Sono venuti “a las seis de la tarde”.
Una dozzina fra comunisti italiani e spagnoli della Terza Internazionale sono entrati in casa col solito fare autoritario degli sbirri di ogni regime.
Nessuna protesta, nessuna coscienza di classe li ha fermati.
Gli ordini dati da Stalin erano chiari e loro, i boia, non dovevano far altro che eseguirli.
Sono stati presi così i due anarchici italiani, Francesco Barbieri e Camillo Berneri.
Prelevati sotto gli occhi della compagna di Francesco e di una militante anarchica di Barcellona e buttati dentro una delle macchine nere.
Non vanno a un processo gli anarchici perché la sentenza è già stata emanata. E’ la morte per loro e per altre centinaia di anarchici e di marxisti eretici; quelli del POUM , in particolare.
Ribelli al fascismo, al franchismo, alla chiesa e al Capitale; ma anche alla dittatura del partito Stato/padrone. Quello bolscevico di Stalin e dei suoi boia.
Poche centinaia di metri.
A cosa avrai pensato Camillo? Alle parole che pochi giorni prima hai dedicato al compagno Gramsci, al tuo giornale “GUERRA DI CLASSE, così fastidioso per tutti nelle sue incalzanti parole di verità. Ai tuoi compagni di ogni lotta, alla tua compagna di vita e alle figlie?
E tu Francesco, inseguito dai fascisti e catturato come nemico del popolo da questa banda di assassini?
Poche centinaia di metri.
Le macchine si fermano e i due rivoluzionari anarchici vengono fatti scendere.
Buttati per terra, in ginocchio e finiti con colpi di pistola alla schiena e alla nuca.
I cadaveri presi e lasciati nel centro di Barcellona perché si sappia cosa spetta ai disobbedienti, ai ribelli, ai rivoluzionari!
ERA IL 5 MAGGIO 1937.
IL COMUNISMO SOVIETICO E DELLA TERZA INTERNAZIONALE COMPIVA IL SUO ENNESIMO GIRO DI MORTE PER IMPORRE LE SUE LOGICHE AUTORITARIE E CONTRORIVOLUZIONARIE!
«… Egli aveva dichiarato alle masse della CNT: “il dilemma guerra e rivoluzione non ha più senso. Il solo vero dilemma è: o la vittoria su Franco grazie alla guerra rivoluzionaria, o la sconfitta”.
Come terribilmente vera era stata la sua identificazione di Noske con gli stalinisti! Come il socialdemocratico Noske aveva fatto rapire e assassinare Rosa Luxemburg e Karl Liebknecht, così gli stalinisti avevano assassinato Camillo Berneri. Ricordiamolo con l’amore che portiamo al nostro Karl e alla nostra Rosa. Mentre scrivo, compagni, non posso fare a meno di piangere, piangere per Camillo Berneri.
L’elenco dei nostri morti è lungo quanto la vita della classe operaia. Fortunati furono quelli che caddero combattendo apertamente i loro nemici di classe, nel mezzo della battaglia con i loro compagni a fianco. Molto più terribile è morire soli, per mano di coloro che si chiamano socialisti o comunisti, come è accaduto a Karl e a Rosa, come stanno morendo i nostri compagni nelle camere di esecuzione dell’esilio siberiano. Un’angoscia particolare fu quella di Camillo Berneri. Morì per le mani di “marxisti-leninisti-stalinisti”, mentre i suoi più cari amici, la Montseny, Garcia Oliver, Peirô, Vasquez stavano consegnando il proletariato di Barcellona ai suoi esecutori. Giovedì 6 maggio. Ricordiamo questa data…»
(Claudio Taccioli)
Un buon articolo. Peccato quella caduta di stile, caro Claudio, quando regali al partito di Stalin (nel ’37!) la qualifica di “bolscevico”. In cosa sarebbe “bolscevico” quel mostruoso apparato che stava massacrando tutti (o quasi) i bolscevichi del 1917? Prova a spiegarcelo tu.
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il Partito di Stalin che fu quello di Lenin, dal 1925 al 1952, si chiamò: Partito Comunista di tutta l’Unione (bolscevico), o PCU(b).
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Poteva chiamarsi come voleva: la realtà era che i bolscevichi finivano massacrati a migliaia nei sotterranei della NKVD o nei Gulag.
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D’altra parte, i bolscevichi avevano fatto le stesse cose alle e ai militanti delle altre sinistre, anrchici compresi.
Del resto, era già tutti previsto:
«…l’organizzazione partitica si sostituisce al Partito, il Comitato centrale si sostituisce all’organizzazione partitica e, infine, il dittatore si sostituisce al Comitato centrale. I comitati danno l’“orientamento” e lo cambiano mentre il popolo tace».
(Lev Trotsky – I NOSTRI COMPITI POLITICI – 1904).
” (…) Ma i partigiani veri della «dittatura del proletariato» non la intendono così, e ce lo fanno ben vedere in Russia. Il proletariato naturalmente c’entra come c’entra il popolo nei regimi democratici, cioè semplicemente per nascondere l’essenza reale della cosa. In realtà si tratta della dittatura di un partito, o piuttosto dei capi di un partito ed è dittatura vera e propria, coi suoi decreti, con le sue sanzioni penali, con i suoi agenti esecutivi e soprattutto con la sua forza armata, che serve oggi anche a difendere la rivoluzione dai suoi nemici esterni, ma che servirà domani per imporre ai lavoratori la volontà dei dittatori, arrestare la rivoluzione, consolidare i nuovi interessi che si vanno costituendo e difendere contro le masse una nuova classe privilegiata.”
(Errico Malatesta – Contro la dittatura del proletariato – 30 Luglio 1919).
“I bolscevichi sono l’ordine gesuita al centro della Chiesa marxista. con ciò non intendo dire che siano persone disoneste o in malafede. il marxismo a cui s’ispirano, la loro politica e i loro metodi, i mezzi stessi che essi applicano hanno impedito che si realizassero i loro obiettivi della prima ora. Comunismo, socialismo, uguaglianza,libertà (…) è stato screditato e insozzato dalla tattica bolscevica, dal loro gesuitico principio che il fine giustifica i mezzi. (…)”
(Emma Goldman – My Disillusionment in Russia – 1921).
“Ho visto la lotta di classe, da tempo terminata, diventata una guerra di vendetta e di sterminio. Ho visto gli ideali di ieri traditi, il senso della rivoluzione invertito, la sua essenza capovolta in reazione. Ho visto gli operai sottomessi, l’intero paese zittito dalla dittatura del partito e dalla sua brutalità organizzata.”.
(Aleksandr Berkman – 1921).
In fondo, bastava ricordare quello che aveva profetizzato Bakunin:
“«Che significa il proletariato elevato al rango di classe dominante? Forse il proletariato sarà posto a capo del governo? Ci saranno forse 40 milioni di tedeschi che diverranno capo del governo? Tutti saranno dirigenti e non ci sarà nessun governo, nessuno Stato.? In realtà tutte le volte che c’è lo Stato, ci saranno dirigenti e ci saranno schiavi. Questo dilemma è risolto nella teoria marxista in un modo molto semplice […] un piccolo numero di rappresentanti eletti dal popolo […] convinti sostenitori del socialismo scientifico…[instaureranno] una nuova dispotica leadership di una nuova aristocrazia … composta da saggi, veri o falsi. »
E ancora: “Loro dicono (i marxisti – NdR), questo giogo della dittatura dello Stato è un mezzo di transizione necessario per conseguire la liberazione integrale del popolo, l’anarchia o la libertà è il fine, il governo o la dittatura è il mezzo. Dal quale si evince che per liberare le masse bisogna prima sottometterle…Noi rispondiamo: … la libertà può essere solo il frutto della libertà . Vale a dire, la rivolta delle masse e l’organizzazione libera dei lavoratori può arrivare solo dal basso verso l’alto.
Nulla cambia, semplicemente ad una classe dominante se ne sostituirà un’altra, visto che i rappresentanti di questa nuova classe dominante riceveranno la delega dalle masse, ritenute dai marxisti troppo ignoranti per poter gestire la fase di transizione.”.
Le mani dei bolscevichi grondavano sangue e infamie. Finiti gli avversari delle varie sinistre, non fecero altro che continuare ad ammazzare e imprigionare. Questa volta, oltre al popolo conquistato, tra di loro. Come nelle foto truccate dal regime, dove prima c’erano tutti, alla fine ne rimase uno solo. L’ultimo dei bolscevichi: il compagno Iosif Vissarionovič Džugašvili!
Ma tutto era cominciato tanto tempo prima, nell’idea che c’è un a dittatura più buona di ogni altra.
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