E così, grazie ad un semplice sacchetto dell’immondizia, nero come la coscienza del “duce” e i gagliardetti delle sue indecorose milizie (ma, diversamente da questi ultimi, pulito) Brescia Anticapitalista è finita sui giornali, dal Giornale di Brescia a Bresciaoggi, dal Corriere della Sera a Il Giorno, fino ai giornali on line di area bresciana e persino a Teletutto. E sì che sono almeno 10 anni (e per alcuni di noi molti, molti di più) che ci si sbatte tra scioperi e picchetti, manifestazioni e volantinaggi, conferenze stampa ed elezioni, dibattiti e cineforum. Ma tant’è, nell’epoca dei “gesti mediatici” (come hanno dimostrato gli attivisti di Ultima Generazione) può più un sacchetto che anni di dura militanza. Devo dire che mi sono abbastanza divertito nel leggere i “resoconti” del nostro “blitz” o “flash mob” (ahi, povero Dante!) che dir si voglia. Anche perché i vari giornalisti hanno potuto fare affidamento solo sul nostro video, dato che nessuno di loro era stato invitato a presenziare all’insacchettamento (peraltro avvenuto solo in piccola parte, viste le abnormi dimensioni del “crapù”). Ed è quindi ancor più singolare apprendere che siamo “sedicenti” attivisti di Brescia Anticapitalista (Bresciaoggi), o di Brescia Anticapitalistica (Corriere) o peggio ancora di Brescia Antipolitica (sic!) come scrive l’ineffabile giornalista de Il Giorno! Ma ci vuole uno sforzo così grande per riportare la sigla corretta, e magari senza aggiungere un “sedicenti”? Che, detto per inciso, per uno come me, formatosi negli anni ’70, ha suscitato un inquietante brivido lungo la schiena. Comunque, parlate male di me, ma parlatene, diceva qualcuno. E l’impennata delle visualizzazioni del nostro blog, oggi, sembra testimoniare la correttezza di questa frase.
Ma che roba è questa “Brescia Anticapitalista” si chiederanno i lettori della stampa borghese (sì, sono un vetero, affezionato al linguaggio ormai obsoleto del movimento operaio e socialista, non ci posso far nulla) che incontrano per la prima volta questa sigla! Beh, al principio era un blog (QUESTO blog), messo in piedi nel 2015 da un gruppo di militanti del Circolo “Guido Puletti” di Sinistra Anticapitalista, il circolo bresciano di questa organizzazione, sezione italiana della Quarta Internazionale (già, quella fondata da Trotsky -vi dice qualcosa?- nel 1938). La speranza (andata rapidamente delusa) era quella di creare uno strumento di confronto tra i vari gruppi e gruppetti dell’estrema sinistra bresciana, uniti, appunto, dall’anticapitalismo (che, a quanto pare, unisce molto poco). Il gruppetto iniziale tentò da subito di coinvolgere per lo meno le correnti più vicine alla nostra sensibilità politico-culturale: non solo Sinistra Anticapitalista bresciana, quindi, ma anche i militanti bresciani di Communia, del Partito Comunista dei Lavoratori e di Sinistra Classe Rivoluzione, oltre che gli anarchici. Anche da questo punto di vista le cose non sono andate molto bene, sia per la scomparsa poco tempo dopo a Brescia del PCL, di Communia e di SCR, sia per il totale disinteresse mostrato dai compagni anarchici. E quindi ci siamo rassegnati a portarlo avanti in pochi, quasi tutti di SA (ma col prezioso e continuativo contributo di un compagno libertario veneto, il compagno Gianni).
Ultimamente, intorno al gruppo iniziale (o meglio residuale) si è creata un’area più ampia (in parte costituita da ex attivisti di Sinistra Anticapitalista, che per vari motivi non hanno più voluto “iscriversi” all’organizzazione) che, al di là del blog, ha l’ambizione di dar vita ad un’aggregazione informale, non centralizzata, caratterizzata, appunto, dall’anticapitalismo (marxista e/o libertario), senza troppi steccati e vincoli che sono ormai diventati ostacoli, soprattutto in un periodo come questo, dove il vento soffia impetuosamente in senso contrario alle nostre vele. Un progetto modesto, locale, senza troppe illusioni, ma che tenti di impedire la scomparsa dalla realtà bresciana di una voce alternativa a quelle assordanti del capitale e dei suoi adepti (di destra, di centro e di centro-sinistra). Questi sono, in poche parole, gli scopi dei “sedicenti” anticapitalisti bresciani, autori dell’insacchettamento del busto del criminale capobanda Benito Mussolini.
Flavio Guidi