Nel nuovo decreto, quello di ieri sera, è prevista di nuovo la possibilità di «evadere gli ordini» fino al 28 marzo. 

La chiusura per decreto è in enorme ritardo, in Lombardia è in criminale ritardo. Quando finalmente viene decisa, il 22 marzo (dopo 5000 morti), si proroga fino al 25 per chiudere gli ordini. Il 25 esce nuova ordinanza e si proroga fino al 28. 

Intanto migliaia di aziende modificano il loro codice ATECO per poter continuare a produrre come se niente fosse.

Oggi gli ospedali non sono in grado di garantire i Dispositivi Individuali di Protezione, immaginiamo che nessuna azienda sia in grado di garantirli e di rendere gli ambienti di lavoro consoni alla non diffusione dell‘epidemia.

Sarebbe necessario utilizzare il tempo di chiusura delle aziende per sanificare gli ambienti di lavoro, riorganizzare le relazioni lavorative, e reperire i DPI per tutti i presenti, per favorire la ripresa al più presto e senza recrudescenze.

Invece si tira in lungo e si cercano escamotage per continuare a produrre, anche di fronte alla morte, malattia e crisi dei mercati. La follia disordinata del capitalismo.