I sintomi erano noti da tempo: crescita dell’estrema destra, leader politici mondiali sempre più simili al tuo vicino del bar Sport palesemente imbecille, musica techno a palla, film sempre più brutti, espansione dell’abbigliamento “sportivo” all’americana (con annesse puzzolenti ed orribili scarpe “da ginnastica” di gomma e plastica), libri e giornali sempre peggiori (e sempre meno letti, ma non per nobili motivi di selezione dell’immondizia), “giornalisti” che scrivono “c’è l’ho”, ecc. ecc. Ma nessuno voleva ammetterlo, anche se la rivelazione della presenza di DNA neandertaliano nella Bergamasca aveva scosso molte certezze. Ora è ufficiale, visto che è apparso su “Science” (oltre che su “Lercio”, altra rivista scientifica di livello). I recenti ritrovamenti paleoantropologici hanno fatto giustizia dell’errata (e troppo generosa) ipotesi che tutti gli attuali esseri umani appartengano alla specie “Homo sapiens”. Non solo i neandertaliani e i denisoviani sono ancora tra noi, ma nuove specie della linea evolutiva degli ominidi vivono accanto (e talvolta frammiste, soprattutto in certi bar) ai “sapiens”. Più che l’andatura bipede imperfetta, la mascella robusta e volitiva (modello Mussolini) e le ridotte dimensioni encefaliche o la presenza di ciuffi di capelli sporgenti di colore rossastro (tutte caratteristiche ben riconoscibili) sono alcuni elementi caratteriali a deporre a favore della nuova ipotesi pluralista: uso limitato del linguaggio, timore verso gli altri ominidi percepiti come “diversi” (in particolare i sapiens doc), tendenza a saltellare in maniera inconsulta (tipo “chi non salta è….”), amore viscerale verso tutto ciò che produce rumore (musica techno, motori a scoppio, martelli pneumatici, bombe a mano e d’aereo, fucili mitragliatori, ecc.), sviluppo anomalo dei gomiti (ipertrofia del cubito) per il continuo utilizzo nello spintonare gli altri ominidi, ecc. Non necessariamente di livello inferiore ai sapiens dal punto di vista dell’intelligenza (almeno di quella parte dell’intelligenza pratica a breve termine definita volgarmente “furbizia”) i “nuovi-vecchi ominidi” devono ancora essere studiati in maniera approfondita, anche per analizzare le eventuali differenze interne, che potrebbero portare a due o più sottospecie. Ovviamente, come succede con il canis canis e il canis lupus, possono riprodursi con i sapiens, perché i pochi milioni di anni di divaricazione non sono sufficienti alla differenziazione radicale. Gli scienziati non hanno ancora trovato l’accordo sulla definizione della nuova (o delle nuove) specie di “homo”. Vengono avanzate varie proposte, a seconda della scelta se privilegiare questa o quella caratteristica. Ne anticipiamo alcune, raccolte tra vari esperti, in attesa che gli scienziati si mettano d’accordo: homo destrorsus, homo insipiens, homo ladronus, homo rincoglionitus, homo patrioticus, homo psicoticus. Lo deciderà, probabilmente, il convegno internazionale che si terrà in primavera, con una sessione iniziale in Texas e quella finale in Val Brembana.

Feicnius


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