Abbiamo letto la nota stampa della nostra sindaca sulla vicenda del post Facebook del consigliere comunale di maggioranza (eletto con una lista civica di centro-sinistra) Iyas Ashkar, accusato per questo dall’Associazione Italia-Israele di Brescia di essere, tanto per cambiare, “antisemita”. La nota dell’esimia “rappresentante del popolo bresciano” contiene, tra l’altro, se non andiamo errati, una prima inesattezza (se non menzogna), quando scrive “Il Comune di Brescia, con l’adozione delle linee guida dell’Ihra, votata in Consiglio comunale all’unanimità“. Forse la memoria ci tradisce, ma ci sembra di ricordare che, quando il consiglio comunale approvò, in gennaio, quella mostruosità storico-politica che sono le “linee guida dell’IHRA”, ben 4 consiglieri di maggioranza (oltre ad Ashkar Valentina Gastaldi, Raissa Labaran e Francesco Catalano), cioè il 20% dei consiglieri di maggioranza, non approvarono quella sciagurata scelta. E definire UNANIME quella votazione ci sembra, cara Castelletti, una (possiamo dirlo o ci accusate di antisemitismo?) forzatura che puzza di falso lontano un miglio. La nostra eroina continua poi con altre “perle” come questa: “Temi di carattere internazionale come la questione israelopalestinese non possono diventare terreno di scontro politico, di divisione...”. Quindi il massacro di decine di migliaia di palestinesi (e di molte centinaia di israeliani) in una guerra che non accenna a terminare (anzi, ha tutte le caratteristiche, viste le scelte del governo Netanyahu, di estendersi) NON DOVREBBE APPASSIONARE, E QUINDI DIVIDERE, l’opinione pubblica bresciana, italiana, europea, mondiale (come in effetti sta succedendo)? E cosa, se è lecito saperlo, dovrebbe appassionare ed eventualmente dividere i bresciani? Lo spostamento dei cassonetti dell’immondizia da via Risorgimento a via Collebeato? Ma per favore! Tra l’altro questo modo di affrontare la questione è significativo di quale mentalità ristretta e provinciale abbia la nostra sindaca ex socialista (povero Turati e povero Nenni). Che, sia detto en passant, non ha trovato nulla di antisemita nel testardamente perseguito gemellaggio con la città lituana di Kaunas, che è piena di omaggi agli sterminatori di ebrei durante la Shoah (nonostante le denunce pubbliche fatte da concittadini di cultura ebraica, riprese anche dal nostro blog), e trova “antisemitismo” in ogni manifestazione antisionista in città e altrove. Che l’opposizione di destra bresciana, abituata a vedere la pagliuzza nell’occhio del vicino e ad ignorare la trave nel proprio occhio, trovi antisemita solo chi, da sinistra, si batte contro le politiche genocide del governo Netanyahu, ed ignori completamente l’antisemitismo (quello sì, vero e comprovato) di chi ha collaborato all’Olocausto della seconda guerra mondiale non ci stupisce. Si sa che la destra ha la memoria corta (e a senso unico). Ma che la sindaca (e con lei buona parte della maggioranza di centro-sinistra) si faccia interprete di questi insulti alla verità storica ci riempie di indignazione. E non ci convince per nulla tutto il suo fare appello alla “pace”. Questo sostantivo va usato insieme a precise indicazioni politiche, se no è un vano blaterare. Anche Hitler e Mussolini dicevano, nel 1938 a Monaco, di volere “la pace”. Quasi mai, nella storia contemporanea, un politico ha ammesso di volere la guerra. E persino nell’antichità. Ed è sempre stata la pace dei cimiteri che ne è risultata! Per cui, spettabile sindaca, ci risparmi questi stucchevoli predicozzi. Per sgombrare comunque il campo da possibili equivoci, vogliamo chiarire che, assodato che antisionismo e antisemitismo NON SONO LA STESSA COSA (anzi, nel nostro caso sono l’opposto), non neghiamo che, talvolta, nelle giuste mobilitazioni ANTISIONISTE contro il massacro in Medio Oriente, ci sono persone, magari non a Brescia, molto minoritarie e per lo più confuse, che, per ignoranza o per l’influenza di settori islamisti, accennano a motivi antisemiti. Questi elementi vengono sempre isolati e, per quanto ci riguarda, rappresentano degli avversari della libertà dei palestinesi, per come la intendiamo noi, che vogliamo una Palestina libera, laica, democratica e socialista, dal fiume al mare, per tutti coloro che la abitano (arabi, ebrei, drusi, armeni, ecc.). Ma usare questi pochi elementi come scusa per colpire un movimento ampio, plurale e democratico come quello che ha riempito le piazze bresciane, italiane, europee e del mondo intero in quest’ultimo anno ci sembra vergognoso. Anche per questo saremo venerdì davanti alla Loggia.
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