Cominciano le vacanze d’inverno, e saremo un po’ meno pressati dall’attualità. Ne approfitto per proporre una lettura che trovo interessantissima, soprattutto in questi tempi bui. Lo so benissimo che la deprecatio temporum è un vecchio vizio dei “tromboni”, ma non posso non pensare, nonostante qualche spiraglio qua e là (vedi Spagna), che mala tempora currunt.
Daniel Guérin (1904-1988), uno dei più noti militanti del marxismo libertario francese ed internazionale, “eretico” anche tra i “trotskisti” e gli anarchici, “contaminatore” per antonomasia, ci ha dato una delle più lucide analisi del fascismo: il suo “Fascismo e gran capitale”, scritto nel 1936, ripubblicato con qualche modifica nel 1945 e nel 1965, resta una pietra miliare dell’interpretazione rivoluzionaria della genesi e dello sviluppo del “mostro” partorito dal ventre fecondo del capitalismo. Vista l’attualità (purtroppo) del tema, e viste le difficoltà di reperire il libro, ho deciso di pubblicarne qualche pagina, a partire da oggi. L’edizione è quella del 1994, delle edizioni Erre emme (Roberto Massari).
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