di militanti del POUM, María Teresa si trasferì a Parigi nel dopoguerra, dove nel 1950 si legò a Wilebaldo Solano, che era stato segretario generale della Juventud Comunista Ibérica, che era l’organizzazione giovanile del POUM. Dopo il 1945, Wilebaldo Solano divenne segretario del POUM in esilio fino a quando l’organizzazione scomparve con la cessazione della pubblicazione de La Batalla nel maggio 1980.

Con la sua grande intelligenza politica e il suo indimenticabile calore umano, Maria Teresa fu al fianco di Wilebaldo durante i lunghi decenni di esilio per rivendicare la memoria di Andreu Nin e la verità sul suo assassinio. Partecipò poi ai tentativi di ricostruire il POUM dopo la morte di Franco.
Dalla creazione della Fondazione Andreu Nin, si è appassionata al suo lavoro, incoraggiandoci a guardare alle nuove realtà con occhi nuovi, nella migliore tradizione democratica e libertaria di un socialismo che, per lei, è sempre stato legato alle idee di libertà e uguaglianza.
Ho appreso pochi minuti fa, dal blog Refrattario e Controcorrente, che è morta la compagna Maria Teresa Carbonell, ultima militante del POUM. Ho conosciuto Maria Teresa 24 anni fa, al mio arrivo a Barcellona, insieme al suo compagno, Wilebaldo Solano, durante una delle molte iniziative della Fondazione “Andreu Nin”, una fondazione che riunisce un po’ tutte le correnti del marxismo rivoluzionario nello stato spagnolo. E la ricordo in particolare in tre occasioni. La prima, una ventina d’anni fa, quando mi accolse nella loro casa di Barcellona per una lunga intervista che mi concesse Wilebaldo sui rapporti tra Camillo Berneri e il POUM (in quel momento stavo scrivendo “Nostra patria è il mondo intero”, sull’attività di Berneri e in genere degli anarchici italiani a Barcellona nel 1936-37). La seconda, 15 anni fa, all’inaugurazione della Biblioteca “Andreu Nin” sulle Ramblas, proprio di fronte all’edificio in cui aveva avuto sede il POUM tra il luglio 1936 e il giugno 1937 (quando venne messo fuori legge dagli stalino-repubblicani del governo Negrin). E la terza pochi mesi dopo, nel settembre 2010, al funerale del suo vecchio compagno, l’indimenticabile e infaticabile rivoluzionario che continuava a ripetere, rispondendo a quelli che dicevano che il POUM non c’era più: “Finchè ci sono io, il POUM c’è!”. Ora anche lei se n’è andata, a 99 anni, in uno dei periodi più bui per gente della nostra età, ma sicuramente una bazzecola per quelli come lei, che hanno vissuto “la mezzanotte del secolo. Non so se i franchisti, gli stalinisti, i borghesi di tutte tendenze se ne saranno accorti. Forse potranno finalmente dire che il POUM non c’è più, dopo averlo perseguitato finché era una pericolosa realtà sovversiva e sepolto sotto una spessa coltre di oblio quando era ormai ridotto a poca cosa. Lo riconosco, il POUM, purtroppo, ha cessato definitivamente di esistere. Ma non cessa di esistere la speranza di un mondo migliore, un mondo senza sfruttati nè sfruttatori, un mondo di liberi e uguali. Visca el POUM! Visca el socialisme revolucionari i llibertari!
Flavio Guidi
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