E così quello che sembrava un affaire di routine si sta trasformando in un imbarazzante boomerang per la giunta bresciana di centro-sinistra. Dopo le lettere della famiglia Huscher (pubblicate anche sul nostro sito) e il nostro articoletto, prima la stampa locale e poi varie associazioni (ebraiche o meno) hanno cominciato a far trapelare il crescente dissenso rispetto ad una scelta che nel migliore dei casi si è dimostrata incauta, nel peggiore scellerata. Ora persino la destra bresciana, in un inedito ribaltamento di ruoli rispetto al cosiddetto “schieramento progressista” che governa la città, ha preso le distanze dalla proposta di gemellaggio, chiedendo un ripensamento e la sospensione del progetto. Probabilmente, più che l’antifascismo (lontano mille miglia dal DNA della destra – e non solo di quello dei “fratellini” d’Italia, ma pure della Lega e dei forzitalioti -), poté l’intervento dell’associazione di amicizia Italia-Israele, a cui i destri nostrani, da quando hanno scoperto la consonanza ideologica con la destra sionista stile Netanyahu, non sono insensibili. Opportunismi dell’ultimo minuto a parte, fa comunque piacere vedere crescere l’opposizione allo sciagurato progetto, carico di simbolismo “revisionista” (ne siano o meno coscienti i centro-sinistri nostrani). Stamane, in un comunicato congiunto, Unione Popolare, Sinistra Anticapitalista e CS 28 Maggio hanno retiterato l’opposizione più netta al gemellaggio da parte della sinistra “radicale” bresciana. Ecco il testo del comunicato:
“Da alcuni giorni gira in rete una petizione firmata dalla concittadina Silvana Huscher, per impedire che a Brescia (città della strage fascista e di Stato di Piazza Loggia, è bene ricordarlo) si consumi l’ennesimo atto di “invito all’oblio” rispetto alla memoria antifascista: il gemellaggio con la città lituana di Kaunas. Anche la lettera del fratello, Paolo Huscher, ai giornali locali, chiede la stessa cosa: il gemellaggio con una città lituana, oggi come oggi, visto l’orientamento filo-fascista delle autorità lituane, non s’ha da fare. In realtà il problema non è solo la Lituania, o i paesi baltici, e neppure la sola Europa centro-orientale, ma riguarda più o meno mezzo mondo. L’estrema destra ha il vento in poppa in molte parti del pianeta (a cominciare dall’Italia). E quindi, direte voi, perché prendersela in particolare con i lituani? Tanto il fascismo non ha attecchito solo da quelle parti! Vero, in un certo senso. Ma è anche vero che, per ora, qui da noi, nonostante il governaccio che abbiamo, nessuno, al governo o in Parlamento, ha proposto di fare un monumento a Mussolini. Così come in Germania ad Hitler. O in Spagna a Franco. O in Francia a Petain. O in Portogallo a Salazar. O in Gran Bretagna a Mosley (capo dei fascisti britannici negli anni ’30). Come scriveva Hannah Arendt nella sua “Banalità del male”, in quasi tutti i paesi invasi dai nazisti ci furono collaborazionisti, più o meno numerosi ed entusiasti. Chi più, chi meno. Sta proprio qui il problema. In paesi come la Danimarca o la Bulgaria non ci fu praticamente collaborazione nello sterminio degli ebrei. In altri (tra i quali l’Italia) la collaborazione fu limitata e contraddittoria. In altri ancora (tra i quali la Francia) fu più sostanziosa, ma pur sempre molto minoritaria, se non fra le “autorità”, tra la popolazione. In altri, purtroppo (come nei paesi baltici, in Polonia, in Ucraina, in Romania, in Ungheria, in Croazia) fu molto maggiore, se non maggioritaria, dato anche il tradizionale antisemitismo diffuso dalle autorità religiose, in particolare cattoliche ed ortodosse. D’altra parte si sa che l’Europa centro-orientale non è da oggi il “ventre molle” del Continente. La Vandea d’Europa, terra di contadini servi della gleba, analfabeti, tenuti nell’ignoranza e nel cieco fanatismo religioso da pope, preti, monaci, principi e zar fino a Ottocento inoltrato, non poteva che ricevere a questo modo il “messaggio” del razzismo nazi-fascista. E l’esperienza recente dei regimi stalinisti e post-stalinisti (in Ucraina, Russia e Bielorussia con un ventennio d’anticipo su Polonia, paesi baltici, ecc.) ha probabilmente esacerbato e spinto ancor più le barbare ideologie che giacevano ufficialmente nell’ombra. Se il generoso tentativo dei bolscevichi (-al di là dei numerosi e gravi errori – tra il 1917 e l’inizio degli anni Venti) di “assaltare il cielo” e di far fare a quelle società un balzo in avanti plurisecolare in pochi anni non aveva grandi possibilità di successo senza l’estensione della rivoluzione nei paesi avanzati, figurarsi gli effetti di una chiusura che per molti versi era un ritorno al passato, seppure con una leggera (ed ipocrita – e percepita come tale dalla gente) verniciatina di “rosso”. Comunque sia (e il discorso avrebbe bisogno di ben altri approfondimenti) resta il fatto che il governo (e, ahimè, la maggioranza della popolazione) in Lituania, non da oggi, sta facendo uno sporco lavoro di revisionismo storico filo-fascista, come sottolineano i due Huscher. E la Brescia antifascista, di gemellaggi con questa gentaglia non ne vuole sapere! Piuttosto, che fine ha fatto, caro assessore Fenaroli, caro sindaco Del Bono, la nostra richiesta (come comitato RiseUp4Rojava) di qualche anno fa di gemellaggio con Kobane? Si preferisce “gemellarsi” con gli amici dei nazisti piuttosto che con chi ha sconfitto l’islamo-fascismo dell’ISIS?”
Unione Popolare Brescia, Sinistra Anticapitalista Brescia, Centro Sociale “28 maggio” Rovato.
La destra ha votato compatta per il gemellaggio, come tutto, tutto il centrosinistra. Nonostante fossero a conoscenza della lettera e presa di posizione della famiglia Huscher. Solo l’intervento della potente associazione Italia Israele sta facendo cambiare opinione… consiglieri comunali senza vergogna, opportunisti e proni al più potente. Prima il governo lituano, poi ripensamento perché il sionismo filogovernativo israeliano è più forte.
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