Pubblico questo post di Mario Gangarossa con la stessa sensazione di rabbia e impotenza che prova lui. Anch’io, come lui, dal 7 settembre del 2023, avrei preferito avere mille volte torto. Avrei preferito che avessero ragione quelli che hanno osato darmi del “sionista” (in modo semi-scherzoso, ma non troppo) per aver detto che le direzioni politiche dei palestinesi (Hamas o ANP) avrebbero portato al massacro quel popolo (o comunque la stragrande maggioranza, i poveracci, in tempi meno bui avrei detto “i proletari”), per aver ricordato a qualche smemorato in buonissima fede che Vik Arrigoni l’avevano ammazzato gli islamisti e non i sionisti, che non c’era nessuna “intifada fino alla vittoria”, per aver partecipato a TUTTE le decine di manifestazioni contro il genocidio sionista con la morte nel cuore, mogio mogio, mentre qualcuno (con la maglietta con il pugno chiuso o con l’hijab in testa) gridava che era iniziata la “rivoluzione palestinese” e che “coi popoli in rivolta si muove oggi la storia”. Sentendo crescere dentro di me frustrazione e, lo confesso, anche un po’ d’indignazione, per questi esercizi ritmico-verbali trionfalisti e completamente avulsi dalla realtà. L’ultima 3 giorni fa (ne ho scritto sul blog), con più o meno lo stesso copione, con sempre meno persone in piazza. Perché forse in molti cominciano a pensare che, purtroppo, non avevamo torto. [FG]

Medici Senza Frontiere: : “Gaza è stata trasformata in una fossa comune per i palestinesi e per coloro che li assistono”.

Intanto gli eroi del 7 ottobre se ne stanno rintanati nei loro cunicoli bunker a contrattare sui cadaveri degli ostaggi.

Che nemmeno quello è stato un buon affare che per ogni palestinese liberato gli israeliani ne hanno arrestato 10 e ammazzato 100.

e io penso a quei bambini arabi che mi tiravano per la giacchetta il giorno della prima manifestazione per la “Palestina libera”, mentre mi trovavo un microfono fra le mani e cercavo di spiegare che la nostra “lotta comune” andava oltre la Palestina e che era “il mondo intero” che dovevamo conquistare.

“Dillo che stanno ammazzando i bambini”.

Lo abbiamo detto.

Ripetuto, gridato.

Ma le condanne morali sono l’inutile protesta degli impotenti.

E il mondo reale va avanti “per i fatti suoi” senza che siamo in grado di mutare le sue dinamiche.

Spesso perfino di capirle.

E penso a quella assemblea dalla quale me ne andai senza nemmeno salutare, la compagnieria della regione al completo.

Ex deputati trombati e nuovi aspiranti a rappresentare il “popolo di sinistra”. Femministe in quota rosa. Creativi impegnati a produrre il gadget adatto alla situazione. Militanti di vecchia data, funzionari sindacali di giorno e “antagonisti” la notte.

Con la partecipazione straordinaria del “compagno palestinese”.

Un giovanotto nato e cresciuto in Italia e ben a suo agio nel ruolo che gli era stato costruito che ci spiegava il valore della eroica “resistenza” di quel popolo.

Se non me ne fossi andato, ben conoscendo il mio caratteraccio poco “ecumenico”, gli avrei chiesto:

Ebbene “compagno” se il tuo popolo sta combattendo l’ultima sua guerra di resistenza contro l’occupante, che cazzo ci stai a fare qui?

Lascia che siano i vecchi a “parlare” della Palestina.

Tu sei giovane e forte, perché non vai a combattere?

Vedete, signori della guerra col culo degli altri, noi gli “infami” che hanno fin dal primo giorno messo in guardia quel disgraziato popolo dal disastro in cui sarebbe stato condotto dalle loro “direzioni politiche”, direzioni “legittime” a cui avete strizzato l’occhio e nascosto sotto il tappeto della vostra disonestà intellettuale le loro demenziali farneticazioni, noi accanto alle donne e agli uomini, ai vecchi e ai bambini, ai proletari, di Gaza ci saremo sempre.

Quei bambini, una intera generazione decimata, non saranno carne per le vostre guerre, saranno le risorse, gli attori, della loro e della nostra rivoluzione.

Salvare dal genocidio i bambini di Gaza è l’unico obiettivo rivoluzionario che possiamo oggi porci.

E’ l’unica “guerra giusta” che dobbiamo sostenere.

Salvare i figli della nostra classe di oppressi e sfruttati.

I nostri figli.

Non so come lo si possa fare.

Gli idioti e i coglioni che ci chiamano “traditori” e “collaborazionisti” non comprendono che abbiamo mille volte sperato di avere torto.

Di essere noi quelli che non avevano capito nulla.

E non comprendono quale peso insopportabile sia portare il fardello di chi sa come andrà a finire e non può fare nulla per impedirlo.

Per voi è solo l’occasione per “tenervi in esercizio” e “fare politica.

I palestinesi li archivierete presto, così come avete archiviato i curdi, gli iraniani, i catalani. Passerete a qualcosa di più “attuale” e “coinvolgente”.

Per noi è l’ennesima SCONFITTA che ci sfianca e rende la nostra voce sempre più fievole.

I bambini di Gaza muoiono e noi non possiamo o non sappiamo fare nulla per salvarli.

Mario Gangarossa


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