da socialistproject.ca

In qualità di organizzazioni e gruppi ebraici, esprimiamo il nostro sostegno a Francesca Albanese, relatrice speciale delle Nazioni Unite sulla situazione dei diritti umani nei territori palestinesi occupati dal 1967.

Francesca Albanese è stata oggetto di attacchi incessanti da parte di organizzazioni politicamente motivate come “UN Watch”, che hanno condotto intense campagne diffamatorie volte a metterla a tacere e a minare il suo mandato in materia di diritti umani. 

Purtroppo, i rappresentanti di alcuni governi occidentali hanno dato un forte impulso a queste campagne diffamatorie accusando Francesca Albanese di antisemitismo. Respingiamo queste accuse, che sono infondate e incitano ad attacchi sconsiderati contro Francesca Albanese, con il rischio di mettere a repentaglio la sua sicurezza personale. 

Difendendo più di due milioni di civili a Gaza, la cui stessa esistenza è minacciata, in particolare dalla fame deliberata, Francesca Albanese ha denunciato la collusione politica e la complicità militare dei governi occidentali nella distruzione di Gaza da parte di Israele. 

Come ebrei impegnati per la giustizia, l’uguaglianza e i diritti umani universali, condanniamo fermamente il vergognoso sostegno diplomatico e militare che molti governi occidentali, in particolare gli Stati Uniti e la Germania, hanno dato alla campagna israeliana di massacri di civili palestinesi e alla barbara distruzione di tutte le basi della vita palestinese a Gaza.

Per estensione, condanniamo la crescente strumentalizzazione dell’antisemitismo a questo proposito, in particolare attraverso la definizione altamente controversa di antisemitismo dell’IHRA (International Holocaust Remembrance Alliance, un’organizzazione intergovernativa fondata nel 1998), che viene usata anche come arma contro Francesca Albanese e le Nazioni Unite più in generale. 

Protetto dai governi statunitensi ed europei, Israele ha ucciso decine di migliaia di civili palestinesi in nome della “protezione degli ebrei”. A parte il catastrofico fallimento civile della tolleranza internazionale di questi omicidi, questa orribile violenza e brutalità non porterà sicurezza agli ebrei. Al contrario, l’imprecisa e infelice amalgama tra lo stato di Israele e il popolo ebraico espone, minaccia e mette in pericolo gli ebrei. 

Guidati dalla lunga tradizione umanistica ebraica e dalle lezioni universali della Shoah, ci solleviamo per fermare il governo israeliano nella sua aggressione genocida contro Gaza e il suo popolo. Ci rammarichiamo profondamente che le organizzazioni ebraiche ufficiali, che pretendono di rappresentare le comunità ebraiche d’Europa e del Nord America, abbiano scelto di mantenere il loro cieco sostegno al governo israeliano – nonostante i suoi orribili crimini di guerra a Gaza e l’escalation di violenza contro i palestinesi in Cisgiordania.

È altrettanto deplorevole che molti “coordinatori nazionali per la lotta all’antisemitismo” siano diventati complici di questo approccio immorale e fuorviante, attraverso la loro stretta collaborazione con il governo israeliano e la loro ossessiva promozione della definizione di antisemitismo dell’IHRA. Non potrebbero rendere un servizio peggiore alla lotta contro l’antisemitismo, cinicamente alimentata da politici di destra che tendono a ignorare. L’unica strada per la sicurezza e la stabilità per tutti è un approccio basato sui diritti umani e sulla riaffermazione dell’ordine giuridico internazionale attraverso l’applicazione coerente del diritto internazionale – proprio ciò che Francesca Albanese difende e chiede.

Salutiamo l’eccezionale fermezza morale della relatrice delle Nazioni Unite per i diritti umani, Francesca Albanese, di fronte alle indicibili sofferenze dei palestinesi e agli attacchi malevoli a lei e al suo mandato all’interno delle Nazioni Unite.

Organizzazioni ebraiche firmatarie

  • A Different Jewish Voice (Olanda)
  • Antizionist Jewish Alliance in Belgium (Belgio)
  • Boycott from Within (Palestina/Israele)
  • Decolonizer (Belgio)
  • Een Andere Joodse Stem (Belgio)
  • European Jews for a Just Peace (Europa)
  • European Jews for Palestine (Europa)
  • IfNotNow Toronto (Canada)
  • Independent Jewish Voices (Canada)
  • International Jewish Anti-Zionist Network (Argentina)
  • International Jewish Anti-Zionist Network (Spagna)
  • International Jewish Anti-Zionist Network (Regno Unito)
  • Israelis Against Apartheid (Israele/Palestina)
  • Jewish Call for Peace (Lussemburgo)
  • Jewish Voice for Labour (Regno Unito)
  • Jews for Justice for Palestinians (Regno Unito)
  • Jews for Palestine (Irlanda)
  • Jøder for Retfærdig Fred af 5784 (Danimarca)
  • Jødiske Stemmer for Rettferdig Fred (Norvegia)
  • Judeobolschewiener*innen (Austria)
  • Judeus pela Paz e Justiça (Portogalllo)
  • Jüdische Stimme für Demokratie und Gerechtigkeit in Israel/Palästina (Svizzera)
  • Jüdische Stimme für gerechten Frieden im Nahen Osten (Germania)
  • Junts Associació Catalana de Jueus i Palestins (Spagna)
  • MARAD, Collectif juif decolonial (Svizzera)
  • Nahlieli – Jews For Justice In Palestine (Finlandia)
  • Tsedek! (Francia)
  • Union des progressistes juifs de Belgique (Belgio)
  • Union juive française pour la paix (Francia)
  • United Jewish People’s Order (Canada)

Cancellazione coloniale attraverso il genocidio

Che cosa dice la relazione di Francesca Albanese

In questo rapporto, la relatrice speciale sulla situazione dei diritti umani nei territori palestinesi occupati dal 1967, Francesca Albanese, esamina gli orrori che si stanno verificando nei Territori palestinesi occupati. La distruzione sistematica di Gaza continua senza sosta e anche altre parti del territorio non vengono risparmiate. La violenza scatenata da Israele contro i palestinesi dal 7 ottobre non è arrivata all’improvviso, ma fa parte di una campagna intenzionalmente orchestrata a livello statale per provocare sistematicamente lo sfollamento forzato e la sostituzione a lungo termine dei palestinesi. Questa traiettoria rischia di causare danni irreparabili all’esistenza stessa del popolo palestinese in Palestina. Gli stati membri dell’ONU devono intervenire ora per prevenire ulteriori atrocità che lasceranno cicatrici ancora più profonde nella storia dell’umanità.


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