Il ministro del primo governo guidato dal partito dei nostalgici del fascismo ha inviato alle scuole di tutta Italia una lettera con cui presenta una lettura della storia del Novecento che condensa tutti i luoghi comuni dell’anticomunismo e la riduzione al totalitarismo della storia e delle idee di un movimento complesso e plurale che ha trasformato il mondo. Il ministro Valditara propone l’equiparazione comunismo – totalitarismo andando anche oltre la assai discutibile legge approvata dalla destra nel 2005. Ovviamente il ministro dimentica di sottolineare che l’espressione totalitarismo fu usata inizialmente per definire il fascismo, invenzione italiana, di cui non si fa alcuna menzione nella circolare. A coniarla fu il liberale Giovanni Amendola, ammazzato di botte dai fascisti.
La vicenda storica dei comunismi, a partire dal Manifesto di Marx e Engels, non può essere ridotta ai regimi autoritari implosi nel 1989-1991.
Valditara offende le radici della nostra democrazia. I comunisti furono la principale forza di opposizione al fascismo, i più numerosi nelle carceri, al confino e tra i caduti della Resistenza.
La nostra Costituzione reca in calce la firma di un comunista Umberto Terracini, compagno di Antonio Gramsci, che passò quattordici anni nelle galere fasciste, dissentì da Stalin e partecipò alla Resistenza. Il figlio di Giovanni Amendola, Giorgio fu uno dei principali esponenti dell’antifascismo e dirigente del Partito Comunista Italiano. Gli stessi socialisti, anche i riformisti come Turati, si consideravano comunisti, cioè allievi e eredi di Marx.
Il movimento comunista – nelle sue molteplici espressioni – è stato la principale forza emancipativa degli ultimi due secoli e, come insegnava lo storico Hobsbawm, ha imposto il riconoscimento dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori, la nascita delle moderne democrazie fondate sul suffragio universale, lo stato sociale, la fine del colonialismo, la delegittimazione del razzismo.
Quello del Ministro Valditara sembra un documento dell’età della Restaurazione quando si demonizzava l’utopia rivoluzionaria della Rivoluzione Francese.
Da antistalinisti riteniamo doveroso inoltre ricordare che la riscrittura ministeriale della storia offende anche la memoria di centinaia di migliaia di comunisti che caddero vittime della repressione. Il grande scrittore antistalinista Victor Serge. a cui si deve la diffusione internazionale del concetto di totalitarismo poi ripresa da Hannah Arendt, rispose al ministro Valditara già nel 1937 mentre i suoi compagni cadevano vittime delle purghe: “I reazionari hanno un interesse evidente a confondere il totalitarismo staliniano, sterminatore dei bolscevichi, con il bolscevismo, con lo scopo di colpire la classe operaia, il socialismo, il marxismo e perfino il liberalismo”.
Siamo disponibili per confronti pubblici con il ministro Valditara in qualsiasi aula magna di una scuola italiana o in qualsiasi altra sede.
Maurizio Acerbo, segretario nazionale del Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea
Dobbiamo governare il Paese e abbandonare ora le lotte ideologiche…possibilmente potrebbe un buon lavoro risollevare le sorti di una democrazia e insegnare ai cittadini tutto il rispetto reciproco facendo uno studio contemporaneo profondo e vero della storia…ma qui ci vuole buon senso intelligenza e amore per il Paese da parte di tutti…se invece vogliamo rimanere il Paese Italia ignorante e sempre diviso guelfi ghibellini bianchi e neri, fascisti e comunisti….allora non credo ci sia speranza . Ma non siamo stanchi di parlare rovesciandoci addosso ognuno la sua Storia?
L’italia ha bisogno di pace per essere amministrata e per crescere e anche di studio vero della storia da parte di tutti. Un atto di amore autentico per questa nostra ITALIA.
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Vedi, Marirosa, per noi internazionalisti, il concetto di “Paese”, “patria” et similia non ha molto senso. Per noi la chiave interpretativa della storia (e della battaglia politica attuale) sta nella divisione di classe. Tutti i proletari (Che siano italiani, cinesi, nordamericani, ecc.) hanno interessi comuni, contrapposti a quelli di tutti i padroni, al di là delle “nazioni” di appartenenza.
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