-2001. Gennaio: iniziano gli scontri armati in Macedonia del Nord tra esercito e guerriglia albanese (138 morti in sette mesi). Ottobre: l’aviazione USA bombarda l’Afghanistan, ritenendo il governo dei Talebani corresponsabile degli attentati dell’11 settembre (3 mila morti), attribuiti ad Al-Qaeda. Comincia così la “seconda” guerra d’Afghanistan che costerà, in vent’anni, circa 200 mila morti. Dicembre: il presidente USA, Bush, annuncia il ritiro americano dal trattato ABM firmato nel 1972 con l’URSS. In Kashmir nuovi scontri tra eserciti indiano e pakistano (800 morti). Secondo il SIPRI nel 2001 erano in corso 34 conflitti armati, di cui 14 in Africa e 13 in Asia.

-2002. Febbraio: pogrom contro la minoranza musulmana da parte dell’estrema destra induista in India (tra 800 e 2000 morti). Fine “ufficiale” della guerra contro gli islamisti del FIS, che ha causato oltre 150 mila morti in dieci anni. Marzo: operazione “Scudo Difensivo” da parte dell’esercito sionista in Cisgiordania (527 morti). Aprile: tentato colpo di stato della destra in Venezuela (alcune decine di morti). Maggio: ripresa della guerra civile in Nepal tra il governo monarchico e i guerriglieri maoisti (migliaia di morti). Settembre: scoppia la guerra civile in Costa d’Avorio. Ottobre: attacco di terroristi islamisti a Bali, con 204 morti. Secondo il SIPRI nel 2002 erano in corso 31 conflitti armati.

-2003. Febbraio: inizia la guerra del Darfur, in Sudan, tra il governo e il Fronte Rivoluzionario del Sudan, che in 17 anni causerà, secondo l’ONU, circa 300 mila morti. Marzo: seconda guerra del Golfo. Le truppe USA e alleati (compresa l’Italia) invadono l’Irak. In 8 anni di guerra ci saranno centinaia di migliaia di morti (1,2 milioni secondo alcune fonti). Luglio: in Burundi il FNL hutu attacca Bujumbura (oltre 200 morti). Secondo il SIPRI durante l’anno ci sono stati 29 conflitti armati.

-2004. Marzo: colpo di stato contro il presidente Aristide ad Haiti (centinaia di morti). Inizio della guerra civile in Pakistan tra governo e forze islamiste pro-Talebani, che ha causato finora circa 70 mila morti. Maggio: repressa definitivamente dall’esercito indonesiano la guerriglia separatista di Aceh in Indonesia. Cominciata un anno prima, ha causato circa 2.500 morti. Giugno: inizio della guerra di Saada in Yemen, tra Houthi e governo, che in 10 anni causerà oltre 10 mila morti. Settembre: l’attacco da parte di un gruppo islamista ceceno alla scuola di Beslan, in Ossezia del Nord (Federazione russa) e la reazione delle forze speciali russe causano 400 morti. Novembre: attacco di due aerei ivoriani contro le truppe francesi a Bouaké. I militari francesi reagiscono distruggendo l’aviazione militare ivoriana e sparando sulla folla dei manifestanti ad Abidjan, causando centinaia di morti.

-2005. Gennaio: fine della guerra civile in Sudan, che in 21 anni ha causato 1,5 milioni di morti. Febbraio: la Corea del Nord annuncia il possesso della bomba atomica. Aprile: centinaia di morti in Togo, causati dalla repressione delle manifestazioni contro le elezioni-farsa. La Siria ritira i suoi ultimi soldati dal Libano, dopo 29 anni. Maggio: ad Andijan, in Uzbekistan, scontri tra esercito e polizia da un lato, manifestanti islamisti dall’altro causano tra 1000 e 1500 morti. Giugno: il PKK riprende la lotta armata contro il regime turco. Settembre: le truppe israeliane si ritirano da Gaza. Dicembre: scoppia una nuova guerra civile in Ciad. In 5 anni causerà oltre 7 mila morti.

2006. Febbraio: scoppia in Irak la guerra civile tra sciiti e sunniti, che in due anni causerà circa 70 mila morti. Maggio: inizio di una nuova guerra civile in Somalia tra governativi ed islamisti, che dura tuttora. Numero di morti sconosciuto. Luglio: ennesima invasione israeliana in Libano (“Guerra dei 33 giorni), con oltre 2 mila morti. Settembre: offensiva del Ramadan in Irak da parte della guerriglia, contro le truppe d’invasione a guida USA, con un migliaio di morti. Novembre: fine della guerra civile in Nepal, costata 12.500 morti. Dicembre: intervento dell’Etiopia nella guerra civile somala.

-2007. Marzo: tensioni e scontri in Ucraina tra i settori nazionalisti facenti riferimento al presidente Yushenko e quelli filo-russi facenti riferimento al primo ministro Yanukovich. Maggio: violenti combattimenti tra l’esercito libanese e i gruppi islamisti, con centinaia di morti. Giugno: recrudescenza degli scontri armati, iniziati già l’anno precedente, tra Hamas e Fatah, che hanno causato oltre 450 morti. Il presidente russo Putin, in una conferenza stampa, mette in guardia i membri della NATO sui pericoli di un’espansione ulteriore verso est. Il clima di accordo tra Russia e NATO, già in fase di raffreddamento dopo l’estensione della NATO a molti paesi dell’Europa centro-orientale, entra in crisi irreversibile. Agosto: ripresa dei combattimenti (in realtà mai cessati del tutto) nel Congo orientale tra le varie milizie tribali.

-2008. Gennaio: rivolta popolare in Kenya, repressa dall’esercito con oltre 1500 morti. Tra gennaio e dicembre si intensificano gli attentati dei gruppi islamisti in India, con un bilancio di molte centinaia di morti. Lo stesso avviene in Pakistan, dove aerei USA bombardano le zone di frontiera con l’Afghanistan. Il 16 gennaio, dopo 6 anni di tregua, ricomincia la guerra tra il governo e i ribelli Tamil, che causerà oltre un migliaio di morti entro la fine dell’anno. Febbraio: forze ribelli attaccano la capitale del Ciad, N’Djamena. Truppe francesi entrano in Ciad per appoggiare il governo. Negli scontri muoiono centinaia di persone. Il Kosovo proclama l’indipendenza dalla Serbia, mentre continuano gli incidenti tra minoranza serba e maggioranza albanese. Marzo: truppe dell’Unione Africana e dell’esercito delle Comore sbarcano sull’isola di Anjouan, che aveva proclamato l’indipendenza e, dopo aspri combattimenti, ne prendono il controllo. Giugno: tensioni alla frontiera afghano-pakistana. Il governo di Kabul accusa il Pakistan di proteggere i talebani. Agosto: Guerra russo-georgiana. In 9 giorni circa 300 morti. Battaglia di Bajaur, tra l’esercito pakistano e i talebani, con un bilancio di circa 2 mila morti. Dicembre: la cosiddetta “operazione piombo fuso” da parte dell’esercito israeliano provoca oltre 1300 morti a Gaza. Si tratta dell’atto di guerra più sanguinoso dopo la guerra dei 6 giorni del 1967. In Kurdistan ondata di bombardamenti da parte dell’aviazione turca contro il PKK.

-2009. Gennaio: gli ugandesi del cosiddetto “Esercito di Resistenza del Signore”, cristiani integralisti, massacrano 620 persone nel nordest del Congo. Negli stessi giorni l’esercito ruandese entra, in accordo col governo di Kinshasa, nel Congo: si intensificano quindi i combattimenti contro il FDLR, gruppo di guerriglia hutu ruandese nel Congo nordorientale. Durante l’anno in corso gli scontri armati tra i vari gruppi “tribali” e gli eserciti congolese e ruandese hanno causato migliaia di morti e centinaia di migliaia di rifugiati. A fine gennaio ritiro delle truppe etiopiche dalla Somalia, dove però continua la guerra civile tra i vari gruppi islamisti. Il 18, fine dell’operazione detta “Piombo fuso” a Gaza: 1330 morti palestinesi, 13 israeliani. Marzo: ripresa della guerra civile (in realtà mai cessata del tutto) nella Repubblica Centrafricana, in cui si scontrano numerosi gruppi a base etnica. Aprile: scontri armati nel Sud Sudan tra milizie nuer e murle, con centinaia di morti. Nei mesi successivi gli scontri si estendono anche tra altre etnie: centinaia i morti. La Corea del Nord abbandona i negoziati a Sei (le due Coree, Giappone, Cina, USA e Russia) per la denuclearizzazione. Il 16 viene ufficialmente considerata finita (anche se gli attentati continueranno fino ad oggi) la guerra russo-cecena, che ha causato oltre 100 mila morti (300 mila secondo altre fonti). Maggio: nello Yemen, dopo la violenta repressione di una manifestazione ad Aden (3 morti e 30 feriti) si riaccende la guerriglia “secessionista” del Sud, che si aggiunge alla rivolta sciita (houthi). Giugno: il PKK dichiara un “cessate il fuoco” unilaterale, sperando in una “soluzione pacifica e democratica” del conflitto con lo stato turco. Luglio: si intensificano gli scontri armati tra esercito e gruppi islamisti nel nord della Nigeria, che causeranno centinaia di morti nei mesi successivi. Boko Haram è il principale gruppo islamo-fascista nigeriano. La guerra civile, tuttora in corso, ha causato circa 60 mila morti. In Daghestan inizia la guerriglia islamista dell’Emirato del Caucaso, che causerà, in otto anni, oltre 3.600 morti. Settembre: massacro di Conakry, in Guinea. Centinaia di manifestanti contro il regime militare uccisi o feriti dall’esercito.

-2010. Gennaio: il rapporto dell’ONU (UNHCR) la guerra nell’est del Congo-Kinshasa ha causato oltre 2 milioni di rifugiati e decine di migliaia di morti. Gli stupri, ad opera sia dei vari gruppi armati sia dei soldati, sono un’arma diffusissima. Durante l’anno, nonostante qualche timido segnale, gli scontri continuano. Marzo: attacchi dei guerriglieri ugandesi dell’Esercito di Resistenza del Signore nell’est della Repubblica Centrafricana (circa 2 mila morti in pochi mesi). Maggio: in soli 3 giorni circa 200 morti dovuti ad attentati islamisti in Irak. Agosto: ritiro degli ultimi soldati USA dall’Irak, che però manterranno consiglieri ed istruttori militari. Novembre: la guerriglia della CPJP conquista Birao, città centrafricana. Gli scontri di novembre-dicembre causano un centinaio di morti tra i ribelli e i soldati governativi.. Dicembre: rivolta a Sidi-Bouzid, in Tunisia, considerata l’inizio delle cosiddette “primavere arabe”.

-2011. Gennaio: la rivolta si estende in Tunisia, nonostante la repressione (338 morti). Il 14 il presidente Ben Alì fugge in Arabia Saudita. Il 27 scoppia la rivolta in Egitto, che porterà, dopo oltre 1500 morti, alla destituzione di Mubarak. Febbraio: inizio della rivolta in Libia, che in 8 mesi (e dopo l’intervento armato, il 19 marzo, di NATO, Giordania, Qatar e Emirati Arabi) causerà la caduta di Gheddafi (e circa 10 mila morti). Anche nello Yemen inizia la rivolta, che porterà, dopo oltre 2 mila morti, alla caduta del regime. In Bahrein scoppia la rivolta, che viene però soffocata al prezzo di un centinaio di morti. Marzo: manifestazioni di massa contro il regime siriano vengono represse sanguinosamente. Ciò porta alla guerra civile, tuttora in corso, e che ha causato finora tra 500 e 600 mila morti. Aprile: intervento francese e ONU nei combattimenti in Costa d’Avorio per deporre il presidente Gbagbo. Scontri armati tra diverse fazioni nel Sud Sudan, dopo la proclamazione dell’indipendenza. Centinaia i morti. Giugno: inizia uno scontro armato nel nord del Libano tra governo ed Hezbollah da un lato e milizie islamiste sunnite dall’altro, finirà 6 anni dopo con quasi un migliaio di morti. Ottobre: l’esercito del Kenya entra in Somalia per combattere le milizie islamiste.

-2012. Aprile: dopo la dichiarazione d’indipendenza dell’Azawad (tuareg) gli scontri tra ribelli tuareg ed esercito del Mali si intensificano (oltre un migliaio di morti in pochi mesi). Novembre: nuova operazione israeliana nella striscia di Gaza causa oltre 200 morti in una settimana. Dicembre: nella Repubblica Centrafricana scoppia una “piccola” (600 morti) guerra civile tra forze governative e vari gruppi d’opposizione.

-2013. Febbraio: l’assassinio, da parte di terroristi islamo-fascisti, dell’esponente della sinistra Chokri Belaid scatena numerose manifestazioni in tutta la Tunisia contro il governo del partito islamista Ennadha, con vari morti e decine di feriti. Giugno. Grandi manifestazioni contro il governo dei Fratelli Musulmani in Egitto. In pochi giorni di scontri muoiono diverse centinaia di persone, mentre i militari organizzano un colpo di stato (3 luglio) deponendo il presidente Morsi. Agosto: gli scontri tra esercito egiziano e sostenitori dei Fratelli Musulmani si intensificano. In un solo giorno (il 14) ci sono 638 morti, e oltre 800 il 19. Gli islamisti attaccano la minoranza cristiana copta, bruciando una cinquantina di chiese. Settembre: inizio della cosiddetta “terza guerra civile” centrafricana. Da un lato le milizie islamiste, dall’altro quelle cristiano-animiste. Durerà quasi un anno causando 3 mila morti e un milione di rifugiati. Novembre: manifestazioni pro-UE in Ucraina. Cominciano i primi scontri tra manifestanti e polizia. Dicembre: si intensificano gli scontri inter-etnici in Irak, grazie all’offensiva degli islamo-fascisti dell’ISIS. Nel corso di quella che sarà chiamata “seconda guerra civile irakena” (2013-17) ci saranno oltre 100 mila morti. Nel Sud Sudan inizia una sanguinosa guerra civile, che in 6 anni causerà tra 50 mila e 383 mila morti (a seconda delle fonti).

2014. Gennaio: si intensificano gli scontri in Ucraina tra manifestanti pro-UE (Euromaidan) e polizia, con numerosi morti e feriti da entrambe le parti. In Egitto si intensificano gli scontri nel Sinai tra l’esercito e le forze jihadiste, iniziati in forma limitata già due anni prima. Quella che è spesso chiamata “insurrezione del Sinai”, ha causato finora oltre 7.300 morti. Febbraio: il 22, dopo vari scontri armati (una sessantina di morti), il parlamento ucraino vota la destituzione del presidente Yanukovich, che lascia l’Ucraina. A fine mese grandi manifestazioni “filo-russe” (Anti-Maidan) in varie città dell’Ucraina centro-orientale e meridionale. Marzo: dopo la proclamazione dell’indipendenza della Crimea, l’11, un referendum chiede l’annessione della regione alla Russia, che avviene il 18. Dopo qualche incidente (6 morti), le forze ucraine si ritirano dalla Crimea. Aprile: insurrezione delle forze separatiste filo-russe nell’est dell’Ucraina (Donetsk e Lugansk). Inizio della guerra “a bassa intensità” tra esercito ucraino e milizie nazionaliste da un lato e milizie nazionaliste russe dall’altro (13 mila morti tra il 2014 e il 2020, secondo l’ONU). In Libia scoppia la cosiddetta “seconda guerra civile” che causerà in 6 anni oltre 15 mila morti. Giugno: inizia l’operazione Zarb-e-Azb da parte dell’esercito pakistano contro le varie milizie islamiste, che causerà circa 4 mila morti. Luglio: la battaglia di Kobane tra le milizie progressiste YPG-YPJ e gli islamo-fascisti dell’ISIS mette in luce il ruolo chiave delle milizie del Rojava nella lotta contro il sedicente Califfato. Agosto: truppe francesi attaccano varie formazioni islamiste nel Sahel (Operazione Barkhane), causando oltre 2 mila morti negli 8 anni di combattimenti. Le milizie di Boko Haram entrano in Camerun, estendendo il loro raggio d’azione oltre la Nigeria, e si scontrano con l’esercito camerunese (centinaia di morti in pochi giorni). Settembre: in Yemen gli Houthi prendono il potere, prologo della futura guerra con Arabia Saudita e Emirati del Golfo.

Il resto è ormai cronaca. Attualmente (agosto 2024) sono in corso conflitti armati di una certa entità in Ucraina, Russia, Palestina-Israele, Siria, Irak, Algeria, Libia, Sudan, Yemen, Egitto, Burkina Faso, Mali, Nigeria, Centrafricana, Sud Sudan, Somalia, R. D. del Congo, Camerun, Burundi, Eritrea, Etiopia, Ciad, Kenya, Mauritania, Niger, Uganda, Afghanistan, Myanmar, Filippine, India, Pakistan, Indonesia, Turchia, Libano. Un totale di 34 stati, di cui 2 europei, 11 medio-orientali, 16 africani (sub-sahariani), 5 asiatici. In 26 su 34 la questione del cosiddetto “islamismo politico” nelle sue varie declinazioni (islamo-fascismo jihadista, Fratelli Musulmani, scontro tra sciiti e sunniti, ecc.) è al centro del problema.

Flavio Guidi


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