Si è concluso alle 14,30 di oggi, domenica 10 febbraio (mentre fascisti e nazionalisti di ogni ordine e grado “ricordavano” i “loro” morti) a Chianciano, dopo due giorni di lavori, il secondo congresso di Sinistra Anticapitalista. I poco più di cento delegati (di cui il 30% donne) hanno discusso ed approvato, spesso all’unanimità (cosa piuttosto rara tra le nostre file!) il documento politico, quello programmatico e la mozione finale (che, per chi è interessato, sono disponibili sul sito nazionale). Per quanto riguarda la discussione sulla questione scottante delle prossime elezioni europee, vista la situazione ancora piuttosto confusa a sinistra, si è optato per demandare al nuovo Comitato Politico Nazionale (composto da una quarantina di membri), che si riunirà entro due settimane, la discussione approfondita sulle scelte che farà SA. Hanno inviato saluti (portati personalmente ai delegati o inviati) le seguenti organizzazioni politiche italiane: Partito della Rifondazione Comunista, Partito Comunista dei Lavoratori, Sinistra Classe Rivoluzione, Potere al Popolo; L’area della sinistra CGIL “Il sindacato è un’altra cosa”; le organizzazioni straniere Anticapitalistas (Stato Spagnolo), Movimento Per il Socialismo (Svizzera), D.E.A. (Grecia), oltre ad un compagno del Bureau della Quarta Internazionale (di cui SA costituisce da oggi, ufficialmente, la sezione italiana). Il bilancio dell’attività degli ultimi tre anni è, nei limiti di una situazione tutt’altro che rosea per il movimento dei lavoratori e la sinistra, abbastanza positivo: una piccola crescita numerica (il 12% in più), un’espansione territoriale (Abruzzo, Marche, Calabria e Sicilia, regioni nelle quali SA era totalmente assente tre anni fa), un maggiore ruolo nelle (purtroppo poche) lotte sociali ed in genere una maggiore visibilità politica (a partire dal malauguratamente fallito progetto di Potere al Popolo, al recente congresso della CGIL, alle mobilitazioni antirazziste, per restare sui punti “caldi” degli ultimi mesi). Il dibattito è stato ricco ed articolato (quasi 40 i/le compagni/e intervenuti/e) e totalmente privo di toni trionfalisti (d’altra parte sarebbe stato difficile, visti i tempi cupi!). Anzi, il tono generale è stato di sottolineare gli aspetti di difficoltà e insufficienza (come sulla questione giovanile, solo per fare un esempio) che ancora caratterizzano l’intervento politico e sociale dell’organizzazione. Prima della chiusura si è ricordato il compagno Ermanno Cerati (di Vicenza), delegato al congresso precedente, morto pochi mesi fa di malattia a 72 anni, che aveva continuato fino all’ultimo, nonostante le precarie condizioni di salute che rendevano difficili  i suoi spostamenti, a militare e a recarsi a tutti gli appuntamenti centrali dell’organizzazione.