di Gianni Sartori
Significativo il recente (primi di luglio) intervento di Jakob Migenda (membro del partito della sinistra tedesca Die Linke) riportato dall’agenzia Mezopotamya. Oltre a sottolineare l’importanza della solidarietà verso la lotta dei Curdi per la pace, la giustizia e la libertà, Migenda ha stigmatizzato le responsabilità del suo paese, la Germania, nel. sostenere il regime turco. Sia a livello diplomatico che con l’invio di armi.
Al momento della denuncia da parte dell’esponente della sinistra radicale tedesca, circa il 90% degli armamenti comprati da Ankara risultavano di provenienza tedesca.
Nella sua denuncia Jakob Migenda aveva anche ricordato come il PKK rimanga illegale in territorio tedesco. Rendendo perseguibili penalmente le attività di solidarietà con il movimento curdo (comprese quelle di contro-informazione). Inoltre si registrano diversi casi di rifugiati politici curdi rispediti in Turchia.
Recentemente, il 25 luglio, un tribunale di Amburgo aveva accusato (in virtù degli articoli 129a e 129b) altri due sessantenni curdi di appartenenza al PKK. In particolare di “attività organizzative, finanziamenti (raccolta fondi nda) e propaganda” in Schleswig-Holstein e Mecklenburg-Pomerania occidentale dal 2020 al 2025.
Un altro caso poi coinvolge anche il nostro Paese.
Già ai primi di agosto il militante curdo Mehmet Çakas (ugualmente accusato di appartenenza al PKK), detenuto nel carcere di Uelzen, stava in attesa di essere estradato in Turchia entro la fine del mese (preumibilmente il 28 agosto).
Attraverso i familiari aveva diffuso un comunicato in cui chiedeva che un tribunale italiano garantisse per la sua non-estradizione in quanto in Turchia potrebbe essere sottoposto a tortura e la sua stessa vita sarebbe in pericolo. Infatti, prima di venir estradato in Germania, Çakas aveva chiesto asilo politico in Italiae il procedimento era stato forzatamente interrotto.
Ancora nel dicembre di tre anni fa, nel carcere di Alessandria, aveva spiegato al presidente della quinta sezione della Corte d’Appello di Milano che estradandolo in Germania lo si esponeva al rischio di venire deportato in Turchia dove rischia l’ergastolo.
Cansu Özdemir, membro del Bundestag per Die Linke, ha portato la questione di Mehmet Çakas all’attenzione del governo tedesco (mentre dall’Italia per ora solo silenzio).
Gianni Sartori
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