Le decine di morti e le centinaia di feriti causati dalla polizia marocchina tra i migranti ai confini con l’enclave spagnola di Melilla, secondo Sanchez, sarebbero causati dalle “mafie”, e non da chi ha sparato per uccidere. Già, conosciamo questo ragionamento. I 335 assassinati alle Fosse Ardeatine sono responsabilità dei gappisti che organizzarono l’attentato di via Rasella, non dei nazisti che li assassinarono. E gli esempi di questo cinismo di bassa lega potrebbero riempire pagine e pagine. Certo, l’ineffabile Sanchez deve “leccare” il governo di Rabat, dopo il tradimento del popolo saharoui (nessun governo spagnolo, nemmeno quelli di destra, aveva mai riconosciuto l’occupazione marocchina dell’ex Sahara spagnolo). In cambio, a quanto pare, del riconoscimento dell’appartenenza alla Spagna di Ceuta e Melilla da parte del Marocco. Do ut des, come nella peggiore tradizione del politicismo borghese e reazionario. Chi se ne frega dei princìpi, dei diritti, delle vite dei poveracci! E gli alleati di sinistra del PSOE, i “compagni” di Unidas Podemos, che fanno? Chiedono un’inchiesta rigorosa, che accerti le responsabilità. Bravi. Così si fa. Mi vengono alla mente le frasi dei mezzibusti tv sui dirigenti sindacali di fronte alle innumerevoli malefatte anti-operaie dei vari governi (centro-destri o centro-sinistri, poco cambia): “durissimo il commento” del tal segretario. Come se i “durissimi commenti” potessero cambiare qualcosa! Ma già, mi si risponderà, che ptrebbero fare di più? Uscire dal governo? Quindi elezioni anticipate? Quindi probabile vittoria della destra (che anche in Spagna ha il vento in poppa). Meglio ingoiare l’ennesimo rospo, in attesa di tempi migliori. Come fece Rifondazione tra il 1996 e il 1998 e, ancor peggio, tra il 2006 e il 2008. E abbiamo visto i risultati. E poi la Grecia, il Portogallo, ecc. Rospo su rospo, si finisce strozzati. Un piccolo, modesto, esame autocritico. Due elezioni fa, alle comunali di Barcellona, votai per Ada Colau (leader dell’aggregazione alleata a Podemos) che vinse (e poi si alleò con i “socialisti” catalani). Era la prima volta che “vincevo” un’elezione: di solito ho sempre votato per partiti che, quando andava bene, pigliavano il 2 o il 3%. Solo con Rifondazione ho avuto l’ebrezza di sfiorare le due cifre (per pochi anni, visto che, a furia di ingoiare rospi, è quasi scomparsa dalle scene della “politica che conta”). Per poi tornare alle mie cifre abituali. E negli ultimi anni mi sono chiesto spesso se fosse valsa la pena di fare i “duri e puri” (come ci chiamavano i compagni, chiamiamoli così, più “moderati”), visti gli scarsi risultati ottenuti. Oggi, di fronte al sangue di questi poveracci assassinati dagli sbirri del regime marocchino e al vergognoso commento del “riformista” Sanchez, mi sono detto: sì, ne è valsa la pena! Le mani sporche di sangue proletario le lascio volentieri ai “realisti”.

Flavio Guidi