Il megafono pressoché unanime dei media sulla “travolgente avanzata” dell’estrema destra nell’ex DDR ha dovuto un po’ cambiare il tono di voce, oggi, visto l’imprevisto successo dei socialdemocratici in Brandeburgo (lo stato che racchiude Berlino, che però è un länd a parte). Ma, come d’abitudine, noi preferiamo i numeri alle chiacchiere. Il che non vuol dire che, se le espressioni come “vola l’AfD” ci lasciano piuttosto freddi, non siamo preoccupati per il rafforzamento indubbio dell’estrema destra, non solo in Germania, che va avanti ormai da un decennio. C’è da dire che, in totale, questi tre länder costituiscono solo il 10% della popolazione tedesca (più o meno come la Campania qui da noi). E forse è un po’ troppo presto per vendere la pelle dell’orso prima d’averlo catturato. Comunque ecco i dati dei principali partiti. Si tratta della somma dei tre stati. E tenete conto che c’è stato un aumento dei votanti, il che spiega l’incremento dei numeri di entrambi.
L’estrema destra dell’AfD passa da 1 milione 152 mila voti del 2019 al milione e 555 mila di questi giorni, confermandosi complessivamente (lo era già nel ’19) come primo partito (grazie alla stagnazione dei democristiani) e incrementando di oltre un terzo i suoi voti (+35%). La destra “normale” perde oltre 100 mila voti, così suddivisi: i democristiani della CDU mantengono le posizioni (da 1,134 mila voti a 1,216 mila, +7%), mentre crollano i liberali (alleati di governo con SPD e Verdi), che perdono i tre quarti dei voti (da 204 mila a soli 47 mila, scomparendo dai parlamenti locali). Anche il piccolo partito di destra dei cosiddetti “liberi elettori” (FW) perde voti (da 137 mila a 107 mila, -22%). In totale la destra, pur aumentando di quasi 300 mila voti (+11,3%), mantiene le percentuali di 5 anni fa (anzi, perde un punto e scende al 60%). Non sfugge a nessuno che quasi sicuramente si tratta di un ulteriore spostamento a destra di buona parte degli elettori liberali, democristiani (meno) e dei minori partiti di destra.
In un certo senso è quello che avviene anche a “sinistra”, che passa dal milione e 673 mila voti del 2019 al milione e 907 mila di oggi (+14%). Per sinistra intendo qui i partiti che si autodefiniscono tali (e che tali vengono dipinti dai media). Quindi sia i governativi socialdemocratici e verdi (SPD e Grünen), sia i due partiti dell’opposizione di sinistra, la “storica” Linke (legata al GUE, che qui in Italia sono Sinistra Italiana e Rifondazione Comunista), sia la recente scissione neostalinista (da molti definita “rossobruna” di Sara Wagenknecht – BSW). La SPD torna ad essere nei tre stati, grazie alla rottura della Linke, il primo partito di “sinistra”, passando dai 589 mila voti di 5 anni fa ai 709 mila di oggi (+20%). Verdi e Linke invece prendono una vera batosta: Più della metà degli elettori della Linke (da 704 mila a 308 mila, -56%) e quasi la metà dei Verdi (da 380 mila a 220 mila, -42%) hanno scelto altri lidi. Probabilmente soprattutto verso la SPD (i Verdi, che tra la copia e l’originale preferiscono quest’ultimo) e la BSW (la Linke). Il nuovo partito (stalinista? rossobruno? Chi vivrà vedrà, nei fatti, non nelle chiacchiere) è quello che ha avuto il successo più strepitoso, più ancora, in termini relativi, dell’estrema destra: non solo ha recuperato tutti i voti persi dalla Linke, ma è andato oltre. Dal nulla (per modo di dire, visto che Sara e altri burocrati della Linke erano ben piazzati da tempo nei palazzi del potere) sono passati a 670 mila voti, quasi quanto la SPD. Se unissimo questi voti a quelli della Linke (come fanno alcuni commentatori) si arriverebbe a quasi un milione di voti, oltre un quinto dell’elettorato, e quasi 300 mila in più di quelli che aveva preso la Linke “unita” cinque anni fa. Ovviamente BSW ha “morso” anche in altre aree (verdi? CDU? SPD? O estrema destra?), scontente di molte cose. E molto probabilmente innanzitutto delle scelte guerrafondaie dell’attuale establishment tedesco. E visto che la Wagenknecht, invitata ad ogni pie’ sospinto in TV (anche prima del recentissimo successo) ha ribadito la sua posizione contro l’impegno tedesco (ed europeo) nella guerra russo-ucraina (come aveva fatto pure l’AfD), non è escluso che molta gente di sinistra e anti-guerra abbia scelto di premiare il “nuovo che avanza”. Anche se a me puzza molto di vecchio, di quasi un secolo fa: un tipo dai grossi baffoni, all’origine dei disastri nostri e della quasi scomparsa dell’ideale stesso del socialismo. Ma tant’è…..
Vittorio Sergi
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