Ieri sera Piazza Rovetta (Largo Formentone) era gremita, all’insolita ora delle 19,30. Varie centinaia di persone hanno risposto all’appello di Amnesty International Brescia per protestare contro la repressione scatenata dal regime islamo-fascista degli ayatollah contro la rivolta popolare, le cui protagoniste sono soprattutto le giovani donne, innescata dal brutale assassinio di Masha Amini. Moltissime le giovani ed i giovani, facce sconosciute per chi, come noi, è da decenni in piazza contro tutte le ingiustizie in qualunque parte del mondo. E molti anche i volti noti della sinistra bresciana (da Sinistra Anticapitalista a Rifondazione Comunista, da Nonunadimeno ad Unione Popolare, dai COBAS al Mag47, ecc.). Molto applauditi i discorsi delle due ragazze iraniane, combattive e radicali. Un po’ meno quello del primo iraniano (con qualche scivolone nazionalista, qualche grossolano errore storico e, soprattutto, troppa indulgenza verso USA e UE) e della rappresentante delle “donne democratiche” (leggi PD) bresciane. Alla fine decine e decine di donne (e qualche uomo) si sono concentrati al centro della piazza per una “cerimonia” simbolica singolare: il taglio di una ciocca di capelli per esprimere vicinanza e solidarietà a chi i capelli è costretta a nasconderli sotto l’orribile hijab, simbolo principale dell’oppressione femminile in Iran, Afghanistan, Arabia Saudita, ecc.

FG

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