E veniamo al secondo paese, per importanza politica ed economica, dell’UE. E quello che, con la grandeur arrogante che le deriva dall’aver rappresentato un imperialismo di prim’ordine fino a tempi recenti, fa di un’estrema destra veramente radicata da decenni un pericolo reale, ben più degli altri principali paesi europei. Diversamente dalla Germania, abituata ad un quadro piuttosto stabile delle forze politiche, la Francia, in seguito alla crisi del sistema basato sull’alternanza tra gollisti e socialisti, ci ha abituato nell’ultimo decennio ad un turbinio di forze politiche (alcune nuove, altre travestimenti più o meno abili di vecchi marpioni) che rende molto complicato il raffronto. Ecco la tabella dei dati numerici, con il raffronto con le legislative del ’22 e con le precedenti europee. Ovviamente le forzature, nel caso francese, sono ancora più spinte che in quelli italiano o tedesco. I “centristi” (cioè la destra moderata e governativa) alla Macron (o alla Giscard negli anni ’70) inorridirebbero (forse) alla vista di essere stati messi nel mucchio con l’estrema destra. Ma ho preferito usare lo schema bipolare tanto amato dai pennivendoli e, ahimé, ormai popolare a livello di massa.

partitoVoti 24% 24Voti 22% 22Diff, 24/22Voti 19% 19Diff. 24/19
RN777631,4424918,73527528723,32489
Macron e alleati361514,6585825,8-2243507622,4-1461
UDC (gollisti e centristi)17947,2237110,4-57719208,5-126
UPR (gollisti)2531,02537963,5-543
UDI (centro-destra)1980,9-1985662,5-566
Altri destra21658,7203691291470,72018
DESTRA1560362,91471264,88911379260,91811
PS e area342413,8NUPES14036,22021
France Insoumise24499,9NUPES14296,31020
Verdi13625,5NUPES305513,5-1693
PCF5842,4NUPES5652,519
Ex NUPES*781931,6583625,71983645228,51367
Estrema sinistra1670,72661,2-991760,8-9
Altri sinistra2591,18403,7-58111545,1-895
SINISTRA824533,4694230,61303778234,4463
*NUPES è l’acronimo del fronte che ha raccolto, nel ’22, la France Insoumise di Melanchon, il PCF, i socialisti e i Verdi.

Come si vede chiaramente, la sinistra, compresi i moderatissimi socialisti e i Verdi, è piuttosto minoritaria nel nostro vicino d’Oltralpe (circa un terzo dei voti). I quasi due terzi dei francesi che votano (in genere poco più della metà, percentuale che sale sensibilmente nel caso delle presidenziali – altro sintomo di un paese chiaramente a destra, frutto di lungo periodo del golpe gollista del 1958-) a destra, si sono via via spostati da posizioni di “destra repubblicana” (gollisti, centristi, ora macronisti), presuntamente anti-fascista, verso l’estrema destra razzista e parafascista, prima del Front National di Le Pen, poi del Rassemblement National di sua figlia, a cui si sono aggiunti via via gruppi e partiti ancora più reazionari (come due anni fa quello del pagliaccio Zemmour). Ora, con un’estrema destra non lontana dal 40%, i rischi sono veramente seri. Prima i gollisti (che avevano governato dal ’58 al 1981, e poi di nuovo negli ultimi 30 anni, anche se in alternanza coi socialisti), e ora anche i “centristi” alla Macron, si sono progressivamente sgonfiati a favore dell’ultradestra. Vero è che l’estrema destra francese è già da oltre due decenni ben consolidata, purtroppo, con percentuali tra il 20 e il 30% (in occasione delle presidenziali, terreno favorito dell’estrema destra in cerca perenne di un “duce”). Ma è la prima volta che si avvicina al 40%.

E la sinistra? In ordine sparso, ovviamente. Anche se, paradossalmente, quando si presenta quasi tutta unita (come con la NUPES nel ’22) prende meno voti di quando è divisa (vedi tabella). Ma, con la legge antidemocratica maggioritaria a due turni, elegge molti più deputati. E spazza via la “concorrenza” dell’estrema sinistra, storicamente piuttosto forte oltralpe (nel 2002 i tre candidati “trotskisti” ottennero, divisi ovviamente, quasi l’11% dei voti, e anche successivamente, fino a pochi anni fa, ottenevano percentuali superiori al 5%, pur senza avere eletti grazie al sistema maggioritario). Ora, di fronte al “pericolo nero”, sembra che si vada ad un “Nuovo Fronte Popolare”, che dovrebbe raggruppare tutta (o quasi) la sinistra francese, dai social-liberali del Partito Socialista, ai “trotskisti” del NPA di Besancenot e Poitou. Visto che fra due settimane si voterà per le legislative, vedremo se ci sarà la “riscossa”, per lo meno nelle urne.

Vittorio Sergi