Comunicato della direzione nazionale di Sinistra Anticapitalista

Per i diritti dei popoli e delle classi lavoratrici

No all’Europa fortezza dei padroni e delle armi

Per una federazione ecosocialista europea delle lavoratrici e dei lavoratori 

1. Gli avvenimenti delle ultime settimane hanno fatto cadere tutti le coperture e ipocrisie con cui sono state mascherate le politiche delle grandi potenze imperialiste. Siamo di fronte a un drammatico conflitto per il controllo delle diverse regioni della terra e per la spartizione del mondo che schiaccia i popoli, nega i loro diritti, sfrutta e impoverisce le classi lavoratrici per garantire i profitti delle elites borghesi, oligarchiche e neofeudali. 

Sono politiche che in varie forme sono praticate dagli Usa, prima quella di Biden e poi quella di Trump, dalla Russia neozarista di Putin, da una Europa liberista e capitalista, che sceglie di concepire il suo futuro con un gigantesco riarmo nel tentativo di partecipare a pieno titolo a questo scontro tra gli imperialisti maggiori, con la Cina sullo sfondo, la grande potenza emergente che ha tratto i maggiori vantaggi dal periodo della globalizzazione capitalista. A pagare per ora i prezzi più duri sono stati in particolare il popolo palestinese, più che mai minacciato di genocidio dallo stato sionista con il totale appoggio di tutte le potenze occidentali e il popolo ucraino sottoposto da 3 anni ai bombardamenti dell’invasione russa e i giovani ucraini e russi caduti a centinaia di migliaia nella guerra di trincea.

Solo una grande mobilitazione internazionalista, anticapitalista e contro la guerra avrebbe potuto avere la forza di porre fino a questo macello e condizionare in modo deciso le scelte dei governi occidentali e del regime putiniano. Ma questo non è stato anche per le pesanti sconfitte subite nel corso degli anni dal movimento dei lavoratori e dai movimenti sociali. 

2. Oggi di fronte alla comune volontà di Trump e di Putin di cercare tra loro un accordo per spartirsi le sfere di dominio, le borghesie europee, messe da parte e rese sempre più subalterne dall’imperialismo americano, reagiscono portando all’estremo quanto già da alcuni anni stanno facendo: trasformare ancor più l’Europa dell’austerità, del liberismo, della distruzione delle conquiste sociali delle classi popolari, anche in una fortezza di guerra (confermata dalle ultime misure antimigranti), con un mastodontico piano di riarmo, che cadrà sulle condizioni di vita della maggioranza della popolazione e che rafforzerà ancor più le correnti reazionarie e fasciste nei diversi paesi.

3. La piazza che Serra ha convocato in nome di vaghi ideali, da tempo messi da parte,  non è altro che la piazza di La Repubblica, una corrente liberista e draghiana della borghesia che la gestisce a livello di massa; essa sarà inevitabilmente la piazza delle scelte belliciste della von der Leyen e  nessun bandiera della pace che verrà sventolata potrà modificarne il significato e il messaggio simbolico reazionario.

La dichiarazione fatta da Landini, se avesse voluto coerenza politica, avrebbe dovuto portare la CGIL a non partecipare a quella manifestazione fasulla, gestita da chi è nemico giurato, anche se più o meno mascherato, delle lavoratrici e dei lavoratori. 

Per questo sosteniamo quanto scritto dall’appello di Transform: 

Non ci facciamo arruolare da chi ha sostenuto la guerra in Ucraina in nome dei diritti dei popoli oppressi ma ha fatto da scorta mediatica al genocidio di Netanyahu contro i palestinesi a Gaza. Non andremo a sventolare una bandiera a sostegno di chi ha scelto la via della guerra e dell’economia di guerra, dei governi europei che sostengono Israele e hanno trattato da terrorista Ocalan e il movimento di liberazione curdo.  E’ la stessa Fortezza Europa che porta la responsabilità del migranticidio nel Mediterraneo e che ha normalizzato le estreme destre. Questa Europa – quella del Patto di Stabilità e del piano di riarmo – non ci rappresenta”.

E aggiungiamo: un’Europa mai interessata veramente alla autodeterminazione del popolo ucraino,  rivolta invece a gestire e condizionare le scelte del governo di Kiev e le dinamiche della guerra in funzione degli interessi complessivi geopolitici delle potenze occidentali; una guerra che oggi Trump punta a chiudere negli interessi specifici degli USA, spolpando quel paese delle sue risorse naturali. 

E’ dunque un’Europa capitalista, nemica delle classi popolari, che oggi costruisce una invereconda campagna ideologica, la vediamo nel nostro paese su tutti i media, per assuefare (e convincere) le cittadine e i cittadini della scelta del riarmo e in particolare i giovani a  sacrificarsi in guerra per “la libertà”, cioè per l’interesse dei nostri oligarchi.    

4. E’ importante dunque il 15 marzo cominciare a costruire un’altra narrazione pubblica, costruire un’altra piazza. Sinistra Anticapitalista ci sarà.

Contro questa Europa, per un’altra Europa, quella necessaria ed indispensabile che vogliamo, un’Europa delle lavoratrici e dei lavoratori, solidale, pacifica; difendiamo una prospettiva di Stati uniti ecosocialisti di Europa come alternativa alla barbarie del presente. 

Siamo per una piazza che non mutui dagli imperialisti la pratica del doppio standard, come alcune forze stanno facendo, cioè combattendo solo uno schieramento imperialista e dimenticandosene un altro perché i “cattivi” sul pianeta sono tanti.

Siamo contro la Nato degli Usa sia versione Biden che Trump, contro le borghesie europee, neoguerriere , ma siamo egualmente contro Putin e il suo regime imperiale e zarista, tutti uniti ad utilizzare i loro strumenti oppressivi per mantenere le loro zone di dominio; come non abbiamo alcuna fiducia in altre potenze capitaliste emergenti. 

Siamo per l’uscita dalla Nato, ma anche per lo scioglimento di tutti i patti militari ad occidente e oriente.

Siamo perché sia posto fine al massacro dl popolo palestinese, siano riconosciuti i suoi diritti, come quelli dei Curdi e di Rojava.

Siamo per l’immediato cessate il fuoco in Ucraina, perché finisca la carneficina dei giovani ucraini e russi e i bombardamenti russi sulla popolazione civile.

Siamo per ricostruire in forme aperte e plurali un movimento contro la guerra, contro le politiche liberiste e belliciste su scala internazionale, un movimento molto più largo di quello che pure importante si ritroverà sabato 15 in piazza, per segnare una strada alternativa.

  • Contro la barbarie capitalista che distrugge le persone, i popoli e l’ambiente.
  • Contro tutti gli imperialismi e ogni forma di oppressione e sfruttamento.
  • Per porre fine alla guerra, alla folle corsa al riarmo e alla spirale suicida del militarismo.
  • Per i diritti dei popoli alla loro autodeterminazione.
  • A fianco delle classi lavoratrici e delle/dei oppresse/i di tutti i paesi, a sostegno dei loro diritti e delle loro rivendicazioni economiche, sociali, ambientali e democratiche.
  • Per l’unità e la solidarietà internazionalista delle classi oppresse e sfruttate per costruire una alternativa ecosocialista.

L’appuntamento è sabato 15 marzo ore 15 in Piazza Barberini a Roma 


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