Una guerra tra signori militari, proconsoli degli interessi degli imperialismi, che ha affossato la rivoluzione, e passata quasi sotto silenzio. Decine di migliaia i morti, milioni i profughi.

di Luciano Pollichieni

La conquista di Wad Madani, capitale dello Stato del Gezira, dimostra l’efficacia della strategia adottata dal generale al-Burhan negli ultimi mesi di conflitto. Decisivo è stato il rafforzamento delle relazioni con Iran e Russia, che ha portato all’invio di forniture militari alle Forze armate regolari sudanesi (Sdf). A ciò si aggiunge l’incoraggiamento delle defezioni dalle Forze di supporto rapido (Rsf), come quella del generale Abuagla Keikal, passato alle Saf lo scorso ottobre e i cui uomini hanno avuto un ruolo cruciale nella conquista di Wad Madani.

Il controllo della capitale del Gezira consente adesso ai regolari di controllare le principali arterie autostradali verso lo Stato del Nilo Bianco, quello del Nilo Azzurro e, soprattutto, verso i confini meridionali dello Stato di Khartoum. La presa di Wad Madani assume rilevanza anche sul piano economico e umanitario. La città è infatti uno dei principali centri agricoli del paese e in un contesto segnato da crisi umanitaria e carestia, il controllo di risorse alimentari, come il sorgo, diventa importante quanto l’afflusso di forniture militari.

Sul piano strategico la situazione appare più complessa. Nonostante i progressi delle Sdf nelle regioni centrali e orientali del paese, le Rsf mantengono il controllo sull’Ovest, in particolare sul Darfur. Recenti indiscrezioni riportano che la leadership dei paramilitari stia conducendo colloqui esplorativi in Uganda con alcune potenze regionali non identificate per valutare la possibilità di proclamare uno Stato indipendente nelle aree sotto il loro controllo. Una mossa che sancirebbe de facto la disgregazione del Sudan. Per le Sdf la priorità resta la conquista di Khartoum, considerata imprescindibile per rafforzare la legittimità del governo dei regolari a livello internazionale oltre ogni ambiguità.

Permane lo stallo: difficilmente le Rsf riusciranno a mantenere il controllo della capitale, ma non è detto che le Sdf siano in grado di sfondare nel Sudan occidentale. Nel frattempo, il numero degli sfollati ha raggiunto quota 11 milioni.

da: https://www.limesonline.com


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