Lo sciopero generale del sindacalismo di base ha avuto un limitato successo a Brescia, se si escludono il settore della logistica e di Brescia mobilità, dove invece l’impatto è stato significativo. D’altra parte il radicamento reale del sindacalismo di base, nella nostra provincia, è sostanzialmente questo, con qualche eccezione positiva nella grande distribuzione (CUB) e alla Synlab (COBAS e CUB). Da tempo, purtroppo, i COBAS della scuola hanno un’influenza molto più limitata che nel passato, e l’assenza di un vero movimento studentesco non aiuta certo la mobilitazione in questo settore. Per quanto riguarda poi le fabbriche, l’egemonia della FIOM non è stata scalfita, nonostante alcune realtà (come la Pasotti) in cui l’opposizione di sinistra (sempre però nell’ambito della FIOM) ha la maggioranza. Il presidio di oggi pomeriggio davanti alla Prefettura è stato un po’ lo specchio di questa realtà non certo esaltante: circa un centinaio i presenti, appartenenti a COBAS, CUB e USB, con la partecipazione di Nonpaghiamo e Diritti per tutti. Assente il SICOBAS, che, pur avendo co-proclamato lo sciopero, ha deciso di concentrarsi nei picchetti nel settore della logistica e di non venire al presidio in centro. Dopo l’intervento di Muro, a nome del COBAS di Brescia mobilità, una delegazione si è recata dal prefetto per illustrare al rappresentante del governo le richieste, che si possono riassumere nello slogan “Giù le armi, su i salari”: non un uomo, non un soldo per la guerra, aumenti salariali subito per recuperare l’inflazione. Domattina vari pullman partiranno da Brescia per partecipare alla manifestazione nazionale di Roma. Quello dell’USB (a cui partecipa anche Nonpaghiamo di Brescia) partirà alle 6 dall’ortomercato. Sperando che Roma dia qualche soddisfazione in più della gelida piazza bresciana di questo pomeriggio.

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