di Gianni Sartori

Avendo avuto la possibilità di confrontarmi a lungo (fine sessanta, primi settanta…del secolo scorso) con stalinisti dichiarati o mascherati (chi sentenziava “Faremo come in Spagna…” con un preciso riferimento al maggio ’37, anche se si dichiarava leninista, di fatto era uno stalinista), certi commenti ai miei articoli sui Curdi da parte di “campisti” comunque intesi e variegati (neostalinisti? Rosso-bruni? …) non mi impressionano più di tanto.

Accusare i Curdi di collaborazionismo con l’imperialismo statunitense per quella che era e rimane un’alleanza tattica, militare (e, presumo, anche transitoria), oltre che vergognoso è semplicemente osceno. Cosa avrebbero dovuto fare? Farsi massacrare dall’Isis in nome della purezza ideologica? Affidarsi ai regimi di Damasco o magari di Teheran? 

Ma per favore!

Nessuno, non io almeno, si scandalizza più di tanto per il fatto che i palestinesi accettino aiuti dalla Turchia (così come in passato appoggiarono perfino Saddam, anche nella repressione dei curdi). Un popolo oppresso, a rischio genocidio (o come minimo etnocidio), come appunto sia i palestinesi che i curdi, ha innanzitutto non solo il diritto, ma anche il dovere di sopravvivere. 

Talvolta i metodi possono apparire non proprio eleganti, ma… sappiamo che non è un pranzo di gala. E aggiungo: purtroppo!

Quanto all’estrazione del petrolio, i curdi stanno semplicemente utilizzando una risorsa del Rojava. Tra l’altro in maniera il meno impattante possibile per l’ambiente (“solo quanto ci serve, non vogliamo un’altra Dubai” mi aveva detto recentemente un portavoce di UIKI).

E sorvoliamo sull’oscena confusione (voluta o frutto di ignoranza?) tra PDK (v. Barzani, questo sì collaborazionista, anche della Turchia), PKK (v. Ocalan) e YPG (v. Rojava).

Di fatto, dopo aver sostenuto sia il regime di Damasco che quello di Teheran, ora sembra che tra i “campisti” si vada diffondendo una certa simpatia per Erdogan (quello che utilizza armi chimiche contro i curdi nel nord dell’Iraq e che si prepara alla prossima invasione su larga scala del Nord della Siria).

Forse era destino. In fondo tra “autoritari” (eufemismo) ci si intende.

Gianni Sartori