Gianni Sartori

In vista delle prossime elezioni (previste per il febbraio 2024) in Senegal
si surriscalda lo scontro politico e si riaccendono proteste e rivolte.

Qualche giorno fa, con un’intervista al settimanale *L’Express*, il
presidente Macky Sall aveva  annunciato la sua intenzione di ricandidarsi.

Si tratterebbe del terzo mandato (il primo nel 2012, un secondo nel 2019),
ma evidentemente per Sall questo non costituisce un problema in quanto nel
2016 era stata approvata, tramite referendum, una nuova Costituzione.
In cui si stabilisce che la durata del mandato presidenziale sia di cinque
anni. Per cui, secondo Macky Sall e anche per  il Consiglio costituzionale
“il primo mandato, essendo avvenuto prima della riforma, non può essere
preso in considerazione”.
Cavilli, pretesti che evidentemente non hanno convinto l’opposizione. Anche
perché, secondo alcuni osservatori, Sall  starebbe cercando di impedire la
candidatura del suo maggio concorrente, Ousmane Sonko, per via giudiziaria.

Comunque sia, su Ousmane Sonko pendono ben due procedimenti. Nel primo deve
rispondere delle accuse di stupro su una donna (risalente al2021),
nell’altro di diffamazione, ingiurie e falso. Questo processo doveva
iniziare il 30 marzo a Dakar, ma pare che l’imputato abbia presentato un
certificato medico per rinviarlo. Ovviamente in caso di condanna verrebbe
automaticamente escluso dalla competizione elettorale delle presidenziali.

Nel frattempo, verso la metà di marzo, oltre 400 persone venivano arrestate
nel corso di manifestazioni antigovernative e si contava almeno una vittima
nella regione di Casamance dove si registravano scontri con le forze di
polizia.

Qualche tempo prima, in febbraio, lo stesso candidato dell’opposizione
veniva coinvolto in una manifestazione repressa con cariche della polizia e
lacrimogeni. L’auto su cui viaggiava, lungo la strada tra Touba e Mbacké,
non si era fermata a un posto di blocco e la polizia aveva mandato in
frantumi i finestrini

Il 28 marzo altri scontri sono avvenuti a Dakar tra le forze dell’ordine e
gli studenti del liceo MM Delafosse.

I giovani, riuniti all’interno dell’istituto, chiedevano la scarcerazione
dei loro compagni arrestati (El Bachir Niange Serigne Moustalla Niasse) il
16 marzo durante una manifestazione.

L’intervento della polizia fin dentro la scuola provocava la reazione dei
liceali. Venivano allestite rudimentali barricate dando fuoco a dei
pneumatici e si assisteva al solito “scambio di colpi”: pietre contro
lacrimogeni.

In risposta alla repressione per il 30 marzo è stata organizzata una
“Grande marcia” di tutti gli studenti di Dakar.

Gianni Sartori