Nella conferenza stampa di ieri Pablo Iglesias ha parlato delle richieste che Podemos e le forze coalizzate in Catalogna, Euskadi, Galizia e Paese Valenciano faranno alle altre forze politiche. Un insieme di richieste “minime” di democratizzazione, per iniziare una “nuova transizione”. Le richieste vertono sulla riforma della legge elettorale (nel senso di una maggiore proporzionalità), sul riconoscimento della plurinazionalità dello Stato Spagnolo (si intuisce un progetto federalista, che passi attraverso il riconoscimento al diritto di autodeterminazione per Catalani e Baschi), sul riconoscimento di “diritti sociali” imprescindibili all’interno della nuova Costituzione (sanità pubblica, istruzione pubblica, diritto alla casa,ecc.), sul diritto popolare di revocabilitá, a metà mandato, di un governo che non rispetti gli impegni presi durante la campagna elettorale e su aspetti di lotta alla corruzione. Durante la conferenza, di fronte a domande riguardanti il problema dei rapporti col PSOE, Iglesias ha stigmatizzato le voci su una “grosse koalition”, criticando la possibilità che il PSOE “regali” al PP la possibilità di continuare a governare la Spagna, nonostante la pesante sconfitta del partito di Rajoy. Dovendo dare un giudizio rapido e schematico, mi sembra che Iglesias si sia mantenuto su un terreno di riformismo più o meno “radicale”, insistendo soprattutto su misure di “blindaje”(blindatura) costituzionale di alcuni aspetti del welfare e su aspetti di democratizzazione. Scarsi, per non dire nulli, gli accenni alle prospettive di redistribuzione delle ricchezze a spese delle classi privilegiate, per non parlare di anticapitalismo. Vedremo come reagiranno le forze più radicali interne (come i nostri compagni di Anticapitalistas) ed esterne a Podemos. E, ovviamente, come reagiranno le altre forze politiche, sia borghesi che riformiste, a queste proposte di “nuova transizione”. Resta la soddisfazione di ascoltare proposte che, per quanto “moderate” agli orecchi di un rivoluzionario, suonano come musica quasi celestiale rispetto al grigiore squallido a cui siamo abituati in Italia (e non solo per colpa della destra, intesa sia in versione estremista – FI-Lega,ecc.,- sia in versione moderata, come il PD).
Flavio
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