Stamattina, all’entrata del turno delle 8, un gruppo di militanti appartenenti a partiti e gruppi della sinistra bresciana (Rifondazione Comunista, PCI, Potere al Popolo, Partito dei Carc, Risorgimento Socialista, Sinistra Anticapitalista) si è recato davanti ai cancelli dell’IVECO, in via Fiume, per esprimere solidarietà ai lavoratori IVECO, “svenduti”, insieme ovviamente agli impianti e alle strutture, dalla famiglia Agnelli-Elkan (ex FIAT, ora Stellantis), alla multinazionale indiana TATA, e invitarli ad un’assemblea per dopodomani, venerdì 24 (ore 20) presso la sala civica di Via Villa Glori, 13. Più tardi, le stesse organizzazioni hanno organizzato una conferenza stampa davanti ai cancelli, per denunciare il più che probabile piano di deindustrializzazione (dopo aver recuperato il know-how, i progetti, ecc.) che si nasconde dietro questa svendita, che prevede il mantenimento dell’attuale situazione occupazionale per soli due anni. Tutti gli intervenuti, a partire dall’operaio IVECO, Carmelo, hanno sottolineato le criticità, dall’acquiescenza dei maggiori sindacati (non solo quelli “gialli”, come il famigerato FISMIC -ex SIDA-) che, per ora, mantiene nella passività i lavoratori interessati, all’assenza di qualsiasi iniziativa da parte dei “poteri pubblici”, sia locali che nazionali. L’intervento pubblico è stato richiesto a gran voce, sia chiamando da subito a una grande assemblea aperta organizzata dai poteri locali che si definiscono di “centro-sinistra”, sia tramite un piano di nazionalizzazione (che per Sinistra Anticapitalista dovrebbe essere senza alcun indennizzo e sotto il controllo dei lavoratori, visti i miliardi regalati dallo stato ai padroni della FIAT in oltre un secolo di storia industriale). Per noi, il problema NON è se il padrone è straniero o italiano: il problema è che finché ci sarà un padrone, i lavoratori saranno merce, vendibile al miglior (e a volte al peggior) offerente.
FG
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