Venerdì prossimo ci sarà uno sciopero generale, indetto, con modalità varie, da CGIL, UIL, COBAS, CUB, SICOBAS, SGB, USI, ADL-COBAS, SIAL COBAS, ecc. Probabilmente sarà uno sciopero “vero”, capace di mobilitare centinaia di migliaia di lavoratori, vista la convergenza della maggior parte dei sindacati di base in un’unica giornata con CGIL e UIL. Praticamente restano fuori dalla mobilitazione solo i sindacati gialli (CISL, UGL, ecc.) e l’USB. Riportiamo qui sotto alcuni comunicati delle diverse sigle sindacali.
- 29 novembre sciopero generale e sociale dei COBAS e altri sindacati, con manifestazioni territoriali. A Roma corteo da P. Indipendenza (ore 9.30) a P. Barberini
Il 29 novembre, i COBAS, insieme agli altri sindacati conflittuali ADL, Clap, Sial, hanno proclamato lo sciopero generale dei lavoratori/trici di tutti i settori privati e pubblici, per l’intera giornata, contro le politiche economiche e sociali del governo Meloni. Le richieste principali dei COBAS riguardano massicci investimenti nei settori pubblici di Sanità, Scuola, Università, Trasporti, Servizi di assistenza e il taglio drastico delle spese militari; la stabilizzazione di tutti i precari/e e dei lavoratori/trici in appalto della P.A.; Il rinnovo dei contratti pubblici e privati con aumenti salariali che recuperino totalmente l’inflazione reale; l’adeguamento delle pensioni alla inflazione e l’abolizione della legge Fornero; la riduzione dell’orario di lavoro e l’introduzione per legge del salario minimo; la tutela reale della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro; significativi investimenti per la protezione dell’ambiente e il risanamento dei territori; la libertà di movimento, i diritti di cittadinanza e l’abolizione della Bossi Fini.
Lo sciopero è altresì indetto contro le politiche economiche e fiscali della legge di bilancio per il 2025; Il D.d.l. (Sicurezza) n. 1660 che criminalizza il conflitto sociale; l’Autonomia differenziata che acuisce le differenze sociali tra i territori e tra i cittadini/e delle diverse regioni; la guerra e l’economia di guerra; il blocco del turn over nella P.A. e il taglio di 8000 posti di docenti e ATA nella scuola; la privatizzazione delle aziende energetiche, delle Poste, delle Telecomunicazioni, del trasporto pubblico, dei servizi di igiene ambientale, della Sanità, dell’istruzione, per la ripubblicizzazione di quelle già privatizzate; gli appalti e subappalti che precarizzano il lavoro e regalano profitti alle imprese private; le discriminazioni, molestie e ricatti sessuali nei luoghi di lavoro.
Nella stessa giornata hanno convocato lo sciopero generale anche altri sindacati di base (CUB e Sgb). Allo sciopero, anche sociale, parteciperanno strutture e movimenti ambientalisti, femministi/transfemministi, studenteschi e dei Centri sociali, con i quali, oltre che con gli altri sindacati di base, organizzeremo manifestazioni territoriali nelle principali città. A Roma corteo da P. Indipendenza (ore 9.30) a P. Barberini.
Piero Bernocchi portavoce Confederazione COBAS
– Cgil e Uil, Sciopero generale di 8 ore, venerdì 29 novembre, per cambiare la manovra di bilancio
Aumentare salari e pensioni
Finanziare sanità, istruzione, servizi pubblici
Investire nelle politiche industriali
Il Governo ci infliggerà 7 anni di austerità con:
- perdita del potere d’acquisto di lavoratori e pensionati causata da un’inflazione da profitti;
- crescita della precarietà e del lavoro nero e sommerso;
- tagli ai servizi pubblici, a partire da Sanità, Istruzione, Trasporto pubblico, Enti locali;
- rinnovi contrattuali per il pubblico impiego che coprono appena 1/3 dell’inflazione;
- taglio del cuneo fiscale (con perdite per molti) pagato dagli stessi lavoratori con il maggior gettito Irpef;
- politiche fiscali che riducono la progressività e che, attraverso condoni e concordati, favoriscono gli evasori;
- nessun intervento sugli extraprofitti;
- peggioramento della Legge Monti/Fornero che si applicherà al 99,9% dei lavoratori;
- insufficiente rivalutazione delle pensioni, con la beffa di un aumento di soli 3 euro al mese per le minime;
- assenza di una politica industriale e tagli agli investimenti;
- ritardi nell’attuazione del PNRR e nessuna strategia per il Mezzogiorno;
- attacco alla libertà di manifestare il dissenso con il Disegno di Legge Sicurezza.
Per queste ragioni rivendichiamo al sistema delle imprese e al governo:
- DI PRENDERE SOLDI DOVE SONO: extraprofitti, profitti, rendite, grandi ricchezze, evasione fiscale e contributiva
- UN FINANZIAMENTO STRAORDINARIO per sanità pubblica, servizi sociali, non autosufficienza, Istruzione e ricerca
- RINNOVO DEI CCNL PUBBLICI E PRIVATI per aumentare il potere d’acquisto, con detassazione degli aumenti
- PIENA RIVALUTAZIONE DELLE PENSIONI, rafforzare ed estendere la quattordicesima
- RIFORMA DELLE PENSIONI che superi la Legge Monti/Fornero
- POLITICA INDUSTRIALE PER I SETTORI MANIFATTURIERI E PER I SERVIZI con investimenti per difendere l’occupazione – anche con il blocco dei licenziamenti – creare nuovo lavoro e costruire un modello di sviluppo sostenibile
- TUTELA DELLA SALUTE E SICUREZZA E CONTRASTO ALLA PRECARIETÀ cambiando la legislazione sul lavoro
- RITIRO DEL DISEGNO DI LEGGE SICUREZZA e rispetto delle libertà costituzionali.
MOBILITIAMOCI PER CAMBIARE
le scelte ingiuste e sbagliate del Governo
– CUB: SCIOPERO GENERALE VENERDì 29 NOVEMBRE
Milano – Sciopero Generale 29 novembre – ore 09.30 concentramento Piazza Fontana
Il 29 novembre, in occasione dello Sciopero Generale, in Piazza Fontana a Milano si concentreranno sindacati di base, movimenti sociali, realtà antirazziste e antifasciste, collettivi studenteschi, comitati per il diritto all’abitare, all’istruzione e alla sanità pubblica.
Piazza Fontana, luogo simbolico, richiama le repressioni del passato e le limitazioni odierne ai diritti: dalle bombe di 55 anni fa al DDL 1660 e al decreto lavoro, strumenti per restringere il dissenso ed eliminare i diritti. Prima della partenza sarà deposta una corona in ricordo di Licia e Pino Pinelli e sarà realizzato un murale per riaffermare la lotta per la giustizia sociale.

Lo Sciopero Generale unisce studenti, lavoratori precari, pensionati e movimenti sociali contro: -Le politiche imposte dall’economia di guerra e lo Stato di polizia; -Il genocidio del popolo palestinese; -La manovra economica e la nuova austerità; -Lo smantellamento di tutti i servizi pubblici.
Scenderemo in piazza per contratti giusti, salari equi e indicizzati, riduzione dell’orario a parità di salario, internalizzazione dei servizi pubblici, diritto alla casa e alla sanità, contro precarietà e lavoro povero.
Lo sciopero sarà un momento fondamentale all’interno di altre giornate di lotta tra cui: 25 novembre: manifestazione di Non Una di Meno; 30 novembre: manifestazione a Roma dei Giovani Palestinesi; 7 dicembre: corteo a Milano contro il DDL 1660; 14 dicembre: manifestazione nazionale a Roma contro il DDL 1660.
Promotori: ADL COBAS, CUB, USI CIT, SIAL COBAS, ADL Varese SGB, SI COBAS, Giovani Palestinesi, UDAP
LE PIAZZE DI VENERDì 29 NOVEMBRE:
Roma, ore 9.30 Piazza Indipendenza inizio concentramento (Il corteo partirà dopo l’arrivo dei lavoratori, passerà davanti al MEF e terminerà in piazza Barberini ove si terrà una CONFERENZA STAMPA DAVANTI AL MINISTERO DEL LAVORO).
Milano, ore 09.30 concentramento Piazza Fontana;
Torino, ore 9 Piazza 18 Dicembre;
Genova, ore 9.30 Largo Lanfranco;
Savona, ore 10 Piazza Saffi;
Bologna, ore 9.30 Piazza XX Settembre;
Firenze, ore 9.30 concentramento Piazza Puccini e manifestazione fino a p.za Dalmazia;
Padova, ore 9.30 Corso Stati Uniti;
Trento, ore 9.30 Piazza Dante;
Napoli, ore 9 Piazza 18 Dicembre.
- SICOBAS: COMUNICATO VERSO LO SCIOPERO GENERALE DEL 29 NOVEMBRE

𝐈𝐥 𝟐𝟗 𝐬𝐜𝐢𝐨𝐩𝐞𝐫𝐢𝐚𝐦𝐨 𝐩𝐞𝐫 𝐥𝐞 𝐜𝐨𝐧𝐝𝐢𝐳𝐢𝐨𝐧𝐢 𝐞𝐜𝐨𝐧𝐨𝐦𝐢𝐜𝐡𝐞 𝐞 𝐧𝐨𝐫𝐦𝐚𝐭𝐢𝐯𝐞 𝐜𝐡𝐞 𝐬𝐨𝐧𝐨 𝐬𝐞𝐦𝐩𝐫𝐞 𝐝𝐢 𝐩𝐢𝐮̀ 𝐩𝐞𝐠𝐠𝐢𝐨𝐫𝐚𝐭𝐞 𝐢𝐧 𝐪𝐮𝐞𝐬𝐭𝐢 𝐚𝐧𝐧𝐢 𝐞 𝐬𝐨𝐧𝐨 𝐬𝐨𝐭𝐭𝐨 𝐚𝐭𝐭𝐚𝐜𝐜𝐨 𝐝𝐚 𝐩𝐚𝐫𝐭𝐞 𝐝𝐞𝐥 𝐠𝐨𝐯𝐞𝐫𝐧𝐨 𝐌𝐞𝐥𝐨𝐧𝐢. 𝐔𝐧𝐨 𝐬𝐜𝐢𝐨𝐩𝐞𝐫𝐨, 𝐪𝐮𝐢𝐧𝐝𝐢, 𝐜𝐨𝐧𝐭𝐫𝐨 𝐢𝐥 𝐠𝐨𝐯𝐞𝐫𝐧𝐨 𝐝𝐞𝐢 𝐩𝐚𝐝𝐫𝐨𝐧𝐢 𝐞 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐞 𝐠𝐮𝐞𝐫𝐫𝐞, 𝐚 𝐟𝐢𝐚𝐧𝐜𝐨 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐫𝐞𝐬𝐢𝐬𝐭𝐞𝐧𝐳𝐚 𝐩𝐚𝐥𝐞𝐬𝐭𝐢𝐧𝐞𝐬𝐞!
Lo sciopero generale del 29 novembre, indetto dai sindacati di base a cui ha aderito anche il SI Cobas, vede al primo punto, collegata alla difesa degli interessi immediati dei lavoratori, l’opposizione alla politica di guerra e all’economia di guerra del governo Meloni, con riferimento sia alla Palestina che all’Ucraina. Un punto fondamentale che è assente dalla piattaforma di CGIL e UIL per lo sciopero indetto nella stessa giornata. E che si collega con la mobilitazione contro le norme repressive del ddl (ex) 1660, in discussione al Senato, che intende colpire tutte le lotte sociali: sindacali, per l’abitare, per l’ambiente, per la dignità degli immigrati, contro i soprusi in carcere, ecc., ma anche contro le proteste contro governo e guerra.
Il divieto della manifestazione del 5 ottobre a Roma per la Palestina è la prova del nesso guerra esterna-guerra interna. L’abbassamento dei salari, in corso da 30 anni in Italia è funzionale all’aumento della competitività per la guerra economica esterna. Reprimere le proteste per la Palestina e le lotte per il salario nei settori (soprattutto trasporti e logistica) che potrebbero essere contagiosi, sono entrambi obiettivi del governo dei padroni e che CGIL e UIL non potranno né vogliono contrastare adeguatamente.
Per questo con la chiamata del 29/11 intendiamo anche rispondere all’appello delle organizzazioni palestinesi che sostengono la resistenza contro l’aggressione genocida dello stato sionista, in particolare quella portata avanti coerentemente in senso di classe dai Giovani Palestinesi d’Italia (GPI) e l’Unione Arabo-Democratica Palestinese (UDAP). Lo sciopero colpisce nei loro interessi i gruppi capitalisti che sostengono il governo e la sua politica di appoggio a Israele con la vendita di armi, usate per massacrare la popolazione di Gaza, Cisgiordania e Libano, distruggendo case, scuole, ospedali e le infrastrutture necessarie a una vita civile; con accordi commerciali tecnologici e culturali, oltre che militari, che intendono legittimare la politica sionista di oppressione, repressione e annessione. Anche ora di fronte al sistematico affamamento di centinaia di migliaia di persone a Gaza il governo italiano come i suoi accoliti guarda dall’altra parte, perché i propri interessi sono imperialisti, come lo sono quelli della NATO, perche La libertà per il popolo palestinese non può certo arrivare dalle mediazioni tra governi, dell’Occidente o dell’Oriente o dell’area mediorientale, il cui scopo è solo aumentare la propria influenza politica economica e militare nella regione – ma cosa fanno i militari italiani in Libano? Assistono complici all’aggressione militare sionista.
Solo un più forte movimento di solidarietà con la causa palestinese e di opposizione alle politiche governative di lavoratori, studenti e proletari nei paesi imperialisti come l’Italia, può prosciugare il sostegno imperialista al sionismo; solo il sollevamento delle masse sfruttate e oppresse nel Medio Oriente per il rovesciamento di quei regimi può spezzare il bastione sionista e portare libertà ai palestinesi, “dal fiume al mare”, e pace nella regione.
Per questo il nostro sciopero del 29 novembre vuole essere anche un’azione concreta, un esempio che se si propagasse a milioni di lavoratori in Europa e in America potrebbe avere un impatto reale. Che sia l’inizio di una stagione di ripresa della lotta operaia, e dell’internazionalismo dei lavoratori.
Per questo, invitiamo i lavoratori che scioperano il ventinove novembre a prendere parte alla giornata del 30 a Roma, invitando le parti a impegnarsi affinché trovino una soluzione unitaria.
Pensiamo infine che in una data così rilevante a livello nazionale, in continuità con le mobilitazioni che hanno visto il movimento palestinese protagonista indiscusso della lotta per la causa palestinese, contro l’imperialismo, il colonialismo e il sionismo, non si possa che promuovere la massima continuità d’intenti e la massima unità per rafforzare ancora una volta la resistenza e la lotta di liberazione del popolo palestinese.
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