Da qualche settimana, noi di “Piazze Aperte”, ci stiamo battendo contro l’antidemocratica decisione di prefetto, questore e Comune di Brescia di chiudere le piazze centrali alle manifestazioni, con la scusa dei NO Vax, no GP, ecc. Oggi, passeggiando per il centro, mi sono imbattuto in una pletora di strani personaggi (molti vestiti in uniforme) addobbati con un cappello di foggia un po’ ridicola, da cui spuntava una penna. Sono i cosiddetti “alpini”, famosi per le ubriacature e le feste più o meno sguaiate (anche se alcuni di loro pare si distinguano in opere di volontariato encomiabili). Niente a che vedere con gli “antenati” di 80 anni fa, quelli che avevano invaso Albania, Grecia, Jugoslavia e Unione Sovietica, molti dei quali (vedi la Julia) si erano distinti per ferocia e crudeltà contro i villaggi indifesi e la popolazione civile dei paesi invasi. Mi sono subito chiesto “Ma le piazze Vittoria e Loggia non erano state chiuse a tutte le manifestazioni fino al 6 gennaio?”. Evidentemente, come nella Fattoria degli Animali di Orwell, tutti gli animali sono uguali, ma qualcuno (i maiali in quel caso) è “più uguale” degli altri. Il signor Del Bono, sindaco di questa città, figlio di una cultura, quella cattolica, che teoricamente dovrebbe aborrire guerre, armi, eserciti, ecc. non ha nulla da eccepire? Visto che la sua amministrazione ha voce in capitolo nella sciagurata decisione di qualche settimana fa, mi aspetterei una presa di distanza dalla concessione delle piazze “proibite” agli incoscienti eredi di quell’orribile stagione di morte e distruzione. Pur non avendo alcuna simpatia per la stragrande maggioranza dei NO Vax, mi sembrano molto meno pericolosi di chi, più o meno incoscientemente, rivendica, con quella ridicola penna nera, la continuità con un passato guerrafondaio che vorremmo aver sepolto una volta per tutte il 25 aprile del 1945.
Vittorio Sergi