L’assemblea di ieri sera presso la “Casa della Sinistra” di via Eritrea è stata in gran parte, a mio modesto avviso, un’occasione persa. Indetta da quasi tutte le organizzazioni della sinistra bresciana (mancavano solo, se non vado errato, il Mag47, Lotta Comunista e La Comune), hanno visto una partecipazione non particolarmente ampia (poco più di una trentina di persone). Ma più che la relativamente scarsa partecipazione, è stata la qualità del dibattito a deludere chi, come il sottoscritto, si aspettava spunti di analisi sulla drammatica situazione in Palestina. Dopo la relazione del compagno Alfredo Barcella, storico animatore dell’associazione Italia-Palestina di Brescia, si sono susseguiti interventi che, al di là di mostrare la propria solidarietà agli oppressi palestinesi e di riassumere i crimini dei sionisti (con particolare riferimento a questi ultimi giorni) non hanno nemmeno tentato di analizzare la situazione politico-sociale locale (sia dal lato palestinese che da quello israeliano), né la complessità dei movimenti presenti nella società palestinese (e ancor meno israeliana). Tanto meno ci si è espressi sulle possibili prospettive, al di là di una generica affermazione di sostegno alla “autodeterminazione del popolo palestinese”(senza chiarire DOVE si possa esprimere questa “autodeterminazione”: Cisgiordania e Gaza o l’intero territorio palestinese?). In buona sostanza un taglio molto più adatto per rivolgersi ad assenti “masse popolari” spoliticizzate e bisognose di un minimo di riferimenti storici (tipo talk show televisivi) che ad un ristretto pubblico militante (composto in gran parte da persone che, come il sottoscritto, conoscono benissimo – e si battono da oltre 50 anni – l’oppressione sionista in Palestina). Pur comprendendo il desiderio di sfogare la propria rabbia e frustrazione in questo tragico momento, di lanciare un grido di indignazione e solidarietà di fronte ai massacri, mi aspettavo per lo meno un tentativo di analizzare le contraddizioni nel campo israeliano, le proposte politiche nel campo palestinese, un giudizio sulle ipotesi di “soluzione” (Due popoli due stati? Una Palestina laica e democratica per tutti i popoli che la abitano, su un piano di uguaglianza e libertà? Una confederazione tra due entità semi-statali? ). Invece, al di là di un paio d’interventi, il grosso dei compagni si è limitata a sfoggiare la sacrosanta indignazione verso gli occupanti sionisti, ha tranquillamente sorvolato sul giudizio da dare sulle forze islamiste reazionarie (quando, come in due o tre casi, si è addirittura scelto di dare un giudizio, se non positivo, almeno assolutorio nei confronti di Hamas) altrettanto nemiche della libertà dei palestinesi quanto i sionisti reazionari alla Netanyahu. Si è citato il bellissimo film di Gillo Pontecorvo (“La battaglia di Algeri”) arrivando a paragonare il FLN algerino (che aveva comunque, volendo, molte più similitudini con l’OLP) ad Hamas. Insomma, un diluvio di “terzomondismo” da anni ’60, con totale scomparsa delle classi sociali, e dove il riferimento al marxismo o al socialismo in genere non è emerso quasi mai. Un altro, piccolo segno, di quanto sia ormai arretrato, fino a diventare semi-clandestino persino in ambienti insospettabili, lo spazio del pensiero “socialista” a Brescia e in Italia (e purtroppo anche fuori dal Belpaese).
FG
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