L’assemblea di Unione Popolare di stasera ha, a quanto pare (con un po’ di perplessità, soprattutto da parte della componente di Potere al Popolo) varato quella che dovrebbe essere la coalizione alternativa sia al centro-sinistra sia, ovviamente, alla destra, alle prossime elezioni comunali di maggio. Se tutto va nella direzione auspicata dalla maggioranza degli interventi (in gran parte di militanti dell’area di Rifondazione Comunista) sulla scheda per le comunali dovrebbe esserci un’alleanza tra Unione Popolare, Movimento 5 Stelle e PCI, sulla base di un programma comune e di un candidato sindaco comune, non appartenente a nessuna delle tre componenti della coalizione. Coalizione che non vedrà la partecipazione di una quarta componente, Sinistra Anticapitalista. Quest’ultima, infatti, nell’incontro tenutosi venerdì scorso con UP, si è detta disponibile a partecipare alla coalizione con UP e PCI, ma senza il M5S, considerato estraneo alla sinistra “di classe” e corresponsabile delle politiche antipopolari dei governi Conte 1 e 2 e Draghi. Secondo SA, infatti, il fatto che il M5S bresciano sia stato all’opposizione in città dal 2013 al 2023 non è una garanzia sufficiente per un’apertura di credito di tale portata. Sulla carta la coalizione “alternativa” potrebbe riuscire facilmente ad eleggere almeno un consigliere: alle ultime elezioni comunali, infatti, la somma di Potere al Popolo (grosso modo corrispondente a UP odierna), M5S e PCI fu pari a 5492 voti (6,7%), aumentati a 8443 (UP + M5S), pari al 8,6%, alle politiche dell’anno scorso. Anche tenendo conto del crollo dei votanti nelle recentissime regionali (crollo dovuto quasi solo al M5S), la somma (3130 voti, 4,9%) dovrebbe assicurare almeno un eletto. Nei prossimi giorni sono previsti incontri bi e tri laterali per la definizione di liste, programmi e candidato sindaco definitivo.
FG