Tanto tuonò che piovve! Dopo anni di “profezie” giornalistico-politiche sulla crescita dell’estrema destra (sponsorizzate non solo dalla destra, per evidenti ragioni, ma pure dai vari centrosinistri per poter chiamare al “voto utile”) anche la Germania consolida la svolta a destra evidenziatasi con le elezioni europee. Il bombardamento mediatico (e gli strani “attentati” degli ultimi giorni), rafforzatosi grazie a Musk e Trump, che metteva in prima pagina un giorno sì e l’altro pure l’impresentabile leader dell’AfD ha dato i suoi risultati. Forse meno di quello che molti si aspettavano, ma l’orribile partito dell’estrema destra tedesca raddoppia i voti che aveva 4 anni fa e aumenta di un quarto l’alta percentuale di voti ottenuta alle europee dell’anno scorso. In quest’ultimo caso faccio riferimento più alle percentuali che ai dati assoluti, visto l’aumento di oltre 12 milioni di votanti tra le europee del ’24 e le legislative di ieri. Per restare nell’ambito della destra, il partito “vincente”, cioè l’alleanza democristiana, strappa tre milioni di voti all’altro partito della destra “moderata”, il partito liberale, che si ritrova per la prima volta fuori dal parlamento (in Germania c’è uno sbarramento del 5%). Evidentemente gli elettori liberali non hanno gradito l’appoggio liberale al governo Scholz (da loro percepito come troppo “a sinistra”) e hanno trasferito i loro voti ai democristiani. Complessivamente la destra “moderata” mantiene gli stessi voti e qualche punto in meno rispetto a quattro anni fa (e quasi 3 punti percentuali in meno rispetto alle europee). Solo grazie alla crescita dell’AfD la destra complessivamente cresce di quasi 5 milioni di voti (6,5% in più) rispetto al ’21, con oltre il 55% dei votanti (percentuale analoga, però, a quella dell’anno scorso). Non si può certo parlare di “terremoto politico”, ma è comunque un altro inquietante segno della radicalizzazione a destra dell’elettorato tedesco. Per quanto riguarda lo schieramento “opposto” (e lo metto tra virgolette per ovvi motivi) le cose sono più complicate. Innanzitutto perché definire di sinistra la SPD, i Verdi e il partito di Sara Wagenknecht implica un notevole sforzo “ecumenico”. Ma è molto probabile che la stragrande maggioranza degli elettori di questi partiti si senta di sinistra (e nel caso di BSW magari addirittura di “estrema” sinistra). Per cui usiamo il criterio dei mass media mainstream. Qui emerge con forza la sconfitta di SPD e Verdi (5 milioni di voti in meno e -12% rispetto a 4 anni fa, anche se consolidano, più o meno, le percentuali dell’anno scorso, che erano state l’annuncio del crollo). Ma (ed è qui che si può parlare di controtendenza) è la Linke che raddoppia i voti rispetto al 2021 (quando, tra l’altro, la BSW non esisteva e la Wagenknecht era all’interno del partito). Se, con un’operazione forse un po’ azzardata, consideriamo pure i 2 milioni e mezzo di voti della BSW come voti di “sinistra radicale”, nonostante gli ammiccamenti a destra della Wagenknecht, più il milione di voti dei partiti minori, si tratta di un raddoppio dei voti a sinistra della “sinistra di governo”: da 3,7 milioni di voti (8,2%) a quasi 8 milioni di voti (16%). La cosa si fa ancora più interessante se facciamo il paragone con l’anno scorso (quando ci fu il miniboom della BSW): la Linke quadruplica i voti (convincendo molti astenuti alle europee, ma rosicchiando sicuramente qualcosa alla BSW, che perde oltre un punto percentuale, e agli altri partiti minori di sinistra), e passa dal 2,7 all’8,8% dei voti, triplicando la sua percentuale. Grazie all’ottimo risultato della Linke (e al relativo consolidamento della BSW, al di là del mancato raggiungimento del quorum) la sinistra “ampia” nel senso sopraddetto perde “solo” 700 mila voti rispetto a 4 anni fa. E, dato interessante, degli oltre 12 milioni di votanti in più rispetto alle europee, il 53% ha votato a sinistra, contro il 47% che ha scelto la destra. Insomma, l’unica cosa che appare chiaramente da queste elezioni è la radicalizzazione del voto, a destra come a sinistra, con una debacle per i tre partiti governativi della coalizione social-liberale detta “semaforo”.
Ecco le tabelle coi dati più precisi
| partito | Voti 25 | %25 | Voti 21 | %21 | Diff. 25/21 | Voti 24 | %24 | Diff. 25/24 |
| CDU-CSU | 14.158 | 28,5 | 11.178 | 24,1 | 2.980 | 11.945 | 30,0 | 2.213 |
| AFD | 10.327 | 20,8 | 4.804 | 10,4 | 5.523 | 6.324 | 15,9 | 4.003 |
| FDP | 2.148 | 4,3 | 5.320 | 11,5 | -3.172 | 2.060 | 5,2 | 88 |
| Altri destra | 769 | 1,6 | 1.193 | 2,7 | -424 | 1.306 | 3,3 | -537 |
| DESTRA | 27.402 | 55,2 | 22.495 | 48,7 | 4.907 | 21.635 | 54,4 | 5.767 |
| SPD | 8.148 | 16,4 | 11.955 | 25,7 | -3.807 | 5.549 | 13,9 | 2.599 |
| Verdi | 5.761 | 11,6 | 6.852 | 14,8 | -1.091 | 4.737 | 11,9 | 1.024 |
| Linke | 4.355 | 8,8 | 2.271 | 4,9 | 2.084 | 1.091 | 2,7 | 3.264 |
| BSW | 2.469 | 5,0 | 0 | 0 | 2.469 | 2.454 | 6,2 | 15 |
| altri sinistra | 1.094 | 2,2 | 1.472 | 3,3 | -378 | 1.533 | 3,8 | -439 |
| SINISTRA | 21.827 | 44,0 | 22.550 | 48,7 | -723 | 15.364 | 38,5 | 6.463 |
Flavio Guidi
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