Quanto è accaduto questa notte alla FedEX di Zampieri di Tavazzano in provincia di Lodi, una azienda della logistica, dove i lavoratori licenziati di Piacenza della stessa azienda avevano dato vita a un presidio, indica una inaccettabile e pericolosissima escalation delle politiche repressive e violente che il governo e i padroni stanno mettendo in atto contro le lotte dei lavoratori e più in generale contro le lotte sociali. I lavoratori hanno infatti subito una violentissima aggressione fisica da parte di una squadraccia di presunti vigilantes al servizio dell’azienda che con bastoni, mazze e guanti di ferro hanno ferito una decina di lavoratori, tra cui uno in modo particolarmente grave, ora ricoverato in ospedale in condizioni critiche.
A tutti i lavoratori aggrediti e feriti, al sindacato Sicobas che organizza la loro lotta va la piena solidarietà e il sostegno della nostra organizzazione.
Denunciamo con forza l’operato repressivo del governo e la violenza padronale sempre più aperta. Le forze di polizia sono intervenute solo post factum, a completamento di quanto aveva fatto la squadraccia fascista cioè solo per identificare i lavoratori che avevano dato vita al presidio e lottavano per la loro reintegrazione davanti un licenziamento ingiusto e al tentativo dei padroni, che va avanti da mesi, di impedire l’organizzazione sindacale dei lavoratori. E’ da mesi infatti che episodi analoghi si producono al cancelli della Fedex con l’aperta connivenza tra le forze della polizia e le squadre prezzolate dal padrone. Inoltre siamo alla vigilia di uno sciopero nazionale della logistica previsto per il 18 giugno a cui seguirà una manifestazione nazionale a Roma il giorno dopo.
Bisogna chiamare le cose col loro nome: siamo di fronte a un evento che ricorda in modo inquietante quanto avvenne nei peggiori momenti della storia del nostro paese ed in particolare i primi passi con cui si è mosso il fascismo.
In gioco sono i diritti fondamenti del movimento delle lavoratrici e dei lavoratori, il diritto a organizzarsi e a poter lottare e scioperare. In gioco è una possibile deriva democratica e sociale che deve esser fermata sul nascere. Se il Governi e padroni di fronte alle contraddizioni e alle miserie prodotte dal loro sistema capitalista, hanno deciso di usare tutti i mezzi a loro disposizione, compresi i peggiori, per bloccare le mobilitazioni sociali e la solidarietà, occorre reagire con la mobilitazione più ampia ed unitaria.
Tutte le forze sindacali grandi e piccole devono sentirsi coinvolti in questa vicenda drammatica e sono chiamati a costruire una mobilitazione di solidarietà e a mandare un messaggio inequivocabile al governo Draghi e alle associazioni padronali, cioè un segnale di lotta e di sciopero.
A tutte le organizzazioni politiche della sinistra la responsabilità, a loro volta, di costruire l’informazione, la denuncia, la costruzione della solidarietà e della mobilitazione.
Questo è l’impegno di Sinistra Anticapitalista